Tecniche di comunicazione scritta

Come seguire alcune regole per una buona comunicazione scritta

La comunicazione scritta si basa su un semplice criterio secondo il quale: tutte le frasi devono essere strutturate in modo logico secondo criteri temporali, spaziali, di causa/effetto, di interpretazione induttiva e deduttiva, ecc. 
L’intero testo deve possedere i requisiti essenziali di: coerenza, coesione, autonomia, completezza, informatività (in quanto mostrano chiaramente le reali intenzioni dell’emittente), accettabilità (il destinatario deve comprenderlo in modo congruente allo scopo per cui sono scritti), situazionalità (in quanto sono appropriati al contesto storico e sociale in cui sono emessi), intertestualità (in quanto conformi al genere e al codice utilizzati per la stessa tipologia di testi).

L’efficacia di una campagna di comunicazione e informazione, per esempio, non dipende soltanto dalla correttezza del percorso metodologico seguito, ma anche dall’efficacia e dalla chiarezza dei messaggi trasmessi, quindi dalla coerenza delle tecniche di scrittura e di stilistica applicate, rispetto agli obiettivi comunicativi prefissati.

Tipologie di scrittura 
A livello concettuale possiamo distinguere tre tipologie di scrittura: 

1) scrittura tecnica: si utilizza per redigere modulistica, atti amministrativi, ecc. 
2) scrittura estetica: si applica nella stesura di brochure, opuscoli, depliant, pagine pubblicitarie, ecc 
3) scrittura giornalistica: si utilizza per elaborare articoli giornalistici, comunicati stampa, ecc.  

1) Scrittura tecnica 
La scrittura tecnica ha lo scopo di semplificare la comprensione del proprio obiettivo comunicativo. 
E’ dunque caratterizzata da semplicità stilistica, essenzialità e chiarezza di linguaggio. A tal fine, è possibile individuare alcune semplici regole da seguire, relative alla costruzione del testo, l’utilizzo dei segni di interpunzione, degli elenchi e degli acronimi.

  • Struttura del testo: un testo si suddivide in cartelle, ognuna delle quali è costituita da periodi distinti l’uno dall’altro. Ogni periodo a sua volta si compone di frasi, che mediamente sono composte da una principale e due secondarie. Sempre ai fini di una maggiore efficacia comunicativa, è opportuno evitare il ricorso ad incisi e a frasi tra parentesi. Interpunzioni: seppure la lingua italiana possiede molteplici tipologie di interpunzione, in virtù della semplicità, quelle maggiormente utilizzate sono:   
    Il ’’punto’’ rappresenta una pausa lunga, il ’’punto e virgola’’ rappresenta una pausa intermedia, mai del tutto adeguata: o troppo lunga, oppure troppo breve. 
    Sotto il profilo quantitativo, è buona norma fare ricorso a molti punti fermi, a pochi ’’due punti’’ e ad una buona dose di virgole. L’utilizzo dei due punti deve essere il più possibile limitato, poiché in genere prelude un elenco, elemento non particolarmente funzionale dal punto di vista estetico.

  • Elenchi: all’interno di un testo le liste vanno impiegate con parsimonia, soprattutto nella scrittura estetica e giornalistica, prima ancora che in quella tecnica. 
    Se dobbiamo redigere un modulo amministrativo, utilizzare un elenco per indicare l’insieme dei documenti necessari per l’effettuazione della pratica rappresenta una scelta estremamente chiara dal punto di vista stilistico ed efficace sotto il profilo comunicativo. Altre volte, invece, la medesima scelta può produrre un effetto contrario ed ostacolare la comprensione del testo, soprattutto se nell’elenco sono presenti molti riferimenti normativi, rimandi, abbreviazioni, sigle ed acronimi In ogni caso, gli elenchi, essendo sequenze di frasi, non devono essere interrotte da punti fermi, ma soltanto da virgole.

  • Acronimi: se occorre utilizzare parole, nomi o frasi esplicative molto lunghe, non è opportuno riportare in tutto il testo l’intera dicitura, altrimenti si rischia di appesantirne la lettura. Il metodo più efficace consiste nel riportare la dicitura per esteso una prima volta, apponendo tra parentesi l’acronimo (es. da ora in poi ’’acronimo’’) che verrà successivamente utilizzato come sostituto. Se il testo è molto lungo, tuttavia, conviene riportare nuovamente la dicitura per esteso anche altrove (es. all’inizio di un nuovo capitolo).Per quanto riguarda la modalità di scrittura (ad es. ASL, oppure A.S.L., o anche Asl) non ne esiste una più corretta di altre in senso assoluto. L’importante è sceglierne una ed utilizzare sempre la medesima. Molto spesso, infatti, nella scelta di un opzione linguistica il problema non è caratterizzato dalla adeguatezza, bensì dalla coerenza dell’opzione prescelta.

2) Scrittura estetica
La scrittura estetica solitamente svolge una funzione pubblicitaria, identificando, ad esempio, brochure, depliant, pagine pubblicitarie, ecc.
Essa tuttavia può trovare applicazione anche nella stesura di moduli amministrativi e tecnici, allo scopo di ottenere una migliore configurazione estetica del modello e di associare alla funzione primaria di semplificazione anche una funzione secondaria di ’’promozione’’ . 

Un messaggio pubblicitario, in genere, è caratterizzato da una struttura predefinita, costruita in base ad alcune particolari componenti:

  • headline: si identifica nello slogan e ha lo scopo di cogliere l’attenzione del destinatario, quindi di svolgere una funzione attenzionale,

  • sub headline: è una frase leggermente più esplicativa rispetto allo slogan e, pur svolgendo comunque una funzione pubblicitaria, ha anche lo scopo di spiegare lo slogan e, per questo motivo, è caratterizzato da toni più pacati e meno ’’sensazionali’’,

  • bodycopy: è un testo avente una vera e propria funzione esplicativa, in cui il senso complessivo del messaggio acquista realmente forma. Se l’headaline serve per colpire l’attenzione, il bodycopy serve per evitare di incorrere nel rischio di pubblicità ingannevole,

  • visual: è un messaggio molto intuitivo che persegue il medesimo scopo dell’headline,

  • grand image: è il marchio che caratterizza l’emittente del messaggio. Esistono marchi talmente riconoscibili nell’immaginario collettivo al punto da poter essere utilizzati in sostituzione dell’headline. In caso di marchi meno conosciuti, invece, la grand image serve come elemento di certificazione, per rendere appunto riconoscibile la fonte del messaggio,

  • payoff: in passato costituiva una frase con funzione attenzionale a supporto dell’headline.

3) Scrittura giornalistica
La scrittura giornalistica generalmente fa ricorso a sei differenti stili, oppure ad una combinazione di uno o più di essi.

  • Event centred reporting: è uno stile di giornalismo che risale a diversi anni fa, ed è centrato sull’idea che il giornalista è colui che si trova sempre sul luogo dove accade l’evento. Nell’ambizione di risultare oggettivi, gli articoli comunicavano prevalentemente attraverso numeri, misurazioni e dati statistici. Tuttavia, l’imperfetta capacità di gestire e, soprattutto, di contestualizzare i dati raccolti spesso faceva sì che l’articolo fosse in realtà costruito in base ad un approccio valutativo, fingendosi invece oggettivo ed imparziale.

  • Soft journalism: è il risultato della contaminazione tra giornalismo e narrativa e dà origine ad articoli che appaiono più come brevi racconti, piuttosto che articoli giornalistici veri e propri. E’ un tipo di giornalismo che si è diffuso molto negli anni ’80, soprattutto per riportare eventi di natura sociale.

  • Spettacolo: è un tipo di giornalismo che utilizza la notizia per fare spettacolo. Di per sé non ha una connotazione positiva, ma neppure negativa. Di certo, è una delle tipologie che, in un contesto in cui la disinformazione per eccesso è ormai un fenomeno diffuso, riesce comunque a catturare l’attenzione del pubblico.

  • Conflitto: è uno stile di giornalismo che tende a spaccare l’opinione pubblica in due segmenti contrapposti: destra contro sinistra, bianco contro nero. Anche se questa rappresentazione non rispecchia quasi mai la realtà (più spesso caratterizzata, infatti, da differenti tonalità di grigio) questo tipo di giornalismo è in grado comunque di fidelizzare una parte di pubblico e quindi di ’’fare audience’’, in un’ottica di risparmio cognitivo. Insieme al ’’giornalismo spettacolo’’ rappresenta, infatti, lo stile giornalistico che più di altri riesce a catturare l’attenzione.

  • Scoop: è uno stile che racchiude in sé le medesime peculiarità del ’’giornalismo spettacolo’’ con la differenza sostanziale di essere caratterizzato anche da una aura di segreto, derivante dalla sua funzione di rendere noto il privato di una persona, contro la volontà dell’interessato.

  • Improbabilità: è uno stile che si fonda sulla pubblicazione di notizie improbabili che, tuttavia, attraverso successive manipolazioni, diventano casi mediatici Questi sei stili di giornalismo, naturalmente, posso essere applicati, non tanto quando occorre predisporre un modulo amministrativo, bensì quando si vuole costruire l’immagine dell’ente.
Ultimo aggiornamento:  10/05/2013

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