Affrontare la riduzione delle risorse: il contributo dell’autovalutazione CAF

Gran parte degli interventi per affrontare la crisi economico-finanziaria che coinvolge anche il nostro Paese sono diretti a ridurre la spesa pubblica. In questo senso gli interventi dell’attuale Governo sono chiamati sia ad una maggiore efficacia rispetto alle precedenti manovre, che specialmente ad una maggiore qualificazione dei tagli. Giancarlo Vecchi, esperto del CRCAF, approfondisce l’argomento collegandolo con l’autovalutazione condotta con il CAF (dicembre 2011).

In tema di riduzione forzata delle risorse per i servizi pubblici, il dibattito ha visto una dialettica tra i sostenitori dei tagli lineari e coloro che prediligono scelte basate su analisi più accurate. In questa discussione può essere utile per i valutatori CAF far sentire la propria voce e avanzare proposte sulle potenzialità dei processi di autovalutazione.
I punti di forza dei tagli lineari sono stati evidenziati anche in un recente articolo di Gianfilippo Cuneo sul Corriere Economia del 28 novembre scorso, p. 6: “L’insospettabile virtù dei tagli lineari”. In particolare, si sottolinea che i tagli lineari permettono di rendere sistematici nel tempo i risparmi di spesa (fino a quando necessario) mediante processi decisionali più semplici e rapidi, rispetto alla complicatezza del dover affrontare prolungate negoziazioni e i tempi lunghi di analisi volte alla ricerca delle specificità: in fin dei conti, si sostiene, nessuno è produttivo al 100%, sprechi ed eccessi di spesa si annidano ovunque, perciò un livello del 2-3% di tagli annui è sostenibile e permette di ottenere risultati nel breve, mentre quando gli automatismi saranno poi generalizzati e interiorizzati sarà possibile esser più razionali nello spostare risorse e calibrare i tagli fra i settori.
Questa tesi è condivisibile finchè i risparmi da ottenere riguardano percentuali limitate, al di sotto del 5%. In che modo è possibile affrontare, invece, riduzioni di spesa pubblica superiori al 10%, che è lo scenario in cui dovranno operare molte amministrazioni, specie le amministrazioni locali, nel prossimo periodo?
Ritengo che un contributo rilevante possa derivare da sistematici processi di autovalutazione in grado di produrre una profonda revisione delle politiche e dei servizi, affrontando con dispositivi appropriati i nodi delle attuali procedure di formazione dei bilanci (cfr. per l’analisi delle esperienze internazionali recenti, il numero 4/2010 della Revue française d’administration publique, dal titolo La révision générale des politiques publiques).
Il libro verde sulla spesa pubblica “Spendere meglio: alcune prime indicazioni” del 2007 aveva sottolineato le criticità dei tradizionali processi di allocazione delle risorse in ambito pubblico (cfr. p. 87):

  • assenza di un legame stretto fra risorse, priorità ed obiettivi;
  • un’allocazione delle risorse che si basa eccessivamente sull’acquisito storico e non premia merito e risultati;
  • assenza di una riesamina sistematica della efficacia ed efficienza delle politiche in essere;
  • una scarsa cultura del render conto delle proprie azioni.

Questa disamina può essere considerata valida ancor oggi, pur considerando che l’entrata del d.lgs. 150/2009 ha riproposto e in qualche modo rilanciato l’esigenza di rafforzare i sistemi di pianificazione e controllo.
Tuttavia, il primo periodo di nuova attenzione per la pianificazione e valutazione delle performance presenta ancora una serie  di limiti paradossali, che emergono chiaramente nelle analisi sulle esperienze in corso e che è importante affrontare rapidamente, pena l’irrilevanza di questi meccanismi, anche attraverso le autovalutazioni CAF e i processi di miglioramento conseguenti.

Ad esempio, la pianificazione annuale delle performance raramente dipende dalla valutazione degli andamenti dell’anno precedente (e dei periodi antecedenti). Ne deriva che quasi mai viene affrontata la questione degli sprechi, intesi come risorse destinate ad interventi non più utili o ad utilizzi inefficienti; i documenti di programmazione della performance contengono generalmente indicatori che tendono a misurare l’attuazione (rispetto dei tempi, livelli percentuali di attuazione, ecc.) e la valutazione conseguente si dirige quindi alla rilevazione del “fatto” o del “non fatto”; poca attenzione è lasciata all’analisi di ciò che si è rivelato inutile e deve essere tagliato. Oppure, quasi mai viene discussa l’errata allocazione di risorse rappresentata dagli eccessi di quantità e qualità nei servizi (che quindi va a scapito di altri bisogni).
Un’autovalutazione CAF quale premessa per un nuovo ciclo di programmazione potrebbe invece rilevare queste inefficienze e porvi rimedio.
Un ulteriore paradosso è costituito dallo scollamento tra il ciclo di valutazione per la pianificazione e il ciclo di bilancio. Tipicamente, il ciclo di bilancio precede il processo di pianificazione e questo perché l’allocazione delle risorse (con, sullo sfondo, obiettivi generali) è considerata una prerogativa della politica, mentre la definizione degli obiettivi operativi una responsabilità del management. Questo può funzionare finchè sia sostenibile l’elaborazione di bilanci su base storica, con limitate variazioni rispetto al passato, come sottolinea criticamente il libro verde prima citato. Ma con esigenze di risparmi superiori al 10%, come è possibile che la politica possa decidere senza l’ausilio di proposte provenienti dal management e senza il supporto delle valutazioni sugli andamenti degli ultimi periodi? Una riduzione di tal portata implica un ripensamento delle caratteristiche di servizi e interventi, cambiamenti a livello gestionale, cooperazione fra diversi soggetti, a volte la loro sostanziale riduzione o addirittura la loro soppressione. Tutti elementi che implicano competenze tecniche e manageriali.
Sono queste le problematiche che ricorrono in questi mesi nella maggior parte degli enti locali.
Sotto questo profilo uno strumento come il CAF costituisce una risorsa rilevante sia per il management sia per i vertici politici, in grado di supportare le decisioni con analisi razionali riguardanti le priorità da perseguire e le aree su cui, invece, poter effettuare risparmi incisivi.

Ultimo aggiornamento:  30/12/2015

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