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“Whistleblowing” il DFP predispone un modello per segnalare gli illeciti

11 aprile 2014 – Il Dipartimento della funzione pubblica ha pubblicato, a supporto delle pubbliche amministrazioni, un modello per la segnalazione degli illeciti, ai sensi dell'art. 54-bis del d.lgs n. 165 del 2001.

Con l'entrata in vigore della Legge 190 del 2012 "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione", l'Italia si è dotata, per la prima volta, di un sistema organico di prevenzione della corruzione che prevede, fra le misure da adottare, l'introduzione della figura del c.d. whistleblower. Il whistleblower è colui che testimonia un’illecito o un’irregolarità sul luogo di lavoro (corruzione e/o altri reati contro la pubblica amministrazione, fatti di supposto danno erariale o altri illeciti amministrativi), durante lo svolgimento delle proprie mansioni, e decide di segnalarlo ad una persona o ad un’autorità che possa agire efficacemente al riguardo. Pur rischiando personalmente atti di ritorsione a causa della segnalazione, egli svolge un ruolo di interesse pubblico, dando conoscenza di problemi o pericoli all’ente di appartenenza o alla comunità.

A tutela del dipendente che denuncia l’illecito, la legge e il Piano Nazionale Anticorruzione (P.N.A.) prevedono l’obbligo per le amministrazioni di predisporre sistemi di protezione della riservatezza dell’identità del segnalante in ogni contesto successivo alla segnalazione

Il whistleblowing, di cui all’art.54 bis del d.Lgs. 165/2001 introdotto dall’art.1, comma 51 della citata legge 190, consiste nell’attività di regolamentazione delle procedure volte a incentivare e proteggere tali segnalazioni al fine di favorire il rafforzamento della cultura dell’integrità tra i dipendenti pubblici.

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Ultimo aggiornamento:  02/07/2013

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