Intervista a Laura Favaro, provincia autonoma di Bolzano: le radici del progetto Best practice
18 settembre 2012 - L’esperienza del progetto pilota di riorganizzazione ed ottimizzazione della Procura della Repubblica di Bolzano” – nato nel 2004 - ha dato il via al progetto interregionale transnazionale "Diffusione di best practice presso gli uffici giudiziari italiani". Per avere un’opinione e un primo bilancio del progetto, abbiamo intervistato la dottoressa Laura Favaro, coordinatrice area programmazione ufficio FSE (Fondo Sociale Europeo) presso la provincia autonoma di Bolzano
Quali sono i punti di forza del progetto best practice dal punto di vista di regioni e province autonome?
Per regioni e province autonome la partecipazione al progetto interregionale transnazionale diffusione delle best practice negli uffici giudiziari ha immediatamente un duplice effetto positivo: per prima cosa, offre l’opportunità di confrontarsi sul merito della diffusione di una pratica di eccellenza, quale è quella della Procura della Repubblica di Bolzano. Inoltre consente allo stesso tempo di commisurare, a livello interistituzionale, le diverse modalità di gestione amministrativa del Fondo Sociale Europeo, nonché lo sviluppo di sinergie tra istituzioni diverse.
Il requisito dell’interregionalità del progetto è stato non soltanto pienamente rispettato, ma fortemente valorizzato, sino a diventare un punto distintivo e di forza. Sono state, infatti, coinvolte tutte le regioni e province autonome italiane, che hanno lavorato sulla stessa idea, per realizzare lo stesso progetto. In questo modo il Fondo Sociale Europeo ha finanziato interventi omogenei su tutto il territorio nazionale.
Quale importanza assumono il monitoraggio e la valutazione dei risultati del progetto?
Le aspettative che regioni e province autonome hanno riguardo ai risultati e agli effetti del progetto sono forti, anche in considerazione dell’entità dell’investimento, che è molto consistente.
Inoltre, esse devono rispondere del raggiungimento di determinati obiettivi indicati nei programmi operativi, in particolare, sull’asse interregionalità/transnazionalità per le regioni obiettivo competitività e sull’asse capacità istituzionale per le regioni obiettivo convergenza.
Dalla gestione 2000 – 2006, il FSE inizia a diventare uno strumento finanziario che, proprio per questa sua caratteristica, esige una valutazione di impatto fondata su dati certi. D’altra parte, la capacità di leggere l’impatto del progetto sulle diverse linee di attività e la sua realizzazione pratica, diventano decisive anche per le prospettive future di rifinanziamento del progetto.
Per tutte queste ragioni l’opera di monitoraggio e di valutazione condotta dal progetto “Miglioramento Performance Giustizia” ha una sua specifica rilevanza.
La valutazione dei risultati è così decisiva, che penso sia opportuno che il progetto best practice si conceda una “pausa di riflessione”, sospendendo per un periodo le candidature di nuovi uffici giudiziari e rinvii i nuovi ingressi nel progetto ad un momento successivo, quando avremo effettivamente valutato i risultati sinora conseguiti e indicato le eventuali linee di riorientamento. Del resto, il progetto best practice è per sua natura a carattere sperimentale.
Anche senza attendere la valutazione dei risultati e dell’impatto, ci sono elementi positivi che il progetto ha determinato negli uffici già nel corso della sua attuazione?
Nonostante nell’ambito del progetto, e in special modo dalle società di consulenza che operano negli uffici, sia stato usato il linguaggio proprio del “management amministrativo” e una terminologia del tutto estranea a quella abitualmente usata negli uffici, ho potuto osservare in prima persona un’alta motivazione e partecipazione del personale interno. Il progetto ha fornito l’occasione per un confronto stretto degli uffici con soggetti esterni che usano schemi e linguaggio diversi. Ora occorre fare attenzione a che gli uffici non diventino “dipendenti” dalla consulenza e imparino ad essere autosufficienti.
Anche per questa ragione io sono favorevole a una pausa di riflessione, a una soluzione di continuità nell’acquisizione di nuove candidature.
Un ulteriore, importante merito del progetto è di aver contribuito a rafforzare la consapevolezza e l’attenzione di Presidenti di Tribunale e di Procuratori sullo stato dell’organizzazione interna dei propri uffici, ivi comprese le cancellerie, e questo è un passo indispensabile sulla via del miglioramento.
Infine, avrei un suggerimento per lo staff di “Miglioramento Performance Giustizia”, che cura il monitoraggio e la valutazione del progetto di diffusione delle best practice negli uffici giudiziari: sarà molto interessante, in fase di valutazione d’impatto, considerare accanto a tanti altri aspetti anche quello della soddisfazione e della motivazione del personale degli uffici, per riuscire a rispondere alla domanda “Il progetto best practices ha fatto sì che gli operatori si sentano più considerati di prima?” In caso affermativo, già questo sarebbe un bel successo.
Fin qui ha elencato risultati e vantaggi del progetto best practices. Non c’è anche qualche ombra?
Lo scopo del progetto di cui stiamo parlando è la riproposizione delle eccellenze della Procura di Bolzano nelle procure e nei tribunali italiani. Uno degli obiettivi prioritari dell’azione della Procura di Bolzano è stato quello di avvicinare al cittadino la giustizia in generale e gli uffici giudiziari in particolare. È mia opinione che, tra le diverse tipologie di uffici giudiziari presenti in Italia, i tribunali abbiano il maggior numero e la maggior frequenza di occasioni di rapporto con il territorio, perché gestiscono il massimo volume di pratiche e forniscono altrettanto numerose certificazioni, necessarie, nel campo della giurisdizione civile, a cittadini e imprese.
Riterrei pertanto che la presenza dei tribunali, già numerosi nel progetto, dovrebbe essere ulteriormente incrementata, per consentire una maggior diffusione e sperimentazione di interventi di innovazione sul piano della trasparenza e della qualità dei servizi al cittadino, proprio in quella tipologia di uffici giudiziari che più ne ha bisogno.
Un ulteriore suggerimento per l’opera di valutazione condotta dal progetto Miglioramento Performance Giustizia: sarà molto utile conoscere dove si incentra la maggior parte delle azioni di miglioramento dei Tribunali e se c’è riferimento alle procedure penali o civili.
Un’ultima questione riguarda la transnazionalità del progetto best practice, dove si registra indubbiamente una difficoltà, visto che necessariamente il paese con cui realizzarla deve essere “obiettivo convergenza” e dunque una nazione dell’Europa orientale.
È mio parere che un progetto dell’importanza di "best practices" meriti di attivare sinergie con paesi di pari o maggior livello, per avere più opportunità di crescita e sviluppo.
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