Tema: Recensioni

Luciano Paccagnella, La comunicazione al computer, Il Mulino 2000

Sociologia delle reti telematiche

di Emilio Simonetti

Copertina del libro
    La comunicazione al computer

    Sociologia delle reti telematiche
    di Luciano Paccagnella,

    Il Mulino, Milano 2000, pp. 201
 
 
 
 

Brevi e puntuali scorci storici sulle questioni trattate. Definizioni di concetti ne' troppo didascaliche, ne' affrettate. Stile discorsivo non asseverativo, come si conviene ad una onesta trattazione scientifica che pure non nasconde il proprio punto di vista e di valutazione. Note e ampia bibliografia.

Questi alcuni dei tratti formali di un libro la cui lettura consigliamo a coloro che si occupano di progettazione e mediazione di contenuti e servizi pubblici in rete e che hanno bisogno di una buona prima topografia storico-concettuale del contesto in cui operano.

Il libro di Luciano Paccagnella, dottore di ricerca del Dipartimento di Sociologia dell'Università statale di Milano, affronta soprattutto gli aspetti sociali delle reti telematiche e della comunicazione mediata dal computer e ha il grande pregio, in buon stile baconiano, di sgomberare il campo da numerosi "idòla" presenti sia nell'approccio del senso comune che in quello degli "addetti ai lavori": dalle postmoderne utopie della comunicazione, ai pregiudizi sulla de-individuazione (indebolimento dell'identita' individuale) e sulla de-socializzazione (indebolimento dell'identita' sociale) delle esperienze di rete, fino ai veri e propri fraintendimenti politici sul significato dei diritti legati all'informazione.

Entrambi gli approcci appaiono inavvertiti del principio di metodo seguito dall'Autore nell'affrontare il tema della "comunicazione al computer": guardare agli eventi della comunicazione di rete non come a isolate "bocce di cristallo", ma come a fenomeni pienamente sociali la cui dinamica e spiegazione deve essere ricondotta ai piu' ampi processi di cambiamento dei codici e dei modi di "attribuzione di senso" all'agire da parte degli attori sociali nella societa' dell'informazione.

Baconiano e' l'Autore gia' nella prefazione, quando dichiara di volersi attenere all'uso della coppia lessicale "on-line/off-line", quale strumento terminologico meno inapproppriato per distinguere cio' che accade in rete e nella "vita normale". Giustamente, a nostro parere, sono scartati altri termini come "reale/virtuale" o "IRL" (In Real Life), che inducono erroneamente a credere che esista, al posto di una effettiva integrazione sociale, una spaccatura ontologica tra le esperienze di rete e quelle del mondo "reale".

Quanto queste differenze non siano riconducibili a diversi "gradi" di realta', e' chiarito nel capitolo dedicato alle teorie della CMC (Computer-Mediated Communication), in cui vanno ricomprese, come oggetto di analisi, le forme di comunicazione, asincrone - ovvero, non in co-presenza degli interlocutori -, della posta elettronica, delle mailing-list, dei newsgroups, delle homes pages personali e, sincrone - ovvero in tempo reale -, delle chat e degli instant messengers.

In questo campo i primi modelli teorici, ci ricorda l'Autore, hanno risentito fortemente dell'assunto che la "presenza sociale" in un qualunque mezzo di comunicazione, sia direttamente proporzionale alla "larghezza di banda" del canale (qui "larghezza di banda", in senso non tecnico, va intesa come ampiezza del numero di indicatori sociali disponibili con il canale: solo il linguaggio scritto o anche quello verbale, quello gestuale ecc.). Si e' pensato cosi' che la CMC fosse efficace nel caso di informazioni puntuali come ordini e direttive ma fosse comunque piu' povera di quella "faccia a faccia" (nel gergo delle chat: "F2F"). In realta', un piu' recente approccio capovolge il punto di vista delle teorie precedenti e considera addirittura la CMC: "maggiormente carica di aspetti relazionali di tipo sociale rispetto alle piu' tradizionali modalità comunicative" (p. 36).

Lo dimostrerebbero, nelle modalita' di comunicazione asincrone:

- l'esposizione selettiva degli aspetti della propria personalita' ritenuti socialmente opportuni;
- la maggiore controllabilità del testo scritto rispetto alle smorfie, agli imbarazzi, al disappunto traditi dalla comunicazione non verbale nella comunicazione faccia a faccia;
- la possibilità di seguire il momento e la situazione piu' opportuna per partecipare all'interazione.

Va detto che l'analisi dell'Autore non si limita alla disamina delle teorie sulla CMC, ma tocca tutti gli aspetti che contraddistinguono l'esperienza sociale dell'interazione di rete: personalità, identità, linguaggi, norme, ecc. Non sembra necessario sottolineare quanto la conoscenza di questi aspetti sia importante, forse decisiva, nella progettazione e nella costruzione della comunicazione pubblica che, su internet, con gli stessi linguaggi, le stesse storie, in una parola, con la stessa "cyber-cultura" ha a che fare.

In questo senso, per chiarezza d'analisi è da segnalare il capitolo dedicato al concetto di "comunità virtuale" che piu' di altri, tra quelli relativi al mondo internet, e' soggetto di solito a fraintendimenti e approssimazioni.

Qui vengono forniti utili punti di riferimento: dalle definizioni di comunita' della prima sociologia (Tonnies), a quella classica di Horward Rheingold sulle "comunita' virtuali" come:
"aggregazioni sociali che emergono dalla rete quando un certo numero di persone porta avanti delle discussioni pubbliche sufficientemente a lungo, con un certo livello di emozioni umane, tanto da formare dei reticoli di relazioni sociali personali nel ciberspazio" (p. 126).

Dopo averne messo in luce gli aspetti problematici legati all'uso sempre piu' spinto delle tecnologie di resa grafica della presenza a distanza, Paccagnella conclude dicendo che per quanto "sfuggevole" possa essere l'espressione comunita' virtuale: "l'appartenenza ad una comunita' e' sicuramente un'esperienza sociale solo in parte legata alle cartteristiche del mezzo utilizzato" (p. 128).

A questo proposito, di particolare interesse ci sembra la tesi della "network analysis", secondo la quale:
"nella societa' complessa la comunità non viene ne' persa, ne' salvata, ma piuttosto liberata in networks multipli, nessuno dei quali ha il monopolio della solidarietà e nessuno dei quali esaurisce l'appartenenza di un individuo" (p. 147).

Per questo le reti telematiche possono costituire il bacino di alimentazione di quelli che sono stati chiamati "legami deboli" o "campi di contatti possibili", contrapposti a quelli "forti" dei rapporti primari familiari: quanto piu' estesi sono i primi, tanto piu' efficace sarebbe la flessibilità cognitiva propria dell'uomo della società dell'informazione.

Ci sembra utile segnalare un altro preconcetto smascherato dall'Autore: l'idea della "cyber-balcanizzazione" che sarebbe provocata dalle comunità virtuali, in quanto indurrebbero a interagire solo con il simile, evitando il contatto con il diverso: "Considerare le reti come bacini di legami deboli suggerisce la possibilità che esista un fenomeno opposto: l'avvicinamento e il contatto tra gruppi che normalmente si evitano" (p. 149).

Resta ancora da sottolineare che il libro di Paccagnella offre spunti non solo per la comprensione della comunicazione on-line, ma anche della interazione comunicativa in quanto tale.

Non possiamo tuttavia evitare di segnalare, in conclusione, tanto ai lettori di questa recensione quanto all'Autore, l'unica pecca del libro: l'assenza di riferimenti alla comunicazione pubblica in rete, fenomeno ormai non piu' ai suoi esordi, anche se ancora poco analizzato dagli studiosi della comunicazione (stiamo pensando, tanto per fare qualche esempio, alla chat del Ministro del tesoro o alle ormai numerose mailing-list pubbliche, come Urpnews per i colleghi degli URP, o Infoscambio per i dipendenti pubblici).

E' anche per contribuire ad una piu' larga conoscenza di questo fenomeno che era necessario far funzionare il nuovo canale di comunicazione con cui questa recensione viene letta: una rivista dedicata alla comunicazione pubblica, come Pubblic@ndo, rigorosamente "comunicazione al computer", appunto.
 
Emilio Simonetti


Ultimo aggiornamento: 20/11/06