Intervista a Mauro Bonaretti, Direttore Generale del comune di Reggio Emilia

L’ANCI riveste un ruolo fondamentale nel supportare gli enti locali nell’attuazione del decreto legislativo 150. Abbiamo intervistato Mauro Bonaretti, direttore generale del comune di Reggio Emilia e membro della Commissione ANCI per l'attuazione del decreto, che ci presenta caratteristiche, opportunità e criticità, nell’applicazione della riforma, dal punto di vista di un ente locale (febbraio 2011)

D. Il decreto legislativo 150, tra l’altro,  richiama fortemente l’attenzione delle amministrazioni sulla necessità di misurare e valutare le performance per migliorare i risultati. Quale impatto può avere questa riforma sugli enti locali? Quali opportunità apre, secondo lei?

R. Per gli enti locali, che già avevano intrapreso una serie di azioni sui temi della pianificazione misurazione e valutazione della performance, la riforma apre, a mio avviso, tre grandi opportunità che sono anche i suoi punti di forza:

  1. La possibilità, innanzitutto, di mettere a sistema molte iniziative messe a punto negli ultimi anni (relative alla misurazione e alla valutazione degli obiettivi, nonché alla molteplicità delle dimensioni che devono essere valutate). In modo un po’ disarticolato questi temi erano stati già avviati, ma la riforma li ha messi a sistema. Sia il concetto di sistema di misurazione, sia quello di ciclo delle performance devono essere inclusi in un sistema unitario che guarda al miglioramento, e la riforma mette ordine proprio in questo contesto, non intendendo più tutti questi aspetti come giustapposti ma facenti parte di un ciclo unitario e organizzato, che va appunto dalle politiche alle performance.
  2. Il secondo aspetto che io trovo molto interessante è la centratura della riforma sugli outcome, cioè sugli impatti. Le amministrazioni devono porsi degli obiettivi in termini di risultati, ma non solamente rispetto alle proprie prestazioni, bensì considerando con attenzione all’impatto che ogni azione dell’ente ha sul cittadino. Si tratta di un passaggio culturalmente molto importante. Il decreto legislativo 150, infatti, pone veramente al centro dell’attenzione il fatto che il compito di un’amministrazione è quello di risolvere i problemi del cittadino, e fa segnare un netto passaggio da una logica push – che parte dagli obiettivi dell’amministrazione – a una logica pull, in cui a trainare il risultato è proprio l’attesa che il cittadino ha nei confronti dell’amministrazione. Si tratta di un vero e proprio cambio di logica, di prospettiva.
  3. Il terzo ed ultimo aspetto che vorrei sottolineare riguarda una grande novità messa in luce dalla riforma: essa chiama in causa in modo inequivocabile chi deve rispondere ai cittadini delle azioni dell’ente, cioè gli amministratori. La definizione di ogni piano della performance deve necessariamente passare dagli amministratori, e il coinvolgimento diretto del livello politico è una grande opportunità per tutti. Sia per gli amministratori stessi, che possono darsi obiettivi e misurarsi con le attese dei cittadini; sia per i cittadini che possono vedere misurate le performance della politica non solo attraverso il voto, ma anche attraverso strumenti normativi (come la 150) mirati.

D. Nella sua doppia veste di referente ANCI e di direttore generale di un amministrazione comunale quali ritiene possano essere le criticità nell’attuazione della riforma da parte dei comuni?

R. Gli aspetti che in questo momento possiamo reputare maggiormente critici nell’attuazione della riforma sono due.
Il primo riguarda il contesto contingente. I numerosi tagli subiti dalle amministrazioni comunali, un patto di stabilità difficile, un quadro complessivamente problematico, non aiutano le pubbliche amministrazioni locali ad intendere l’attuazione della riforma come un’opportunità e non come una ulteriore complicazione. L’innovazione e il miglioramento richiedono, da parte di qualunque ente, degli sforzi e degli investimenti, sia dal punto di vista economico che da quello dell’impegno e il difficile momento  che si sta attraversando rischia fortemente di far intendere la riforma come un ostacolo e non come una opportunità di crescita.

La seconda criticità che a mio avviso va sottolineata è l’andamento un po’ “ a strappi” dell’attuazione della riforma. Alcuni cambiamenti e rimaneggiamenti successivi del testo normativo e quindi delle norme da applicare, hanno ingenerato una certa confusione nelle amministrazioni che, ad un certo punto, hanno avuto difficoltà ad individuare chiaramente quali fossero le “cose da fare”. Questa impasse ha centrato ancor di più l’attenzione delle amministrazioni sul dover applicare delle direttive non del tutto chiare, ed il “dover fare” – ai fini dell’applicazione della riforma – può essere stato percepito, in alcuni casi, come la necessità di compiere un adempimento piuttosto che come il cogliere una opportunità di miglioramento.

D. In questa prima fase di attuazione della riforma, ci sono esperienze significative di implementazione, tra i comuni? Quali azioni di supporto potrebbero essere utili per facilitare i comuni a cogliere le opportunità della riforma?

R. Circa 400 i comuni (rappresentanti il 32% della popolazione italiana) hanno partecipato  nell’ambito di un’iniziativa promossa dall’ANCI, nel corso del 2010, alla prima sperimentazione dell’applicazione della riforma. La disponibilità da parte delle amministrazioni a farsi coinvolgere nell’attuazione della riforma, nonostante le difficoltà di contesto e di iter di cui abbiamo già parlato, dimostra l’intenzione di utilizzare il decreto come leva per il miglioramento finalizzato ad ottenere impatti significativi sulla vita dei cittadini.
La mia personale esperienza con il comune di Reggio Emilia è positiva, perché la riforma ha sistematizzato una serie di iniziative relative alla valutazione delle performance dell’ente e del personale dirigente e non, che erano già state avviate.

Dal punto di vista delle azioni di supporto va certamente menzionata un’iniziativa attualmente in corso, promossa e coordinata dal Dipartimento della Funzione Pubblica nell’ambito del PON “Governance e Azioni di Sistema 2007-2013” e in linea con il decreto legislativo 150 del 2009. Il progetto “Valutazione delle performance, benchmarking e partecipazione dei cittadini per il miglioramento dei servizi pubblici” ha l’obiettivo di sostenere i comuni delle regioni obiettivo convergenza nell’attuazione della riforma attraverso la sperimentazione di strumenti e la produzione di  know how specialistico per l’attuazione del ciclo di gestione delle performance, nonché la realizzazione di percorsi di accompagnamento finalizzati alla diffusione e allo sviluppo di competenze specialistiche dedicate ai processi di pianificazione, misurazione, valutazione e miglioramento della qualità.

Ultimo aggiornamento:  26/11/2015

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