Interviste
Il Processo Civile Telematico: un'opportunità per la giustizia civile. Intervista all'ing. Giulio Borsari
10 aprile 2014 - Abbiamo intervistato l'ing. Giulio Borsari, funzionario informatico della DGSIA - Ministero della Giustizia, per riflettere sull'l'impatto che hanno i nuovi servizi telematici sulla reale organizzazione degli uffici giudiziari, sulle caratteristiche del modello di diffusione seguito e sugli elementi sui quali si dovrebbero basare le azioni future.
D. Che cosa è il Processo Civile Telematico e quali sono i principali vantaggi ad esso connesso?
R. Il Processo Civile Telematico - PCT è il piano di eGovernment per la giustizia civile italiana che implementa una serie di servizi fruibili via internet e disponibili agli attori del processo (avvocati, professionisti, magistrati e cancellieri) nonché alle altre parti inte-ressate (cittadini e imprese) mettendo a disposizione un’infrastruttura al massimo livello di sicurezza e riservatezza per:
• consultare i registri e il fascicolo;
• depositare gli atti in formato elettronico;
• ricevere le comunicazioni e le notificazioni elettroniche;
• effettuare on-line il pagamento dei diritti dovuti.
Il PCT, spingendo ad una progressiva dematerializzazione degli atti del processo civile, porta ad ottenere una serie di benefici che vanno dalla riduzione dei tempi di definizione dei processi ad un più immediato reperimento dei documenti; da un riuso di dati e documenti in tutte le fasi processuali al risparmio di carta e di spazio/archivi.
D. Che impatto ha il PCT sull'organizzazione e sui tempi di lavoro?
R. Accanto ai benefici già menzionati, altri sono i vantaggi connessi al PCT che possono avere una ricaduta sui processi di lavoro:
• la delocalizzazione delle attività processuali, con la conseguente riduzione degli spostamenti dei professionisti e di tutti i protagonisti del processo civile;
• l'estensione e la razionalizzazione dei servizi di cancelleria, con una forte riduzione di tutti i tempi di lavoro delle cancellerie (aggiornamenti in tempo reale dei registri, comunicazioni immediate alle parti);
• l'azzeramento dei tempi di risposta tra le parti, nello scambio di memorie o di altri atti endo-processuali.
La disponibilità di un archivio giurisprudenziale di merito (sentenze, ordinanze e decreti) in formato elettronico ricercabile consente, infine, un’immediata conoscibilità degli orienta-menti e incrementa l’effetto deflattivo nell’introduzione di nuovi procedimenti.
Più in particolare, il magistrato, attraverso la propria “consolle” – che gli permette di redigere provvedimenti in formato nativo digitale, tenere sotto controllo il proprio ruolo, mantenersi in dialogo telematico con la cancelleria e gli altri giudici della sezione, visualizzare scadenze ed effettuare estrazioni statistiche personalizzate e ricerche – ottiene un incremento della propria produttività, essendogli possibile depositare i provvedimenti anche da casa, di lavorare da remoto e di rendere immediata risposta alle istanze delle parti durante lo sviluppo del processo. Di particolare rilevanza è la possibilità per il giudice di accedere, rapidamente ed efficacemente, alle decisioni prese e agli orientamenti adottati da altri giudici sulle materie in cui è chiamato a decidere, grazie alla ricerca giurisprudenziale integrata nella consolle del magistrato.
D. Perché il PCT ha avuto successo ed è diventato una soluzione nazionale pre-sto obbligatoria ed altre soluzioni informatiche, invece, non hanno avuto analogo esito?
R. Il PCT non è solo un sistema informatico o una soluzione applicativa, ma un piano di eGovernment che fin dall’inizio ha contemplato tutti gli aspetti e i flussi del processo civile. C’è quindi stato dal principio un ben definito quadro normativo e organizzativo, di cui le scelte funzionali e gli sviluppi tecnologici sono la conseguenza e non la genesi.
L’impianto informatico risultante è basato sui seguenti capisaldi:
• inserimento del dato una sola volta da parte dell’autore, con le informazioni strutturate che alimentano in automatico le base dati di tutti gli attori;
• l'interoperabilità con sistemi e applicazioni esterne (in primis quelle dei tantissimi professionisti attori del processo, ma anche con le Camere di Commercio, l’Agenzia delle Entrate, INPS/INAIL, ecc.);
• l'immediatezza per la cancelleria, attraverso l’integrazione delle funzioni telematiche nei preesistenti sistemi di gestione del registro informatizzato.
D. Si può parlare di Best Practices nell' applicazione del PCT: esistono uffici ed ordini che hanno inventato soluzioni vincenti?
R. Certamente. Grazie all’impostazione aperta ed interoperabile dell’impianto tecnologico, gli ordini professionali, ma più in generale il mercato, hanno potuto realizzare soluzioni di indubbia praticità ed efficacia per i professionisti. Sul piano organizzativo e pratico, in molte sedi i magistrati, i cancellieri e gli avvocati lavorano insieme per sfruttare al meglio le soluzioni tecnologiche e adattare le proprie prassi.
Per quanto il Ministero non entri nel merito delle soluzioni proposte dal mercato, siamo a conoscenza che varie software house propongono strumenti unici che integrano molteplici servizi in grado di interagire on-line con i sistemi degli uffici giudiziari. Alcuni ordini, ad e-sempio, hanno scelto di fornire, oltre agli strumenti, servizi di supporto specializzati, efficaci ed efficienti.
D. Il Processo Civile Telematico e le soluzioni negli altri paesi europei: come sempre siamo noi a dover imparare buone pratiche o questa volta siamo noi all'avanguardia?
R. Avendo l’onore di coordinare i progetti europei della mia direzione e di partecipare ai tavoli istituzionali dell’Unione Europea, ritengo di poter affermare che il PCT rappresenta una soluzione di avanguardia, in quanto la sua architettura contempla tutti i requisiti di si-curezza al massimo livello (identificazione, firma digitale, cifratura, ecc.) ed è rivolta ad un numero di soggetti, soprattutto avvocati, molto superiore a quello degli altri Stati membri.
L’infrastruttura del PCT conferma la sua validità essendo stato possibile, con costi e tempi molto contenuti, collegarla con i sistemi di altri Stati membri attraverso la piattaforma co-mune realizzata nell’ambito del progetto europeo e-CODEX . Più che altre soluzioni, il PCT dovrà evolversi – oltreché per un fisiologico e continuo adeguamento alle moderne tecnologie – per fornire sempre più servizi telematici e di interoperabilità alle imprese, ai cittadini e alle pubbliche amministrazioni.
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