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La frontiera della resilienza: l’Anticipatory Innovation Governance

Oggigiorno sembra che un approccio reattivo nella gestione delle organizzazioni sia la norma. Tuttavia, la pandemia ha dimostrato come questo metodo risulti sempre meno adeguato e non offra garanzie di sviluppo delle sempre più necessarie capacità di resilienza. 

Ma come adottare un approccio anticipatorio delle crisi potenziali in modo da essere adeguatamente preparati o addirittura evitare di affrontare quelle crisi stesse? Questa è la domanda a cui l’OPSI, il centro di ricerca sulle good practices della Pubblica Amministrazione dell’OCSE, ha cercato di fornire una risposta nel loro libro “Anticipatory Innovation Governance”. 

L’Anticipatory Innovation Governance propone un nuovo metodo per il processo decisionale, che segue una ratio anticipatoria riguardo al futuro. Esso si basa su:

  • Captare segnali, anche deboli, di profondi cambiamenti sociali;
  • Reagire prontamente a questi segnali deboli prima che i cambiamenti si realizzino;
  • Esplorare e sperimentare su questioni emergenti che potrebbero determinare priorità e impegni futuri;
  • Verificare nuove ipotesi indagando sulle diverse possibilità;
  • Sviluppare cicli di apprendimento continuo per cambiare rapidamente le strategie e di conseguenza gli approcci futuri;
  • Sviluppare capacità interne nell'ambito di un portafoglio diversificato di innovazioni.

L’introduzione di scenari futuri nei processi decisionali del settore pubblico permetterebbe alle amministrazioni di guidare l’innovazione e non essere guidate da essa. Inoltre, sperimentare nuove innovazioni basate su scenari potenziali consentirebbe di pianificare una strategia appropriata per raggiungere il “futuro desiderato”. Bisogna sottolineare, però, che questa nuova pratica di anticipazione nella governance non significa immaginare cosa accadrà nel futuro, al contrario, si tratta di modellare le azioni delle amministrazioni per promuovere i cambiamenti auspicabili. Dunque, in linea teorica, si dovrebbe prevedere una fase di sperimentazione dove si testano possibili scenari e poi adattare la pianificazione strategica in tal senso. Allo scopo sarà necessario formare nuove competenze all’interno dell’organizzazione, necessarie per l’applicazione di logiche data-driven. 

Per poter raggiungere tale innovazione procedurale del “è meglio prevenire che curare” nelle amministrazioni pubbliche è necessario un lungo processo di cambiamento culturale non solo dei politici, ma della società nel suo complesso. Inoltre, è necessario accettare la possibilità di fallire anche nel settore pubblico, ossia abbandonare la presunzione di assoluta conoscenza di qualsivoglia questione e includere la società civile nelle scelte riguardo al proprio futuro, tenendo conto del punto di vista degli stakeholder coinvolti nelle decisioni pubbliche. Per queste ragioni, gli Stati che hanno deciso di adottare questo nuovo metodo di governance, tra i quali Norvegia e Svezia sono allo stadio più avanzato, riscontrano delle difficoltà in quanto il cambiamento culturale richiesto è profondo sia a livello sociale che politico.

Siccome per poter testare gli scenari ipotetici sono essenziali quante più informazioni possibili, l’Open Government ha le potenzialità richieste per coinvolgere la comunità nel processo decisionale, portando alla luce problematiche o elementi utili a costruire queste ipotesi. In aggiunta, il policy-making potrebbe essere semplificato grazie alla digitalizzazione, la quale consente l’analisi e la raccolta di un maggiore numero di dati. 

Ma quali sono le fasi da implementare al fine di realizzare un processo decisionale anticipatorio? Prima di tutto è essenziale la fase di analisi e raccolta dei dati per costruire e testare gli scenari futuri, i quali non devono essere generali, ma quanto più precisi possibili. Dopodiché, si procederà alla costruzione del piano strategico da parte di team multidisciplinari che tengano conto di tutte le istanze emerse. Gli strumenti da utilizzare in queste due fasi sono vari e la loro adeguatezza dipenderà dalla situazione specifica.  

La prevalenza di approcci di routine e la mancanza di fiducia nel cambiamento diffusa fra dirigenti e funzionari unitamente alla scarsità di competenze per analizzare e comprendere gli scenari futuri sono tutte condizioni che sottolineano l'urgenza di un cambiamento nella governance. Il nuovo modello deve essere definito con un atteggiamento di problem-solving e un orientamento user-centric nella definizione di soluzioni, le quali devono essere realizzabili e fattibili, imparando dai propri errori in un processo di continuo auto-miglioramento. L’OPSI dà una risposta concreta a questa emergente necessità, esplorando e promuovendo un nuovo approccio che potrebbe rivoluzionare i modi di funzionamento del settore pubblico per come lo conosciamo oggi. 

Molti Stati, come Finlandia, Norvegia, Svezia, Slovenia, Irlanda, Lituania, Spagna e Portogallo, attualmente stanno collaborando con l’OPSI per capire attraverso quali processi organizzativi sia possibile anticipare il cambiamento, con diversi case studies, in coerenza con le diverse realtà affrontate dalle organizzative pubbliche a seconda della loro missione istituzionale. 

 

Per saperne di più 

Guarda i recenti workshops del marzo 2021 (in inglese) su youtube: 

https://www.youtube.com/watch?v=fcq_hH4XFkc&ab_channel=OECDObservatoryforPublicSectorInnovation

https://www.youtube.com/watch?v=nciiu6YISM&ab_channel=OECDObservatoryforPublicSectorInnovation

Se siete interessati a collaborare con OPSI per aumentare il bacino di ricerca e sperimentare questa nuova frontiera dell’innovazione, visitate il loro sito web al seguente link: https://oecd-opsi.org/projects/anticipatory/