Prospettive evolutive del sistema Giustizia: a Rovereto il convegno conclusivo del progetto “Best Practices”

18 dicembre 2012 - L’evento si è tenuto in occasione della conclusione del progetto interregionale transnazionale per la diffusione delle best practices negli uffici giudiziari, al Tribunale e alla Procura di Rovereto. Nel corso di poco più di un anno, dal settembre 2011 al novembre 2012, i due uffici giudiziari, singolarmente, ma in maniera coordinata e parallela hanno affrontato un percorso di cambiamento organizzativo ispirato alle buone pratiche già sperimentate dalla Procura di Bolzano

Il convegno a cui hanno partecipato i capi degli uffici giudiziari locali, il Presidente del Tribunale, Corrado Pascucci, e il Procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Firenze, fino a poco tempo fa Procuratore della Repubblica di Rovereto, Rodrigo Merlo, il  Vice Capo Dipartimento per l'Organizzazione della Giustizia del Ministero della Giustizia, Antonio Mungo, e il dirigente del servizio Europa della Provincia Autonoma di Trento, Nicoletta Clauser,  è stata l’occasione per fare il punto sui risultati del percorso innovativo intrapreso dai due  uffici giudiziari, ma con una particolare ’attenzione alle necessità di cambiamento dell’intero sistema Giustizia italiano.

Nell'ambito del progetto "Best Practices", gli uffici giudiziari di Rovereto hanno attivato importanti processi di cambiamento all'interno delle proprie strutture. Sulla base delle risultanze di una rilevazione della soddisfazione da parte dell'utenza effettuata nella fase di start-up del progetto, sono  stati individuati i  principali punti di criticità e sono state definite misure organizzative idonee a porvi rimedio. È stata dunque prevista la revisione degli orari di apertura al pubblico delle cancellerie e segreterie – che erano risultati inadeguati - e la predisposizione di un servizio di front-office dedicato per l'utenza. Sul fronte interno, in relazione ai processi lavorativi di magistrati e personale amministrativo, sono state implementate soluzioni tecnologiche a sostituzione di sistemi informativi cartacei e sono stati intrapresi percorsi di riorganizzazione basati sulla condivisione delle risorse e della conoscenza, introducendo meccanismi di "job rotation".

Ulteriori prodotti tangibili del progetto "best practices" sono stati l'elaborazione e la pubblicazione dei bilanci sociali dei due uffici, così come la redazione di una carta dei servizi. Questo percorso ha portato infine alla certificazione di qualità per i servizi relativi al settore civile del Tribunale e della Procura. Nel caso del tribunale si tratta della prima esperienza in assoluto realizzata in Italia.

Nel corso della seconda parte del convegno, una tavola rotonda a cui hanno partecipato magistrati, dirigenti amministrativi, avvocati ed esperti di organizzazione giudiziaria, sono stati affrontati i temi al centro del dibattito sul cambiamento e l'evoluzione del sistema Giustizia.

Tra i vari contributi, tutti incentrati sulla tematica del cambiamento, si evidenziano quelli dei due capi ufficio degli Uffici Giudiziari che hanno seguito il progetto, il Presidente Pascucci e il  Procuratore Merlo. Aldilà dei tangibili risultati del progetto e dei prodotti correlati, la narrazione del percorso di analisi organizzativa intrapreso dagli uffici e dalle rispettive dirigenze, e il conseguente cambiamento di prospettiva rispetto alla precedente visione del proprio ruolo dirigenziale e delle proprie organizzazioni, definita dagli stessi protagonisti come a volte troppo burocratica e basata esclusivamente sulle norme, ha fornito la testimonianza di un possibile cambiamento realizzabile.

Un cambiamento che può essere attivato da iniziative specifiche, ma che poi è necessario entri nei comportamenti organizzativi quotidiani delle strutture e dei dirigenti. Un cambiamento che appare essere più che radicato a Rovereto, a giudicare anche dal contributo di Luca Perilli, giudice del tribunale di Rovereto, il quale - nel corso della Tavola Rotonda - ha proposto in futuro, ulteriori passi in avanti rispetto alla riorganizzazione della Giustizia, ponendo sul tavolo del confronto anche meccanismi che aumentino l'autonomia gestionale degli uffici giudiziari e quella finanziaria.

Nel corso del confronto è stato ricordato come fino agli anni novanta, il dibattito su una Giustizia "giusta", in tutta Europa e nel mondo si limitasse ad affermare la garanzia di autonomia decisionale del magistrato. Oggi il miglioramento della giustizia deve essere misurato anche in relazione alla capacità del sistema di produrre decisioni in modi adeguati, uniformi sul territorio nazionale, in tempi giusti e quindi in definitiva in maniera efficiente ed efficace, anche per questo giuste.

Il Vice capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria del Ministero della Giustizia, Antonio Mungo, ha concluso il convegno, ricordando le priorità chiave che il Ministero ha posto per garantire maggiore efficienza e qualità per i servizi della giustizia. La telematizzazione degli affari civili e lo sviluppo dell’organizzazione degli uffici giudiziari su tutto il territorio in maniera armonica sono tra le priorità ricordate. Il progetto Best Practices, ha concluso Mungo, è una grande occasione di innovazione locale ma deve essere realizzato ricordando che l’organizzazione della giustizia in Italia deve avere standard di organizzazione e qualità uguali per tutto il paese.

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Ultimo aggiornamento:  30/12/2015

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