Intervista a Vittorino Ferla - Cittadinanzattiva

Il workshop “Valutazione civica e qualità urbana: un’analisi partecipata della sperimentazione”, che si è svolto a Roma lo scorso 5 luglio, ha rappresentato un momento di riflessione e di condivisione sul progetto sperimentale promosso dal DFP in collaborazione con Formez, Cittadinanzattiva e Fondaca (luglio 2010)

La partecipazione dei cittadini e il loro coinvolgimento ai fini del miglioramento della qualità dei servizi pubblici e del raggiungimento di una più efficace partnership con le amministrazioni sono stati i temi maggiormente dibattuti nel corso dei lavori. In particolare Vittorino Ferla, responsabile delle relazioni istituzionali di Cittadinanzattiva, ha offerto una prima lettura sui risultati della sperimentazione nei quattordici comuni aderenti ponendo l’accento su tre elementi peculiari di questa tipologia di valutazione, ovvero i soggetti coinvolti, gli strumenti utilizzati e i processi attivati.

D. Lei ha definito la valutazione civica sulla base di due momenti estremamente interconnessi, ricerca ed azione. A suo avviso questa esperienza è stata in grado di tradurre in azione i principi teorici legati al concetto di valutazione?

R.
Direi, più correttamente, che la valutazione civica è un’attività di interesse generale che nasce dall’esperienza di cittadini che partecipano al policy making. Non si tratta semplicemente di tradurre in azione dei principi teorici. Semmai, di ricavare metodologie verificabili e validarle. Sotto questo profilo, mi pare che questo progetto rappresenti una sperimentazione efficace.

D. Il workshop, che è stato volutamente costruito in base a logiche partecipative, ha fornito molti spunti di confronto e dibattito sul tema della partecipazione e del miglioramento della qualità dei servizi. Considerando che questa fase di sperimentazione si sta concludendo, quali sono, a suo avviso, i gap da colmare affinché vi possa essere, nel corso di un’eventuale estensione del progetto, una più ampia partecipazione dei cittadini ed un reale impatto sul miglioramento dei servizi?

R.
Queste sperimentazioni richiedono risorse importanti, non soltanto di tipo economico. Per esempio, in termini di tempo che tutti i soggetti del processo devono dedicare alla riuscita dell’iniziativa. Un altro tema importante è la disponibilità reale delle amministrazioni pubbliche a farsi coinvolgere nel processo. Se le amministrazioni emettono bandi, per esempio, i cittadini rispondono normalmente molto volentieri. Quanto al reale impatto, questo sarà il frutto dei piani di miglioramento che i comuni dovranno concordare con i cittadini che hanno partecipato. Insomma, il processo è complesso e la ricetta è fatta di molti ingredienti.

D. Un tema molto interessante che lei ha trattato nel corso del suo intervento è stato quello relativo al rapporto fra cittadino e istituzioni. Esperienze di questo tipo sono in grado, almeno potenzialmente, di fungere da leva per risollevare il livello di fiducia verso la pubblica amministrazione?

R.
Certamente sì. La logica della sussidiarietà, che sta anche nei processi di valutazione civica, si basa proprio sulla fiducia reciproca dei soggetti. Una responsabilità in più, sia per le amministrazioni che per le organizzazioni civiche.

D. I processi attivati dalla valutazione civica, a suo avviso, necessiterebbero, per una maggiore efficacia,  di un ciclo integrato e continuo nel tempo, inserito in una logica di negoziazione degli interessi e degli obiettivi fra pubbliche amministrazioni e relativi stakeholders?

R.
In linea di massima, sì, la continuità nel tempo dà serietà al processo e può garantire maggiori risultati finali. Attenzione, però: bisogna ricordare le ‘asimmetrie’, anche organizzative, che esistono tra cittadini e istituzioni. In sostanza, una eccessiva pianificazione delle attività può ‘fiaccare’ la partecipazione e può scivolare in una deriva ‘dirigista’, con il rischio di comprimere l’autonoma iniziativa dei cittadini. Sulla valutazione civica bisogna investire purché i cittadini non siano assorbiti, sic et simpliciter, nell’attività amministrativa.

D. Considerando che il 2011 sarà l’anno europeo delle attività volontarie che promuovono la cittadinanza attiva , quali pensa che possano essere le prossime fasi del percorso intrapreso?

R.
A livello ‘micro’, le prossime fasi riguardano la realizzazione delle azioni di miglioramento. Si tratta di passaggi assai rilevanti, altrimenti la sperimentazione diventa un semplice ‘esercizio’ e invece deve raggiungere risultati concreti in termini di trasformazione della realtà. A livello ‘macro’, è importante che la valutazione civica assuma una rilevanza strategica. Ciascuna amministrazione locale dovrebbe avere tutto l’interesse a coinvolgere la cittadinanza attiva nella cura dei beni comuni. Valutando la qualità urbana questo è possibile. A questo scopo, occorre riprodurre il più possibile questo percorso nei territori, cercando i partner più adatti e disponibili.

Per saperne di più sul workshop conclusivo della sperimentazione

Per saperne di più sulla sperimentazione della valutazione civica

Ultimo aggiornamento:  26/11/2015

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