Focus
La valutazione dei sistemi giudiziari europei
14 marzo 2013 - La Commissione per l’Efficienza della Giustizia del Consiglio d’Europa (CEPEJ) - organismo impegnato nella promozione della qualità dei sistemi giuridici e nella valutazione del servizio pubblico della giustizia - ha pubblicato il IV° Rapporto di valutazione dei sistemi giudiziari europei. La pubblicazione è dedicata alla memoria del consigliere Fausto De Santis, compianto magistrato italiano, presidente della CEPEJ dal 2007 al 2010. Andiamo a vedere come si presenta l’Italia rispetto agli altri 46 paesi europei coinvolti nello studio
Il rapporto CEPEJ 2012
Secondo i dati pubblicati nel Rapporto CEPEJ 2012, in Italia si riducono i procedimenti pendenti in primo grado che restano però a quota 4 milioni; allo stesso modo, si riduce la loro durata media, che tuttavia rimane ancora fortemente più elevate rispetto a quella di (molti) altri Paesi. Peggiora la situazione in Appello, dove le cause civili durano oltre 3 anni, e in Cassazione, con 1.230 giorni. È quanto emerge dal rapporto 2012 della Commissione europea per l'efficacia della giustizia, realizzato anche con la collaborazione dell'Irsig-Cnr e presentato a Vienna lo scorso 25 ottobre 2012, in occasione della giornata europea per una giustizia più vicina ai cittadini.
I dati analizzati nel rapporto
Il rapporto CEPEJ-CoE presenta dati quantitativi e qualitativi riferiti all’anno 2010 che descrivono il funzionamento dei sistemi giudiziari in 46 dei 47 stati membri del Consiglio d’Europa. I dati sono stati raccolti attraverso un questionario sviluppato dalla Commissione per l’Efficienza della Giustizia del Consiglio d’Europa e progressivamente migliorato alla luce dell’esperienza dei precedenti cicli di valutazione biennali. Lo studio contiene i dati riferiti all'anno 2010, rilevati dai rappresentanti nazionali e successivamente validati e analizzati da esperti scientifici. Presenta tabelle comparative e commenti relativi ai diversi aspetti dei sistemi giudiziari: informazioni sui bilanci del sistema giudiziario, l'accesso alla giustizia, il tempo per risolvere reclami, la durata del procedimento, l’assistenza legale, lo stato della carriera di giudici, pubblici ministeri e avvocati.
Investimenti nelle nuove tecnologie
Il segretario del CEPEJ, Stéphane Leyenberger, in un’intervista ha sottolineato l’importanza delle nuove tecnologie nel razionalizzare il monitoraggio dei casi ed agevolare la comunicazione tra le parti. Inoltre rimarca l’utilizzo della videoconferenza da parte di giudici e pubblici ministeri che possono risparmiare i costi di trasporto quando la prigione è lontana dal Tribunale.
Il punto su l’Italia. Eccessiva durata
Per l'Italia si confermano i gravi problemi dovuti all'eccessiva durata dei procedimenti, ma si individuano anche segnali di miglioramento. Rispetto alla rilevazione precedente del 2008, si sono ridotte del 16% le cause sopravvenute in primo grado, mentre aumentano del 5% i procedimenti giunti a conclusione presso tribunali e giudici di pace e si registra un lieve calo (-3%) dei procedimenti pendenti, che rimangono intorno all'imponente cifra di 4 milioni, osserva Marco Velicogna dell'Istituto di ricerca sui sistemi giudiziari del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Irsig-Cnr), che ha collaborato all'analisi e alla redazione del rapporto.
Italia a confronto. Situazione pesante nelle Corti di appello
Sempre in primo grado - rileva ancora lo studioso - migliora anche la durata media dei contenziosi civili, da 532 a 492 giorni: certamente ancora troppi, se paragonati ai 289 della Spagna, 279 della Francia e 184 della Germania, ma si tratta finalmente di una tendenza positiva. È ipotizzabile che questo cambio di tendenza sia in buona parte dovuto all'incremento del contributo erariale da versare per l'inizio della causa, ma è comunque un dato incoraggiante. Tuttavia resta pesante la situazione presso le Corti d'Appello. Il settore penale registra un costante aumento nella durata dei procedimenti, con 998 giorni: 194 in più rispetto al 2008 e 213 dal 2006. Peggiora la situazione del civile dove le cause di secondo grado durano in media 1.267 giorni, oltre 3 anni; e anche il tasso di definizione dei procedimenti, che passa dall'87% all’ 82,7%, e quindi la capacità di affrontare l'arretrato, sottolinea Velicogna.
In Cassazione meglio il penale
Anche presso le sezioni civili della Corte di Cassazione la situazione non migliora. Occorrono mediamente - calcola l'esperto - 1.230 giorni per concludere un procedimento: 169 in più dal 2008. I casi pendenti, però, calano del 3%. Meglio le sezioni penali con una durata sui 240 giorni. Il tasso di definizione dei procedimenti resta troppo basso ma, nonostante il taglio di circa 16 milioni di euro, il rapporto evidenzia i risultati positivi della crescente diffusione del Processo civile telematico, continua l’esperto.
I dati del rapporto confermano i problemi legati all’eccessiva durata dei procedimenti, così come all’aumento complessivo dell’arretrato, sebbene la spesa per la giustizia sia aumentata del 3,2% rispetto a quanto registrato nel precedente rapporto (dati 2008).
Per saperne di più
Commento di Marco Fabri e Marco Velicogna (IRSiG-Cnr)