Interviste
Basare le scelte su elementi oggettivi: il ruolo dell’Osservatorio per il monitoraggio degli effetti sull’economia delle riforme della giustizia
19 giugno 2015 - Abbiamo intervistato Daniela Piana, professore ordinario dell’Università degli Studi di Bologna e membro dell’Osservatorio per il monitoraggio degli effetti sull’economia delle riforme della giustizia, per illustrare ruolo e funzioni dell’organismo ministeriale.
L’Osservatorio per il monitoraggio degli effetti sull’economia delle riforme della giustizia opera da un anno. La Prof.ssa Daniela Piana nell’intervista ne presenta le caratteristiche, le attività e gli obiettivi.
Come è nato l'Osservatorio
L’Osservatorio è stato istituito nel giugno del 2014 per iniziativa del Ministro Orlando e attraverso il concreto supporto del Gabinetto. È presieduto da Paola Severino, presidente della LUISS School of Law, che in passato, dal novembre 2011 all’aprile 2013, ha ricoperto il ruolo di Ministro Guardasigilli.
Quale è la sua mission e da chi è composto
Il Ministero della Giustizia in questi anni ha avviato un percorso finalizzato all’elaborazione di proposte, interventi e riforme ancorate alla conoscenza effettiva della realtà, attraverso lo sviluppo di analisi puntuali e dettagliate del territorio.
Di pari passo, inoltre, si sta avviando un dialogo con tutti gli attori del mondo della giustizia, per acquisire pareri, ipotesi, idee che consentano una successiva (autonoma) formulazione da parte degli attori politici di soluzioni efficaci e in linea con le effettive esigenze della collettività. Si tratta di una logica di azione basata sul coinvolgimento e l’ascolto che dovrebbe favorire la nascita di percorsi di cambiamento capaci di rispondere in modo più adeguato alle funzionalità e alle criticità effettive del sistema giustizia e altresì in grado di incontrare meno resistenze per poter essere realizzati.
Ci siamo allineati, così, agli approcci europei. È questa, infatti, la ricetta intrapresa con successo da altri Stati dell’Unione, si pensi ad esempio al caso belga o a quello olandese, in cui sono stati portati avanti processi di ripensamento del settore giudiziario fondati su questa prospettiva.
L’Osservatorio è un tassello di questa strategia. È uno strumento che si inquadra nell’impostazione che il Ministero si è voluto dare. Ha l’obiettivo di valutare l’impatto che le riforme hanno sul mondo della giustizia. È importante sottolineare che per riforme non si intendono solo quelle legate all’introduzione di nuove norme, ma più in generale tutte quelle azioni di cambiamento che intenzionalmente incidono su dimensioni importanti del funzionamento degli uffici giudiziari, fra le quali sono comprese anche quelle organizzative e tecnologiche. L’obiettivo è di capire come sta migliorando il settore, focalizzando l’attenzione non solo su alcune variabili di grande interesse, come ad esempio la lunghezza dei processi, ma più in generale sul miglioramento organizzativo e in generale sulla qualità della giustizia, così come viene resa a cittadini e imprese.
All’interno dell’Osservatorio agiscono operatori istituzionali di diverso livello. Tutti hanno un incarico gratuito e non retribuito. In linea con la mission e le modalità di azione, le competenze presenti sono interdisciplinari. Non vi è alcun membro che ricopre il ruolo di magistrato, questo per garantire maggiormente il senso di terzietà che la struttura deve avere. Con la magistratura, è bene sottolinearlo, abbiamo comunque un dialogo strutturato e costante, poiché il confronto con questi attori rappresenta un elemento potante della nostra metodologia.
Come è strutturato l’Osservatorio
L’Osservatorio opera sulla base di una composizione permanente. Al suo interno in relazione ai diversi temi affrontati vengono composti dei gruppi di lavoro, formati da membri che appartengono esclusivamente alla struttura. Nella realizzazione delle attività di ricerca e di analisi, ad ogni modo, ci si può avvalere, previa autorizzazione, di figure esterne (esperti, docenti universitari, attori privilegiati, ecc). Questa norma è stata seguita dai diversi gruppi di lavoro come ad esempio quello che si è occupato di monitorare l’istituzione Tribunale imprese.
Di cosa si è occupato il gruppo di lavoro al quale ha partecipato
Il gruppo di lavoro che mi vede coinvolta si è occupato di analizzare i risultati conseguiti dal programma interregionale transnazionale “Diffusione delle Best Practices negli uffici giudiziari italiani (DBP)”. La strutturazione del gruppo rispecchia in pieno i principi di interdisciplinarietà evidenziati in precedenza. Le persone che vi fanno parte, infatti, sono: il Consigliere Pia Marconi, Capo del Dipartimento della Funzione Pubblica; il prof. Federico Butera, esperto di organizzazione che ha partecipato da vicino alle attività del programma, la sottoscritta, che aggiunge il suo contributo di studiosa comparatista dei sistemi giudiziari europei e delle politiche europee di qualità della giustizia.
Quali sono i risultati emersi dalle analisi effettuate
Abbiamo realizzato una analisi dettagliata messa a disposizione dell’Osservatorio, costruita utilizzando diverse fonti. Innanzitutto quelle fornite dalla banca dati RisorsePerLaGiustizia.it. Una disponibilità di informazioni significativa che è stata incrociata con i dati del Ministero della Giustizia, ricavati dal datawarehouse disponibile dal settembre 2014, che ci ha permesso di avere alcune notizie importanti relativi ad esempio ai tassi di ricambio e ai tempi dei processi.
Ci siamo focalizzati, seguendo il disegno della ricerca, prima di tutto sull’intero sistema giudiziario, considerando l’universo degli Uffici giudiziari, di seguito l’attenzione è stata posta sui soli Uffici DBP, cui è seguita un’analisi qualitativa in profondità solo su alcune realtà, scelte attraverso alcune variabili, per capire i fattori che hanno facilitato il successo del programma. Abbiamo anche cercato di capire quali elementi hanno potuto fare la differenza non solo in termini di risultato ottenuto, ma soprattutto di sostenibilità degli interventi realizzati.
Quali direttrici e strumenti di innovazione l'osservatorio propone per supportare l'innovazione nella giustizia italiana.
L’Osservatorio non ha tra le sue finalità quelle di formulare proposte di politica pubblica, si tratta di aspetti che attengono al Ministro. Tuttavia, proprio per l'orientamento che il ministero ha voluto dare ai suoi interventi, le conoscenze di metodo e di merito che vengono elaborate all'interno dell'Osservatorio sono immediatamente rese disponibili a chi prendere le decisioni in modo che possa orientare gli interventi secondo un approccio “evidence-based”. Ci sono delle conoscenze di carattere metodologico che le scienze portate all'interno dell'Osservatorio da ciascuno dei suoi componenti offrono al sistema giudiziario. E' in questo snodo, fra conoscenza empirica e progettualità istituzionale, che il nostro contributo intende dispiegarsi.
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