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La "Co-produzione collettiva" è uno strumento efficace nel controllare il contagio nella lotta al COVID 19? Un'indagine avvia la riflessione sulle condizioni abilitanti

Il Covid-19 non è solo un’emergenza intensivologica, ma anche una crisi di sanità pubblica e umanitaria, prolungata nel tempo. In attesa di una vaccinazione di massa, il controllo del contagio dipenderà molto dal comportamento dei cittadini.

L’articolo propone un approccio alla gestione della pandemia COVID-19 basato sul coinvolgimento delle diverse professionalità e dei vari stakeholder nella presa delle decisioni e nella loro attuazione. I benefici attesi non sono solo economici – poter contare su un numero maggiore di persone impegnate nella lotta al virus – ma anche sociali e clinici. La collaborazione con le comunità in un modello di co-produzione collettiva consente di incidere in maniera più efficace sui comportamenti dei cittadini e di poter accedere a un patrimonio informativo importante.

Il modello di co-produzione è stato discusso con testimoni privilegiati di istituzioni pubbliche e non profit operanti in Italia in prima linea contro il virus: FIMMG – Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Roma, Dipartimento Prevenzione ASL Roma 1, Consultori familiari di Roma, volontari della Croce Rossa Italiana, del 118 di Milano e di MSF Italia, direttore sanitario dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani e direttrice sanitaria dell’ospedale Cristo Re di Roma, presidente di una cooperativa sociale di solidarietà di Milano.

Si identificano alcune condizioni quali una rete di assistenza territoriale ben funzionante, fiducia tra cittadini, operatori sanitari e istituzioni, e meccanismi di gestione della co-produzione.

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