Interviste

Disegnare servizi intelligenti con i cittadini. Il progetto SMARTiP a Bologna

Nell’ambito del programma europeo CIP (Competitiveness and Innovation Framework Programme) si sta implementando il progetto SMARTiP - Smart Metropolitan Areas Realised Through Innovation & People. Tra i partner, regione Emilia-Romagna e comune di Bologna che, nello specifico, sta lavorando al miglioramento dei servizi di infomobilità on line e su device mobile (dicembre 2011).

Abbiamo chiesto a Chiara Mancini, della direzione generale centrale organizzazione, personale sistemi informativi e telematica della regione Emilia-Romagna e referente del progetto, di guidarci in una lettura dell’iniziativa in termini di customer satisfaction management, con un’attenzione particolare alle tecniche adottate in fase di co-design.

Ci presenta brevemente il progetto SMARTiP  2010-2013 ?

Il progetto SMARTiP rientra nel CIP - Programma quadro europeo per competitività e innovazione - ed è orientato a migliorare e valorizzare i servizi e le infrastrutture esistenti. L’aspetto distintivo è che con SMARTiP si punta al coinvolgimento della cittadinanza nella produzione e realizzazione di servizi in “città intelligenti”. A tal fine è stato predisposto un consorzio formato da 12 partner che lavorano su progetti pilota, realizzati operativamente in diverse città europee: Manchester, Bologna, Gand, Colonia e Oulu (in Finlandia). Ogni partner di progetto è focalizzato su un’area di intervento: Colonia su partecipazione al budget, Manchester su un percorso di smart engagement  in tema di inquinamento, Gand su cultura e mobilità e Oulu sul mondo delle imprese. Bologna si focalizza sulla mobilità intelligente. Il progetto prevede esplicitamente attività e modelli di riuso di metodologie e servizi. 

Perché la regione Emilia Romagna partecipa ad un progetto come SMARTiP?

La regione Emilia – Romagna già nel 2008 ha avviato un gruppo di lavoro sul co-design dei servizi on line destinati alla cittadinanza, nell'ambito di un’iniziativa  più ampio sul riuso dei servizi di egovernment. Il coinvolgimento del cittadino è centrale nella visione di qualità del servizio on line che abbiamo in regione ed è un elemento sui cui stiamo lavorando molto anche con i comuni. Nella nostra strategia, il coinvolgimento della cittadinanza parte dal capire quanto i cittadini sono soddisfatti e quali sono le funzionalità dei servizi di egovernment che ritengono rilevanti ed essenziali, per poi coinvolgerli in attività di testing vero e proprio. Attualmente in Emilia–Romagna abbiamo un gruppo di lavoro di enti locali che si sta  fortemente occupando di co-design dei servizi on line, all’interno del quale abbiamo messo a punto una serie di strumenti e modelli da condividere. 

Nel progetto SMARTiP il tema per la città di Bologna è  la "mobilità intelligente. Ci spiega come è stato disegnato il processo di coinvolgimento dei cittadini?  

L’obiettivo per Bologna è quello di ridisegnare i servizi di infomobilità on line e su device mobile. Bologna ha una infrastruttura di sensori sparsi per la città che raccolgono dati di natura diversa, collegati alla mobilità cittadina. Quello a cui stiamo attualmente lavorando è lo sviluppo di una piattaforma customizzata sulle esigenze e le priorità dei cittadini, attraverso cui  rendere disponibili i dati. Dunque, si sta lavorando in primo luogo per capire quali sono, date le esigenze e le possibilità del comune e  i bosogni e le richieste dei cittadini, cioè i dati che effettivamente servono. In secondo luogo si sta lavorando per capire quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere la piattaforma in cui questi dati confluiscono, per poi renderli disponibili in una logica di piena customizzazione del servizio di infomobilità. I cittadini partecipano così alla fase di co-design, ma non solo. Infatti, i cittadini stessi, per alcune categorie di dati, saranno i sensori del sistema, avendo la possibilità di inserire i dati nella piattaforma e di rielaborarli, aggregandoli e restituendoli secondo la lettura più utile. I dati, infatti, saranno resi disponibili in formato aperto.

Dunque, attualmente siamo in piena fase di co-design. Attraverso quali strumenti vengono coinvolti i cittadini?

Abbiamo previsto una serie di diversi passaggi. Un primo momento è stato il sondaggio attraverso i social network. Si è trattato di un piccolo questionario di orientamento sui bisogni della cittadinanza. In questa fase il questionario è stato sottoposto da un lato a due community generaliste ben radicate, Tagbolab e Iperbole, dall’altro a un insieme di community legate ai temi della mobilità che fanno riferimento a Bologna e alla zona circostante. Da qui abbiamo raccolto una prima serie di indicazioni. Come secondo passaggio abbiamo previsto una indagine telefonica, che attiveremo nelle prossime settimane e in cui andremo a riproporre in maniera più approfondita i temi sondati nell’indagine mediante social media. Nello specifico, sarà suddivisa in tre parti: un approfondimento socio-demografico, un approfondimento sull’uso delle tecnologie, un approfondimento sui servizi legati all’infomobilità che si ritengono di interesse e importanti.  Infine, per la parte di sviluppo vero e proprio della piattaforma, dove confluiranno i dati e i servizi di infomobilità collegati, la città di Bologna sta portando avanti dei veri e propri living labs per raccogliere dai cittadini – utenti indicazioni, esigenze e suggerimenti per progettare le funzionalità più vicine ai bisogni emergenti.

In questo processo di co-design, quali elementi sottolineerebbe come più innovativi?

Ciò che differenzia questa esperienza da cose fatte in passato è che, durante la prima fase, nell’intercettare i cittadini presenti sui social media ci siamo avvalsi di facilitatori, andando a cercare gli utenti in gruppi già esistenti. Non abbiamo aperto piazze sugli spazi on line presidiati dall’amministrazione, perché la nostra intenzione era raccogliere i contributi direttamente dalle piazze on line già presenti e vivaci. E direi, a giudicare dai risultati, che questa strategia si è dimostrata vincente: nell’arco di un paio di settimane abbiamo avuto un ritorno di 688 questionari. L’indagine telefonica, che abbiamo previsto come passo successivo, ci darà informazioni e profilazioni più dettagliate. 

Quale è in sintesi il risultato finale atteso da un progetto come SMARTiP? 

Il risultato di questo progetto, per il comune di Bologna, sarà una riprogettazione dei servizi di infomobilità on line e su device mobile, sulla base delle indicazioni ricevute dai cittadini. Praticamente si tradurrà in una piattaforma altamente innovativa e customizzata sulle esigenze di ciascun cittadino. Una piattaforma che si configurerà di fatto come un collettore di servizi e canali integrati, da cui ogni cittadino potrà “estrarre” il servizio di infomobilità tagliato sulle proprie esigenze specifiche. 

E’ un progetto che punta decisamente sulle logiche e le tecnologie del web 2.0. Perché?

Abbiamo puntato sulle logiche del 2.0 perche ci sembra che i tempi siano maturi per gestire un determinato tipo di processo e relazione con la cittadinanza attraverso questi canali. L’unica perplessità, di cui abbiamo cercato di tener conto, è che la popolazione social non è necessariamente rappresentativa della cittadinanza tout court. Detto questo, ci siamo rivolti principalmente alle community on line perché, oltre a raggruppare generalmente cittadini con più alta reattività e motivazione alla partecipazione, raggruppano anche quei cittadini che più facilmente possono utilizzare il tipo di servizi di infomobilità che abbiamo in mente.  Proprio per potenziare al massimo il processo partecipativo, rispettando una vera logica 2.0, abbiamo introdotto la figura del facilitatore, per evitare ogni rischio di autoreferenzialità.

Ultimo aggiornamento:  28/06/2013

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