Tema: Comunicazione pubblica

La comunicazione pubblica tra certezze e attese

di Alessandro Rovinetti

Dopo la pubblicazione nei giorni scorsi dell'articolo del Presidente della FERPI (Federazione relazioni pubbliche italiana) Toni Muzi Falconi, riceviamo sullo stesso tema l'intervento del Segretario dell'Associazione Italiana della comunicazione pubblica e istituzionale, Alessandro Rovinetti, che volentieri pubblichiamo. Ci sembrano entrambi utili contributi ad una discussione aperta tra i professionisti della comunicazione pubblica dopo la recente approvazione del regolaemnto attuativo dell'art. 5 della legge 150/2000 con D.P.R. 21.9.2001, n. 442. Discussione alla quale questa rivista vuole offrire un luogo aperto e libero di confronto.
 
La Redazione di Pubblic@ndo



Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di martedì 4 dicembre del secondo regolamento attuativo della legge 150 si chiude una fase importante per la comunicazione pubblica.

Una fase avviata da un confronto serrato e costruttivo volto a legittimare nella Pubblica Amministrazione attività sempre più strategiche come l'informazione e la comunicazione. Proseguita, dopo l'approvazione della legge, da un dibattito decisamente strumentale sull'opportunità di tale provvedimento.

Non intendo riaprire una polemica autorevolmente chiusa dal ministro Frattini che, inaugurando l'ottava edizione di COM-P.A., ha dichiarato: "la legge c'è e ora bisogna attuarla".

Se oggi tutti concordano sulla "grande opportunità di formazione" che la legge offre e "sulle nuove professioni" che mette in campo non saranno i comunicatori pubblici a rivendicare titoli di merito o stonate promogeniture.

Desidero però sottolineare la coerenza dell'Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica ed Istituzionale che più di altri, anche se non da sola, si è battuta per un provvedimento che non escludesse nessuno ma legittimasse e valorizzasse esperienze e professionalità inevitabilmente diverse e non riconducibili ad una sola tecnica o a un'unica disciplina.

L'impegno e la coerenza sin qui dimostrati intendiamo riconfermarli nell'imminente avvio dei percorsi formativi che, in alcuni casi, sembrano segnati da un qualche eccesso di disinvoltura scientifica.

Praticheremo coerenza ed impegno anche quando si tratterà di applicare nelle singole Amministrazioni la legge 150. E anche per questo abbiamo chiesto l'emanazione di una direttiva che, così come accadde nel 1994 per gli Uffici per le Relazioni con il Pubblico, acceleri e faciliti l'attuazione della nuova normativa.

Assicuriamo quindi alle migliaia di comunicatori pubblici che già operano nella Pubblica Amministrazione e a tutti coloro che sono interessati a lavorare nel sistema della comunicazione pubblica che vigileremo perché nessuno riesca a strappare ciò che la legge gli ha negato e che ci opporremo ad anacronistiche commistioni tra comunicazione istituzionale e comunicazione politica.

Anche per questo la nostra Associazione ha proposto al ministro Franco Frattini, trovando come sempre attenzione e sensibilità, la costituzione di una struttura permanente presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, incaricata di monitorare e verificare l'attuazione della legge 150.

Non si tratta, si badi bene, dell'ennesimo "osservatorio" troppo spesso destinato a svolgere una semplice funzione notarile ma di uno strumento che mentre "fotograferà" l'esistente suggerirà correttivi, avanzerà soluzioni, si muoverà animato da un forte principio di realtà e con una altrettanto forte capacità propositiva.

Adesso, il nostro impegno prioritario è teso a definire con certezza lo status giuridico dei comunicatori pubblici e degli altri professionisti della comunicazione attraverso l'avvio di una contrattazione collettiva capace di individuare nuovi profili professionali e collegarli alle strutture previste dalla nuova normativa.
Non siamo di fronte a banali questioni di bottega ma al tentativo di rendere coerente e conseguente il processo normativo, organizzativo e giuridico prefigurato con la legge 150.

Cercando di evitare quell'atteggiamento schizofrenico che spesso accompagna l'innovazione e il cambiamento nel settore pubblico e che ha origine dall'incapacità di saper coniugare le nuove opportunità indicate dalla norma con i comportamenti burocratici.

Quest'ultimo appuntamento con l'ARAN, le organizzazioni sindacali e l'insieme delle Istituzioni non è ulteriormente rinviabile.

E' nostra intenzione arrivarci in tempi rapidi assumendo sin d'ora un impegno preciso: quello di non escludere niente e nessuno ma chiamando ad agire insieme tutti coloro che hanno davvero a cuore il futuro della comunicazione pubblica.



Ultimo aggiornamento: 12/10/06