Focus
Il bilancio sociale nel sistema Giustizia
20 marzo 2013 - Il Progetto nazionale e transnazionale “Diffusione delle best practices negli uffici giudiziari italiani” prevede l'adozione di una struttura organizzativa più efficiente per gli uffici e pone l'obiettivo di migliorare la capacità di comunicazione con i cittadini, aumentando la trasparenza dell’azione svolta. A questo fine, alcuni Uffici hanno approvato il loro Bilancio di Responsabilità Sociale quale strumento di miglioramento organizzativo e di rendicontazione agli utenti della gestione economico-sociale dei servizi erogati, delle risorse impiegate e dell’efficacia dell’azione dell’ufficio
Perché un bilancio sociale negli Uffici giudiziari
Orientare processi di miglioramento interno e attivare canali di confronto con l’esterno, in particolar modo con i diversi stakeholders “interessati” dall'attività giudiziaria, è la finalità del Progetto transnazionale/interregionale per la valorizzazione e la diffusione delle buone pratiche, che si inserisce in un contesto in cui le pubbliche amministrazioni sono sempre più chiamate, nella attività di competenza, a rendere conto, ai cittadini del proprio operato e dei risultati raggiunti. La costruzione di un bilancio sociale è una delle attività in cui si sono articolati le linee operative del Progetto "Best Practices".
Gli obiettivi del Bilancio di Responsabilità Sociale (BRS) sono di acquisire un metodo per descrivere e valutare i risultati dell’organizzazione; spiegare alla comunità esterna le premesse del proprio operato, gli obiettivi da conseguire, le strategie adottate ed i risultati ottenuti, ponendosi in una posizione di ascolto di suggerimenti ed istanze provenienti dalla collettività; ribadire all’interno i valori e gli obiettivi dell’organizzazione e gli impegni per conseguirli.
Si tratta di un prodotto documentale, che ha la funzione di sottolineare il ruolo della singola amministrazione nella società e che dà spazio al bisogno crescente di partecipazione dei cittadini alla vita delle istituzioni. La stesura di un “bilancio sociale” consente un processo di coinvolgimento ed apprendimento che può essere gestito con continuità dagli Uffici Giudiziari e che presenta due elementi: il primo è l’individuazione dei soggetti che intrattengono le relazioni con l’Ufficio con la comprensione delle loro legittime aspettative; il secondo fa riferimento alla definizione di un proficuo e reciproco rapporto di comunicazione, capace di rappresentare lo svolgimento della funzione sociale dell’ufficio stesso.
Benchè il Bilancio Sociale abbia le sue origini in ambito privatistico, questo strumento trova una sua collocazione nell’ambito della Pubblica Amministrazione che ha provveduto a farne sue le logiche emanando alcune direttive di indirizzo.
Naturalmente il bilancio sociale di un Ufficio Giudiziario non può essere ridotto solo a questo, ma viene considerato come uno degli strumenti della rendicontazione sociale. Lo strumento del Bilancio di Responsabilità Sociale si propone da un lato, di illustrare l’attività svolta evidenziando le scelte organizzative adottate, le risorse utilizzate, i problemi insorti e i risultati raggiunti; dall’altra, di indicare le strategie di miglioramento per il futuro, nel quadro di un processo di trasparenza e di assunzione di responsabilità.
Il Bilancio in azione, cosa non può mancare
Presupposti necessari per l’adozione del bilancio sociale:
- una chiara formulazione dei valori e delle finalità che presiedono l’azione e all’identificazione dei programmi, piani e progetti in cui si articola
- l’attribuzione delle responsabilità politiche e dirigenziali
- l’esistenza di un sistema informativo in grado di supportare efficacemente l’attività di rendicontazione
- il coinvolgimento interno degli organi di governo e della struttura amministrativa, nonché della comunità nella valutazione degli esiti e nell’individuazione degli obiettivi di miglioramento
- l’allineamento e l’integrazione degli strumenti di programmazione, controllo, valutazione e rendicontazione adottati dall’amministrazione.
L’individuazione dei portatori di interesse è il primo passo per la costruzione del Bilancio Sociale: a tal proposito è bene suddividere gli stakeoholder secondo alcuni criteri, quali ad esempio il livello di appartenenza all’organizzazione giudiziaria o amministrativa (ad esempio interni, che entrano occasionalmente in contatto con la struttura o soggetti estranei rispetto all’organizzazione) o il livello dell’intensità del rapporto che lega i soggetti all’Ufficio Giudiziario. All’interno di questa categorizzazione generale, quindi, è possibile far rientrare ogni singolo portatore di interesse, dall’utente occasionale a quello professionale, dal dipendente all’ente estraneo al “sistema Giustizia”.
Il BRS ha lo scopo di illustrare il funzionamento dell’Ufficio Giudiziario alla collettività rendicontando allo stesso tempo le attività svolte, la gestione delle risorse e l’impatto sulle comunità di riferimento e sui portatori di interesse. Per questa ragione è essenziale la definizione delle viste logiche e l’individuazione dei portatori di interesse interni ed esterni al contesto giudiziario. Una volta individuati gli stakeholders, si specificano gli ambiti di competenza dell’amministrazione in cui vi sia un incontro con le attività dell’Ufficio Giudiziario, al fine di misurarne l’impatto e individuare i percorsi di miglioramento e di soddisfazione delle esigenze.
Nell’illustrazione dei fenomeni quantitativi ed economici che vengono presentati nel documento di Bilancio, ciascuna amministrazione dovrebbe raccogliere i dati presenti nel proprio sistema, nei registri del proprio Ufficio giudiziario e presso Enti terzi e rendere comprensibili le informazioni anche per utenti non professionali, che possono non conoscere nel dettaglio il funzionamento dell’Ufficio giudiziario.
Tuttavia, occorre tenere presente una molteplicità di fattori che possono ostacolare la stesura di un Bilancio Sociale all’interno di un Ufficio giudiziario: ad esempio il collocamento di alcuni dati presso uffici diversi da quello interessato, l’eventuale mancanza di applicativi specifici per il monitoraggio di alcuni dati e variabili, la potenziale complessità di meccanismi di rendicontazione e la carenza di una “cultura del monitoraggio”. Proprio su questo ultimo punto, la prima stesura del Bilancio Sociale è importante perché consente all’Ufficio interessato di tracciare in maniera pressoché strutturata alcune variabili, prima non monitorate, e segna l’inizio di un percorso di monitoraggio che, nel tempo, potrebbe permettere un maggiore governo del funzionamento dell’Ufficio da parte del vertice e delle figure preposte.
I Bilanci sociali nel Progetto “Diffusione delle best practice”
Nell'ambito del Progetto interregionale/transnazionale sono già stati pubblicati on-line oltre 40 bilanci sociali, rappresentativi di varie tipologie di uffici giudiziari. Tale fenomeno è in evoluzione e in fase di espansione come evidenziano le recenti presentazioni dei Bilanci sociali del Tribunale di Milano, e della Corte d'Appello di Milano.
I principali obiettivi di natura organizzativa e comunicativa raggiunti dagli uffici giudiziari che hanno elaborato propri bilanci sociali possono essere sintetizzati in due generali fenomeni di cambiamento: l’attivazione di una cultura interna dell'accountability e l’apertura/attenzione verso gli stakeholders.
La pubblica amministrazione italiana ha storicamente scontato ritardi, rispetto al contesto europeo, nell'attivazione di modalità di rendicontazione pubblica in senso lato (accountability) della propria attività, sia dal punto di vista amministrativo, con particolare riferimento alla “trasparenza amministrativa”, che organizzativo ed economico-contabile.
In particolar modo, per questi ultimi aspetti, il sistema Giustizia somma ad un generale gap dell'amministrazione pubblica, anche modalità di gestione delle proprie risorse - umane, strutturali e finanziarie - frammentate, in capo a diversi Enti titolari. A titolo d'esempio, mentre l'organizzazione generale dei servizi della Giustizia spetta al Ministero della Giustizia, i magistrati sono coordinati dall'organo di autogoverno della magistratura, il CSM; le retribuzioni del personale, togato e non, sono erogate dal Ministero dell'Economia, mentre le strutture degli uffici giudiziari sono gestite e anticipate dagli Enti Locali a fronte di un successivo rimborso da parte del Ministero della Giustizia.
I bilanci sociali prodotti dagli uffici giudiziari hanno il merito di ricondurre per la prima volta ad unità la rendicontazione di dimensioni, siano esse finanziarie o organizzative; relative ad attività interne o a impatti esterni da queste derivanti; finora non rintracciabili semplicemente, sia da attori interni agli uffici, oltre che dagli stakeholders.
Tale fenomeno ha avuto come conseguenze all’interno delle organizzazioni, l'attivazione di un processo di analisi interna degli impatti dell'attività giudiziaria e la presa di consapevolezza degli Uffici Giudiziari di non essere una “isola” organizzativa nell’arcipelago del tessuto socio-produttivo locale, bensì un nodo di rilevante importanza nella “rete” che sostiene i singoli sistemi socio-economici locali.
D'altra parte, per la prima volta, la società civile ha potuto leggere l'attività giudiziaria, non solo in termini di statistiche giudiziarie, ma individuando le dimensioni di collegamento con il contesto socio-economico. L'occasione della redazione di un bilancio sociale, e l'attenzione agli stakeholders in esso sotteso, ha inoltre attivato un processo, per quanto lento e lungi da completarsi, di progressiva apertura delle Istituzioni e degli Uffici Giudiziari, con le dovute cautele e attenzioni derivanti dalla delicatezza dell'attività giudiziaria, alla società civile.
Le prospettive future
In un contesto nazionale e internazionale di criticità economica - con un sistema Paese che sconta, da parte della Pubblica Amministrazione, un forte indebitamento e la conseguente riduzione dei finanziamenti e, da parte del sistema produttivo, dinamiche congiunturali economiche negative - il confronto tra due mondi, quello pubblico istituzionale e quello sociale e produttivo, finora separati soprattutto nell'ambito dell'amministrazione della Giustizia, appare necessario per superare l’attuale momento di crisi.
La ripresa di investimenti privati, che permettano il rilancio di una crescita economica, dipenderà anche dalla qualità e dallo stato di salute della Giustizia, in particolare nell'ambito delle procedure civili, di un dato contesto, sia a livello nazionale sia locale. Il bilancio sociale consentirà di evidenziare all'esterno risultati e impatti positivi per il contesto locale, nonché permetterà di rilevare eventuali aspetti critici legati all'amministrazione della Giustizia, fornendo un’indicazione chiara e condivisa delle difficoltà da affrontare e delle modalità per superarle.
Il passo successivo potrà essere quello della creazione di una rete stabile di relazioni tra gli Uffici Giudiziari e il tessuto socio-economico locale, sulla scorta dei "Tavoli della Giustizia" già nati in alcuni contesti, che possa lavorare per un miglioramento continuo dell'azione giudiziaria, attraverso una continua apertura e attenzione degli Uffici giudiziari agli stakeholders, supportata da una condivisione di obiettivi e risorse per il miglioramento complessivo del servizio Giustizia, in termini di qualità del giudizio, tempi e costi; quindi, in definitiva, per la creazione dei presupposti di base per il miglioramento delle condizioni di vita e di produzione dei sistemi locali.