Intervista ad Antonio Naddeo – Capo del Dipartimento della Funzione Pubblica

La competitività del Paese è fortemente condizionata dalla qualità dei servizi erogati dalle amministrazioni pubbliche. Vi sono settori, come quello della giustizia, particolarmente rilevanti per l’impatto, anche di natura economica, che hanno sul funzionamento del sistema Paese e sul rapporto di fiducia dei cittadini verso le istituzioni (novembre 2009)

Per tale ragione il Dipartimento della Funzione Pubblica e il Ministero della Giustizia stanno da tempo collaborando attraverso un’Unità strategica di livello nazionale.

D. Quali sono ad oggi i risultati di tale collaborazione?

R. E’ di fondamentale importanza che interventi di miglioramento organizzativo, guidati dai principi della qualità della gestione e da logiche di miglioramento continuo, inizino a diffondersi anche fra gli uffici territoriali della giustizia che, come tutte le amministrazioni pubbliche, sono organizzazioni sul cui funzionamento è possibile intervenire.
Coerentemente con tale finalità abbiamo avviato, di concerto con il Ministero della Giustizia, alcune iniziative importanti: un progetto Transnazionale/Interregionale per la "Diffusione di Best Practices negli uffici giudiziari italiani", l’adattamento del modello europeo CAF al settore giustizia e la sua sperimentazione.
L’idea di partenza è stata quella di intervenire sulla cultura organizzativa e dotare le organizzazioni della giustizia di strumenti che favoriscono pratiche di gestione più avanzate, avvalendosi dell’esperienza già realizzata in alcuni uffici territoriali del settore.
Attraverso il progetto di Diffusione di Best Practices, realizzato in collaborazione con le Regioni e con il supporto del FSE, 83 uffici giudiziari avranno l’opportunità di sperimentare quanto già realizzato dalla Procura della Repubblica di Bolzano per migliorare la qualità dei servizi erogati ai propri utenti e stakeholder. Inoltre, per disporre di uno strumento che gli uffici giudiziari italiani possano fare proprio ed utilizzare con facilità, è stata messa a punto, attraverso un tavolo tecnico costituito da esperti e referenti della giustizia e del Dipartimento, la personalizzazione del modello europeo CAF per il settore Giustizia.

Successivamente, attraverso il Laboratorio Caf Giustizia, 8 uffici giudiziari, hanno sperimentato l’uso del modello effettuando un percorso di autovalutazione assistito da esperti conclusosi con l’elaborazione di un Piano di Miglioramento.
I risultati di questa importante iniziativa, realizzata anche con il contributo fornito dagli analisti di organizzazione del Ministero della Giustizia, saranno presentati in occasione del seminario conclusivo delle attività del laboratorio che si terrà il 25 novembre presso l’Aula Magna della Corte di Cassazione di Roma.
La collaborazione, quindi, ha prodotto sinora importanti risultati ma, cosa ben più rilevante, le iniziative avviate hanno riscontrato un forte interesse da parte degli uffici territoriali della giustizia che hanno aderito numerosi, a queste e ad altre iniziative del Dipartimento rivolte alla generalità delle amministrazioni pubbliche come il concorso "Premiamo i risultati", evidenziando una sensibilità rispetto al tema della qualità delle performance e dei servizi che forse era stata sinora poco stimolata.

D. Quali altre iniziative saranno sviluppate in futuro per supportare e diffondere l’uso del CAF?
R. C’è naturalmente ancora molto da fare per rendere l’autovalutazione una pratica diffusa tra le organizzazioni della giustizia attraverso la quale promuovere il miglioramento continuo delle performance.
Nel corso del 2010 il Dipartimento della Funzione Pubblica continuerà a supportare le amministrazioni con le attività del Centro Risorse CAF, gestito dal Formez. Saranno diverse le opportunità offerte anche alle amministrazioni della giustizia:

  • materiali, informazioni, strumenti di lavoro ed assistenza a distanza a quanti decidano di applicare il CAF e avviare processi di autovalutazione, ma anche per consolidare il know how già acquisito e proseguire nei percorsi di miglioramento intrapresi;
  • il corso valutatori CAF dedicato ad approfondire la conoscenza del modello, le sue logiche e il processo di valutazione esterna;
  • l’avvio della nuova procedura europea di validazione del processo di autovalutazione CAF, per ottenere il riconoscimento di "Effective CAF user";
  • la terza edizione del premio Qualità PPAA per riconoscere e valorizzare le migliori performance delle organizzazioni pubbliche.

D. Secondo lei, che cosa caratterizza oggi un'amministrazione pubblica di qualità?

R. Un’amministrazione di qualità è un’amministrazione che valuta e migliora in modo continuativo le proprie performance organizzative, al fine di assicurare la qualità dei servizi erogati. Valutazione delle performance, della dirigenza, del personale, unitamente ad una forte attenzione alla customer satisfaction devono divenire il modo ordinario di funzionare di tutte le amministrazioni pubbliche, come ribadito dalla legge delega n. 15/2009 e dal relativo decreto legislativo di attuazione.

L'introduzione di logiche di valutazione che favoriscono il coinvolgimento e la partecipazione consapevole di tutto il personale promuove quel cambiamento culturale che è necessario avvenga nelle organizzazioni affinchè il miglioramento continuo diventi una realtà e produca livelli di soddisfazione adeguati negli utenti dei servizi pubblici e una performance complessiva di sistema che renda le amministrazioni un vero motore di sviluppo sociale ed economico.

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Ultimo aggiornamento:  26/11/2015

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