E-government Benchmark Report, aumenta la disponibilità di servizi on line nell’UE
Dal 2009 al 2010 la disponibilità media dei servizi pubblici on line è passata dal 69 all’82%, e cresce di conseguenza il numero di cittadini e di imprese che possono utilizzarli, con una notevole riduzione dei costi per le PA. Restano però disparità tra i diversi paesi
La ricerca, effettuata a partire dal 2001, ha come obiettivo il confronto dei progressi e delle buone pratiche dei paesi europei nell’ambito dei servizi pubblici messi a disposizione di cittadini e imprese tramite il web. L’analisi riguarda oltre 10 000 siti web dei 27 Stati membri dell’UE nonché di Croazia, Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia.
L’analisi valuta 12 servizi fondamentali disponibili online per i cittadini (dichiarazione dei redditi, ricerca di lavoro, prestazioni di sicurezza sociale, documenti personali, registro automobilistico, richiesta di licenza edilizia, dichiarazioni alla polizia, biblioteche pubbliche, certificati di nascita e di matrimonio, iscrizione a scuole superiori, comunicazione di trasloco, servizi sanitari) e 8 servizi pubblici online per le imprese (contributi sociali per i lavoratori dipendenti, tassa sulle imprese, IVA, registrazione di una nuova impresa, trasmissione di dati all’Ufficio statistico, dichiarazioni doganali, autorizzazioni in materia di ambiente, appalti pubblici).
Disponibile online oltre l’80% dei servizi pubblici fondamentali. La disponibilità via web di 20 servizi pubblici fondamentali (ad esempio il registro automobilistico, la dichiarazione dei redditi o la registrazione di una nuova impresa) ha raggiunto l’82% nell’intera Europa ed è quindi notevolmente aumentata rispetto al 69% del 2009. I migliori risultati sono stati conseguiti in Austria, Irlanda, Italia, Malta, Portogallo e Svezia, dove questi servizi sono integralmente disponibili online.
Qualità dei servizi. Il report focalizza l’attenzione sui servizi di recruitment e sulla creazione di nuove imprese, analizzado in particolare le modalità con cui le amministrazioni riducono le formalità burocratiche per rendere disponibile, in modo semplificato, l’intera gamma di servizi pubblici necessari per avviare un’impresa o per trovare un lavoro. In Austria, Danimarca, Estonia, Irlanda, Svezia e Regno Unito il 55% dei servizi necessari per avviare un’impresa è fornito tramite portale web o in modo automatico, mentre solo il 46% dei servizi di recruitment viene erogato on line.
E-procurement. Il 70% delle amministrazioni pubbliche ha iniziato a lavorare con gli appalti elettronici, ma la bassa percentuale di utilizzo complessivo (pari, secondo le stime più favorevoli, al 5% di tutti gli appalti) non permette ancora di constatare particolari benefici. Se gli appalti elettronici fossero integralmente disponibili e più utilizzati, sugli acquisti pubblici si potrebbero realizzare risparmi dell’ordine del 30% circa.
Piccoli comuni, meno servizi online. Per la prima volta la relazione si interessa anche alla dimensione regionale e locale dell’eGovernment, mettendo in risalto le disparità esistenti nei diversi paesi. Per i servizi prestati principalmente a livello locale, i piccoli comuni propongono soltanto la metà dei servizi online disponibili nei comuni più grandi