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Tecnologie digitali e pubbliche amministrazioni: strumenti ed esperienze per una better governance

Si è tenuto lo scorso 12 dicembre a Siena presso il dipartimento di scienze della comunicazione dell'università di Siena l'evento Internet Better Governance, organizzato in collaborazione con fondazione sistema Toscana e con l'associazione italiana per la comunicazione pubblica e istituzionale (gennaio 2012)

L'iniziativa, ideata dal dipartimento di scienze della comunicazione dell'ateneo senese, si proponeva di analizzare l'impatto di internet e delle tecnologie digitali nel rapporto tra amministrazioni pubbliche e cittadini, attraverso la sperimentazione di forme innovative di comunicazione, relazione e partecipazione, abilitate dal web 2.0 e dai social media, con l’obiettivo di tendere verso una “better governance”, coordinata dalle istituzioni pubbliche.

A parlare di questi temi, esperti di pubblica amministrazione, tecnologie e comunicazione, provenienti sia dal mondo delle professioni che dall'accademia,che hanno contribuito a creare un evento di successo, al di fuori degli schemi tradizionali di un normale convegno, sia per la presenza di circa 200 utenti collegati in diretta web per seguire i lavori, che per il supporto di una social media task force che ha diffuso i temi dell'evento nel web sociale, coinvolgendo i partecipanti nella produzione di oltre 800 tweet pubblicati durante tutta la giornata.

Molti i temi trattati, legati dal filo rosso dell'individuazione critica delle condizioni e dei fattori abilitanti per migliorare il rapporto tra amministrazioni e cittadini grazie alla digitalizzazione e alle piattaforme partecipative.
Ad aprire la giornata un contributo di David Osimo, direttore di Tech4i2 limited, che si è soffermato sui nuovi modelli di governance collaborativa presenti nel contesto internazionale, mettendo in luce le diverse componenti che contribuiscono alla nascita di innovative forme di collaborazione e partecipazione tra PA e cittadini. Molto interessante nell'analisi di Osimo è stata l'ibridazione di modelli di collaborative governance top-down promossi dalle amministrazioni, con modelli bottom up di diretta emanazione dei cittadini, facenti leva su processi di crowdsourcing e su forme di self-help tra i cittadini stessi.

Franca Faccioli, docente della Sapienza Università di Roma, ha invece messo in luce l'importanza delle competenze richieste a chi deve comunicare questo passaggio epocale della PA, nel suo rapporto con cittadini, interlocutori ormai sempre più alfabetizzati tecnologicamente e stanchi di avere di fronte amministrazioni poco trasparenti nelle decisioni e nell'assunzione di responsabilità.

La giornata si è successivamente concentrata su tre sotto-temi di grande interesse nel settore pubblico:

  • l'open data e l'open government;
  • il rapporto tra amministrazioni pubbliche e social media;
  • il grande sviluppo di servizi digitali e di applicazioni per la PA.

Su open data e open government hanno contribuito al dibattito Ernesto Belisario, presidente dell’associazione italiana per l’open government, e Ugo Bonelli, e-government policy analyst. I due relatori hanno messo in luce come l'open data sia ormai un fattore fondamentale per lo sviluppo del nostro paese. Un movimento quello per l'open gov che in poco tempo ha portato all'affermarsi di nuove pratiche e soluzioni di pubblicazione e uso dei dati pubblici, riconosciute per il loro valore a livello internazionale e recentemente recepite dalla normativa italiana.

Sul tema dei social media e del loro utilizzo nel settore pubblico, Claudio Forghieri, responsabile della rete civica del comune di Modena, e Adriana De Cesare di fondazione sistema Toscana, hanno evidenziato la pervasività di questi mezzi nella popolazione italiana, e in particolare nelle fasce giovanili, mettendola in relazione con le diverse forme di colonizzazione del web sociale intraprese dalle amministrazioni pubbliche, che hanno infatti già da qualche tempo cominciato ad aprire profili e pagine sui principali media sociali quali Facebook, Twitter o YouTube. A fronte di casi di studio di eccellenza che hanno consentito di rinnovare strutture di relazione e comunicazione con l'utenza o di attivare la partecipazione dei cittadini, esistono però anche molte improvvisazioni comunicative, figlie dell'effetto traino dei mass media e dei capricci di politici in cerca di visibilità. Il risultato sono bacheche aperte e poi abbandonate in balia dei commenti di cittadini che forniscono un'immagine pessima delle amministrazioni e della loro comunicazione istituzionale online. Forghieri ha perciò evidenziato come la presenza delle PA sui social media richieda un salto di qualità, una strategia ben definita che preveda obiettivi chiari e condivisi con i vertici, e che sia armonizzata con le altre iniziative di comunicazione dell'ente. Inoltre i social media possono rappresentare anche terreni per attivare nuove forme di ascolto e di raccolta del feedback, oltre che ambiti per sperimentare tecniche di rilevazione della citizen satisfaction sui servizi pubblici.

L'ultimo tema trattato è stato quello dei servizi innovativi e delle "app” per la PA.

Gianni Dominici, direttore generale di ForumPA, ha evidenziato come le tecnologie digitali stiano modificando profondamente la struttura e l'organizzazione delle nostre città che si presentano sempre più come smart city che abilitano forme nuove di erogazione dei servizi e di distribuzione delle informazioni. Questa infrastruttura tecnologica, e la correlata disponibilità di informazioni, è estremamente rilevante nella vita quotidiana dei cittadini ma può divenire fondamentale e strategica in casi di emergenza e gestione di calamità naturali che sempre più spesso coinvolgono il nostro territorio. Stefano Epifani, docente di comunicazione della Sapienza Università di Roma, ha invece affrontato il tema della nascita delle app, legate, ad esempio, all'uso dei servizi di pubblica utilità o alla promozione del turismo, ribadendo come l'ubiquità delle connessioni wireless e il grande successo di internet sui dispositivi mobile, quali  cellulari e tablet, stiano creando nuove pratiche e nuovi usi sociali che le amministrazioni devono essere in grado di cogliere e analizzare per offrire servizi multicanale e citizen oriented.

Sono due gli elementi che emergono dai contributi dei relatori e dalle numerose interviste video proiettate in aula. Da un lato il fatto che i cittadini sono sempre più protagonisti in questa fase di profondo rinnovamento delle amministrazioni.Si tratta di una nuova consapevolezza che si manifesta sia nelle emergenti modalità di ricerca delle informazioni di pubblica utilità, che nella definizione dell'offerta dei servizi e delle policy pubbliche. Le tecnologie digitali e i media sociali consentono ai cittadini connessi alla rete di divenire interlocutori attivi nel dibattito pubblico, facendo sentire con forza la propria voce e richiedendo alle amministrazioni impegno e investimenti in un'ottica di trasparenza, accountability e aumento della partecipazione.

Il secondo elemento, strettamente legato al primo, è quello di chi deve e dovrà gestire queste trasformazioni nella PA. Si apre, in altre parole, il tema dei profili professionali necessari per gestire strategicamente la presenza della PA su internet e sulle piattaforme partecipative, oltre che per implementare forme nuove e bidirezionali di dialogo con i cittadini, con i media e gli stakeholder. Si pone quindi con forza, non solo il problema del reclutamento di nuove figure professionali, ma anche quello della formazione di chi già lavora all'interno delle amministrazioni pubbliche.

E se la recente normativa italiana ha fornito indicazioni precise e importanti per accelerare questo processo verso il digitale, sono comunque ancora molte amministrazioni che hanno difficoltà a comprendere la portata rivoluzionaria e il valore di questi cambiamenti. Per questi motivi, eventi come Internet Better Governance costituiscono un concreto contributo per accrescere la consapevolezza di quanto sia importante e necessario per le amministrazioni  aprirsi a queste nuove modalità di interazione per raggiungere maggiore trasparenza, dialogo e fiducia dei cittadini.

Per accedere alla registrazione video degli interventi

(Approfondimento a cura di Alessandro Lovari, dipartimento di scienze della comunicazione, università di Siena -  alessandro.lovari@unisi.it )

Ultimo aggiornamento:  28/06/2013

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