Mettiamoci la faccia all’estero: le rilevazioni delle sedi diplomatiche italiane
Da marzo 2009 l’iniziativa Mettiamoci la faccia si è diffusa sull’intero territorio nazionale, con un numero sempre maggiore di amministrazioni aderenti all’iniziativa. Una manifestazione di interesse ad adottare la rilevazione della customer satisfaction attraverso l’utilizzo delle emoticon è venuta anche dalle nostre sedi diplomatiche, così da rendere possibile la valutazione della qualità dei servizi erogati ai cittadini italiani all'estero
Con l’avvio della rilevazione nel mese di novembre da parte del consolato italiano di Shangai (Repubblica Popolare Cinese), arrivano a sei le sedi del Ministero degli Affari Esteri che stanno utilizzando Mettiamoci la faccia.
Nel mese di agosto, invece, i consolati generali d’Italia a Johannesburg (Sudafrica) e Londra (Regno Unito) si sono aggiunti a quello di Casablanca (Marocco), che ha avviato la rilevazione della soddisfazione dell’utenza nel mese di marzo 2010; e al consolato italiano di Mar del Plata (Argentina), che è stato il primo ad adottare nel settembre 2009 il sistema delle tre 'faccine' .
Oltre alle sedi consolari, è presente anche l’ambasciata d’Italia a Bucarest (Romania) che ha dedicato una pagina all’iniziativa all’interno del proprio sito istituzionale.
Mettiamoci la faccia è stato applicato sui servizi erogati allo sportello. Ad oggi sono 30 gli sportelli attivi e la sede consolare di Londra detiene il primato, per numero di sportelli e giudizi raccolti.
I servizi offerti dalle sedi diplomatiche e sottoposti a giudizio di tutti i connazionali, sono:
- anagrafe
- cittadinanza
- leva
- notarile
- servizi elettorali
- passaporti
- pensioni
- stato civile
- studi
- adozioni
- visti
Ad oggi, più di 9mila concittadini hanno così potuto esprimere, all'estero, la propria valutazione sulla qualità dei servizi ricevuti. Il tasso di partecipazione medio si aggira intorno al 38% e 9 utenti su 10 si dichiarano soddisfatti del servizio ricevuto. Il motivo di insoddisfazione più ricorrente è il “tempo di attesa” (espresso dal 46% degli utenti), seguito dalla “risposta negativa” (25%). In coda troviamo la “necessità di tornare” (16%) e la “professionalità dell’impiegato” indicata solo dal 13% di utenti insoddisfatti.
Nei prossimi mesi è previsto l’ampliamento dell'iniziativa ad altre sedi diplomatiche italiane all’estero.