Intervista a Raffaele Mea ed Ernesto Pappalardo – Tribunale per i Minorenni di Salerno
Raffaele Mea ed Ernesto Pappalardo del Tribunale per i Minorenni di Salerno hanno partecipato al progetto Percorsi di Qualità e condotto l’autovalutazione con il modello Caf presso la loro sede. Sono Caf Assessor e sono stati coinvolti nelle attività di personalizzazione del Caf al settore Giustizia nell’ambito del Tavolo Tecnico. In questa breve intervista ci raccontano una sintesi delle loro esperienze (marzo 2009)
- Perché ritenete utile una personalizzazione del modello?
Il modello C.A.F. è generalmente ritenuto applicabile a qualsiasi tipo di organizzazione sia privata che pubblica. Tale assunto appare sicuramente condivisibile anche se in determinati settori, da sempre caratterizzati da particolari complessità, è consigliabile una personalizzazione del modello.
La predetta personalizzazione non va a stravolgerne la struttura, in quanto sicuramente adattabile anche alle realtà giudiziarie, ma si limita a definire esempi significativi, dai quali gli uffici possano trarre elementi utili all’autovalutazione (self-assessment) ed al corretto inquadramento di quanto realizzato nei singoli fattori abilitanti.
La Giustizia, le cui componenti necessitano di approcci decisamente articolati e spesso non paragonabili ad altre realtà, ha opportunamente deciso di procedere alla predetta personalizzazione, nel lodevole intento di perseguire l’obiettivo della qualità nell’offerta dei servizi e del miglioramento continuo delle organizzazioni.
- Che contributo avete dato alla personalizzazione del modello?
La felice intuizione relativa alla partecipazione ad una nota iniziativa premiale, il Premio Qualità Italia 2005, ha consentito la prima applicazione del modello CAF al Tribunale per i minorenni di Salerno. Le difficoltà riscontrate in quella sede hanno favorito l’avvio di un percorso di approfondimento sfociato nella partecipazione al corso per valutari C.A.F. nelle Pubbliche Amministrazione. Questa straordinaria opportunità offertaci dal Formez, ci ha resi più consapevoli dei vantaggi derivanti dalla misurazione delle performance, presupposto fondamentale per il miglioramento organizzativo.
Il coinvolgimento nel Tavolo Tecnico, voluto dal Ministero della Giustizia e da quello per la Pubblica Amministrazione, ci ha poi consentito di collaborare attivamente alla stesura dei singoli esempi personalizzati, attraverso i quali sono stati declinati i cinque criteri relativi ai fattori abilitanti ed i quattro attinenti ai risultati.
La predetta esperienza ha rappresentato il frutto di un continuo e produttivo confronto con altri colleghi che avevano applicato il modello, con la fondamentale regia di esperti di organizzazione di chiara fama.
- Che consigli potete dare alle amministrazioni del vs settore che vogliono applicare il modello?
E’ fondamentale la condivisione del percorso di autovalutazione con la componente della magistratura, in modo da assicurare il più idoneo coordinamento delle attività.E’ inoltre imprescindibile il coinvolgimento di tutti i settori che operano nelle realtà giudiziarie.Va dato il giusto rilievo, a tale riguardo, ai diversi portatori di interesse (si pensi ai Consigli dell’Ordine degli avvocati, alle associazioni, agli enti locali, ai singoli utenti ecc.) al fine di adeguare i servizi erogati alle esigenze evidenziate.Come ci ha insegnato Tito Conti, infatti, solo attraverso l’intersoggettività, e quindi la condivisione, si può giungere ad una definizione oggettiva del concetto di qualità.Altro elemento indispensabile è la sistematicità delle misurazioni per verificare continuamente la bontà delle scelte effettuate.Anche se le misurazioni negli uffici giudiziari hanno, infatti, il carattere della continuità, riguardano spesso dati eterogenei e non indicativi ai fini della valutazione delle organizzazioni.Non va infine dimenticata la corretta individuazione dei processi lavorativi, nelle loro diversa qualificazione, chiave o di supporto, per garantire l’analisi e l’ottimizzazione dell’intera organizzazione.