La valutazione civica: dare voce al "punto di vista del cittadino"
I cittadini e le associazioni della società civile hanno i propri punti di vista rispetto alle politiche e alle modalità di gestione dei servizi pubblici. Poiché questi soggetti,possono essere considerati portatori di interesse è utile che le amministrazioni accolgano e prendano in esame le loro particolari prospettive (novembre 2009)
Secondo il Dipartimento della Funzione Pubblica il contributo dei cittadini, delle associazioni e, in generale, dei diversi portatori di interesse -nazionali e locali- è rilevante e strategico per il miglioramento della qualità delle politiche e dei servizi.
Per questo, già da qualche anno, è stato siglato un protocollo d’intesa con Cittadinanzattiva per lo svolgimento di diverse attività sui temi della sussidiarietà e della qualità dei servizi. Su questo secondo fronte, in particolare, è stato avviato, dal 2008, un percorso sperimentale di valutazione civica a partire dalla solida esperienza di audit civico realizzata da Cittadinanzattiva, attraverso il Tribunale del Diritto del Malato, in diverse azienda sanitarie in tutta Italia.
La valutazione civica può essere considerata come un’attività di analisi critica dell’azione delle amministrazioni pubbliche. Il processo di valutazione, a cura dei cittadini, avviene attraverso il reperimento di dati oggettivi, riferiti alla qualità erogata. L’amministrazione, che può utilizzare queste informazioni per procedere al miglioramento dei servizi, viene,, in linea generale, informata e coinvolta fin dall’inizio, sia perché può collaborare utilmente nella raccolta di dati e informazioni che possono anche essere in suo possesso, sia perché non si tratta di una valutazione "contro" l’amministrazione ma di un’iniziativa condivisa di miglioramento. Tale coinvolgimento è stato evidente nel corso della prima fase di sperimentazione (condotta nel 2008), che ha visto la partecipazione di 7 comuni e 5 scuole nella realizzazione della valutazione civica sui servizi scolastici e sui front office comunali. I dati di contesto e altre informazioni, infatti, sono stati raccolti attraverso interviste fatte a referenti dei comuni e delle scuole.
Nel seconda metà del 2009 il Dipartimento della Funzione Pubblica, in collaborazione con il Formez, Cittadinanzattiva e Fondaca (Fondazione per la Cittadinanza attiva), sta proseguendo la sperimentazione, mettendo a punto la metodologia di ricerca e gli strumenti di rilevazione.
Le particolarità di questa seconda fase di lavoro sono diverse a cominciare gli ambiti territoriali: saranno coinvolte, infatti, le amministrazioni delle quattro regioni obiettivo convergenza cioè Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Anche l’ambito della ricerca è cambiato; si è pensato, infatti, di prendere in esame la qualità urbana dal punto di vista del cittadini, mettendo sotto osservazione elementi del contesto urbano di riferimento che dipendono dall’erogazione dei servizi pubblici come l’illuminazione, la manutenzione delle strade, la pulizia di strade e parchi, ecc.
Per definire, in maniera condivisa, le dimensioni da indagare e gli indicatori da rilevare è stato organizzato, a novembre 2009, un focus group nazionale al quale hanno preso parte diversi figure rilevanti: ricercatori ed esperti sui temi delle città; referenti di associazioni di cittadini; manager pubblici; amministratori.
Parallelamente sono in fase di coinvolgimento alcune amministrazioni comunali delle quattro regioni indicate, che dovranno diventare partner di questa sperimentazione. Concretamente, nelle città, saranno create équipe di cittadini che procederanno alla rilevazione delle informazioni necessarie a definire il giudizio.
I gruppi di "cittadini-monitori" saranno organizzate, da Cittadinanzattiva, attraverso dei bandi territoriali volti al reclutamento; i cittadini, poi, verranno adeguatamente formati.
Un ulteriore elemento di riflessione riguarda i percorsi e gli strumenti della ricerca. Si deve stabilire, infatti, in quali parti della città debba avvenire la raccolta delle informazioni, nonchè cosa osservare e come farlo. Monitorare zone periferiche e zone centrali, infatti, può dare evidenza a situazioni marcatamente differenti. Per questa ragione è stato deciso di coinvolgere città medio-grandi, evitando le città troppo piccole (quindi troppo omogenee) e le città metropolitane, troppo disomogenee e complesse. In tal senso si ritiene che la cittadina di massimo 200-250.000 abitanti possa più facilmente consentire di cogliere le differenze selezionando pochi ma significativi luoghi-campione.
Il risultato di questa ricerca sarà un rapporto per ogni città, nel quale verrà presentata la valutazione data dai cittadini sulla qualità urbana e potranno essere indicate anche proposte di miglioramento. Il vantaggio di aver coinvolto le amministrazioni fin dalla fase iniziale sarà quello di poter discutere con le stesse i risultati di questa ricerca; inoltre, la presenza di più amministrazioni consentirà di operare un primo confronto trasversale, tra tutte le amministrazioni coinvolte
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