I processi di modernizzazione della Giustizia: il ruolo ed il punto di vista degli utenti

9 dicembre 2014 - Abbiamo intervistato il dott. Carmelo Ferraro per approfondire il ruolo che l’Ordine degli Avvocati, ha assunto per promuovere e supportare i processi di innovazione e miglioramento delle performance degli uffici giudiziari italiani quali ad esempio il progetto interregionale e transnazionale diffusione delle best practices negli uffici giudiziari (DBP)

Dott. Ferraro, il polo di Milano da alcuni anni ha sviluppato numerosi progetti di innovazione legati alla partecipazione degli uffici giudiziari a DBP ma anche sperimentando ed anticipando il Processo Civile Telematico (PCT) e conseguendo risultati eccellenti quali i tempi di definizione dei processi penali in primo grado. Quale ruolo hanno svolto in questo processo di innovazione gli avvocati ed in particolar modo l’Ordine degli Avvocati di Milano?

Abbiamo cominciato attorno al 2006 quando abbiamo proposto al Tribunale di Milano di sperimentare il Processo Civile Telematico (PCT) insieme, al fine di farlo partire, primi in Italia, con valore legale per i provvedimenti di ingiunzione.

L’esperienza ha avuto successo e da quel momento non ci siamo più fermati. L’asse portante dei progetti di innovazione è stato il PCT ovvero il progressivo ampliamento del suo uso sia da parte dei magistrati e cancellieri sia da parte degli avvocati, ma nel tempo abbiamo ampliato gli interventi a molti altri ambiti di lavoro compresi i numerosi progetti promossi con DBP, quali lo sportello testimoni, la riorganizzazione delle cancellerie civili e penali e la realizzazione dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico.

Oramai non parliamo tanto di singoli progetti ma di un approccio continuo all’innovazione dell’organizzazione della giustizia che coinvolge nelle analisi e negli interventi tutti gli attori che possono concorrere ad una migliore efficienza ed efficacia di questo servizio. Questo approccio è diventato, nel polo giudiziario di Milano, un modo normale e quasi scontato di affrontare i problemi quotidiani e quelli invece strutturali.

Perché un Ordine degli Avvocati dovrebbe impegnarsi in prima persona per supportare i processi di miglioramento delle performance negli uffici giudiziari di riferimento? Dopo tutto l’Ordine professionale rappresenta per molti versi la controparte del servizio Giustizia.

A pensarci bene questo approccio collaborativo e di scambio continuo è la logica conseguenza dell’organizzazione stessa degli affari della Giustizia: non basta un bravo magistrato e neppure un bravo avvocato o cancelliere. Occorre che tutti i professionisti ed addetti pubblici e privati  coinvolti, oltre ad essere bravi, collaborino insieme per ottenere un processo dove le garanzie sono rispettate, i diritti tutelati ed i tempi non si allunghino a dismisura. L’ordine di Milano ha semplicemente preso atto che i problemi del sistema giudiziario inevitabilmente diventavano di riflesso problemi per i propri iscritti. E viceversa: ad esempio non ha alcuna utilità che un ufficio giudiziario sia molto avanzato tecnologicamente se non lo sono anche i legali ed i consulenti tecnici, ovvero se non si incentivano e risolvono i problemi di accesso e gestione telematica degli atti giudiziari. Affrontare i problemi insieme ci ha inoltre offerto l’opportunità di capire, per la prima volta, le esigenze ed i diversi punti di vista, di farli propri e di affrontare insieme criticità complesse ed interdipendenti tra loro, aumentando nel contempo le risorse conoscitive ed a volte economiche a disposizione.

L’Ordine d Milano infatti non si è mai tirato indietro e non solo ha offerto collaborazione e competenza, ma quando serviva e serve ancora anche risorse economiche. In sintesi: collaborare sui progetti di innovazione ha consentito di trovare soluzioni utili e condivise da tutti, ha aumentato la responsabilità reciproca e l’impegno complessivo per la realizzazione di cambiamenti altrimenti difficili da realizzare.

L’Ordine non teme, nell’ambito di questa logica di collaborazione e partnership con gli uffici giudiziari di “perdere” la sua funzione di rappresentanza e tutela dei diritti dell’attività forense ?

L’idea che la collaborazione costante con gli uffici giudiziari rappresenti una rinuncia alla rappresentanza degli interessi dell’avvocatura nei confronti di giudici e procuratori è falsa. Il Presidente ed il Consiglio dell’Ordine sanno benissimo distinguere gli ambiti oggetto di confronto e collaborazione rispetto agli ambiti dove dobbiamo tutelare e richiedere. Semmai è vero il contrario: conoscere bene i diversi punti di vista ed i diversi problemi degli attori professionali pubblici e privati aiuta reciprocamente a capire ed a risolvere le criticità in tempi più brevi e con maggiore efficacia. Questo significa che sia noi che i nostri interlocutori degli uffici giudiziari sappiamo gestire situazioni di collaborazione accanto a situazioni di confronto, senza rinunciare e mischiare i ruoli e senza compromettere l’esito dei progetti in comune. Peraltro non ho detto che collaborare attivamente con tribunali e procure significhi sempre rose e fiori: l’incontro a volte diventa confronto anche duro. Ma se c’è fiducia e rispetto reciproco anche da questi momenti escono spesso fuori buone soluzioni.

Come sono organizzate le attività di gestione dei progetti di innovazione in cui l’Ordine è coinvolto?

L’Ordine partecipa strutturalmente al Tavolo Strategico del Tribunale ed a tutti i gruppi di lavoro che gestiscono i diversi progetti di innovazione organizzativa e tecnologica sia dell’ufficio di primo grado che degli altri uffici giudiziari di Milano. I progetti sia che partono su nostra proposta o su proposta degli uffici sono sempre guidati da un coordinatore. Il cuore del progetto però è nel gruppo di lavoro che quasi sempre costituiamo tra tecnici, magistrati, avvocati e cancellieri per definire gli obiettivi operativi, le azioni da realizzare, per monitorare l’avanzamento del progetto ed i suoi risultati. Periodicamente la Presidenza dell’Ordine (l’Avvocato Paolo Giuggioli) insieme ai vertici degli uffici giudiziari si incontrano per monitorare gli stati di avanzamento dei progetti e per concordare nuovi ambiti di azione.

L’organizzazione degli uffici giudiziari grazie a questi progetti di innovazione stanno cambiando progressivamente e profondamente. Questo processo da voi sopportato ha prodotto anche un’evoluzione nell’organizzazione dell’Ordine professionale oppure non ha avuto conseguenze ?

Il ruolo dell’ordine professionale così come previsto dalla legge e dalla tradizione si è notevolmente arricchito di funzioni e compiti: l’ordine di Milano ha sempre interpretato peraltro il suo ruolo non solo come di garanzia all’esercizio della professione legale ma anche come supporto attivo ai propri iscritti offrendo tutela, strumenti di lavoro, ed assistenza ai problemi tecnici dei legali. Questa mission ha richiesto investimenti e l’attivazione di servizi nei confronti degli iscritti che a loro volta hanno specializzato l’organizzazione dell’Ordine stesso, arricchendola di nuove competenze e know how. Non abbiamo snaturato il ruolo di un Ordine Professionale, lo abbiamo arricchito ed avvicinato alle esigenze professionali dei suoi iscritti. E’ un modello che ha funzionato bene, basti pensare che tutti gli ordini degli avvocati della Lombardia si sono associati da tempo per sviluppare insieme servizi telematici a favore degli avvocati lombardi. Questo ha permesso tra l’altro di trovare le risorse per tutti attivando nel contempo significative economie di scala.

Per conoscere e approfondire le esperienza di innovazione condotte nel polo di Milano, consulta i seguenti link:

Corte di Appello di Milano

Procura della Repubblica di Milano

Tribunale di Milano

Procura Generale della Repubblica di Milano

Procura della Repubblica per i Minorenni di Milano

Tribunale per i Minorenni di Milano

Per conoscere e approfondire i risultati del progetto Best practices negli uffici giudiziari

Ultimo aggiornamento:  23/02/2018

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