Forum P.A 2001 - Uno degli 80mila gesti gentili - 01/03/01

01/03/01. Urp del Dipartimento della Funzione Pubblica - Emilio Simonetti


"E' mancata una foto alla bella mostra fotografica esposta al ForumPA e intitolata: "La consapevolezza di una valore. Storie e immagini del lavoro pubblico". Quella che un fotografo bravo come Berengo Gardin o Bossan, Koch, Siragusa o Zizola, avrebbe scattato durante l'incontro di giovedi' scorso tra colleghi URP allo stand del Ministero dei Trasporti, il cui appuntamento era stato lanciato qui in ml.
Il fotografo avrebbe ritratto gli oggetti e le persone non come immagini da vedere, ma come emozioni da sentire, cosi' come hanno fatto gli autori della mostra. Dei quali, oltre a quella insuperabile del postino di Sappada, mi e' piaciuta in modo particolare la foto della collega URP del Comune di Catania, ripresa in una posa leggiadra e dandy, alla quale solo lo scatto di un osservatore acuto e geniale poteva dare esistenza per consentire anche a noi di vederla.
Ma, come dicevo, mancava la foto della comunicazione di convivialita' e ospitalita' che ci hanno offerto allo stand URP dei Trasporti: un rilassato scambio di opinioni, l'assaggio di una bibita, un pasticcino. Nonostante la canicola del "solarium" - come ha chiamato lo stand Isa Gugliemucci - e' stata davvero gradevole questo incontro venuto come una salutare cesura dello stress fieristico-convegnistico.
Puo' sembrare mera cronaca segnalare questo piccolo evento, tra i tanti, imponenti e ricchi di contenuti, svoltisi sui temi piu' disparati dal 7 all'11. E forse sarebbe anche mio dovere verso i colleghi che non sono potuti venire, raccontare almeno le linee essenziali su cui si e' sviluppato l'importante appuntamento della PA. Inoltre, per dovere d'ufficio dovrei parlare della "Giornata degli innovatori" organizzata proprio dal mio ufficio ma, credetemi, a un giorno dalla conclusione, ho ancora la sindrome da standista e vorrei dedicare queste righe ad una notazione personale.
"Abbiamo ritenuto che fosse interessante esplorare nuovi linguaggi capaci di parlare in profondita' e di promuovere le competenze emotive degli operatori, risvegliare e mettere in moto valori fondanti, per trasformare la pericolosa metafora della macchina amministrativa in quella positiva delle "persone al servizio dei cittadini"" - scrivono i curatori della mostra - Bonaretti e Stolfi -, a proposito delle fotografie esposte.
E' dentro questa traccia che l'incontro che abbiamo avuto allo stand mi sembra cosa straordinaria e importante perche' offerto con impegno gratuito, privo di decisioni, apparentemente inutile - "ma chi gliel'ha fatto fare?" e' stato, ne sono sicuro, il pensiero di molti di noi ospitati.
Organizzare il piccolo incontro nel momento tecnicamente piu' complicato e faticoso, nel bel mezzo del caravanserraglio di uno stand affollato e sapere accogliere con poche gocce fresche di chinotto e acqua minerale, non significa solo placare l'arsura di altri colleghi ma dimostrare una sensibilita' umana, una competenza emozionale messa al servizio di persone che fanno lo stesso mestiere in un momento faticoso del loro impegno. E questo mi sembra, come dire, qualita' essenziale di noi come persone prima ancora che come professionisti.
Una attenzione alla comunicazione interpersonale, dimostrata anche in altre occasioni quella dei nostri colleghi dei Trasporti che - mi vado convincendo - non e' solo una componente della nostra expertise di comunicatori pubblici ma quasi l'alfa e l'omega, sangue e ossigeno di qualunque politica di innovazione e rifondazione del nostro ruolo e
significato profondo piu' in generale del lavoro pubblico (uuhhmm, l'ho detto).
E' a questi "valori fondanti" propri dell'intelligenza emotiva che fanno riferimento i curatori della mostra parlando dei ritratti fotografici di pubblici dipendenti - ripresi nelle biblioteche, come nelle aule o nelle
strade. E allora, mi chiedo, perche' al di la' delle tecnicalita' dei nostri metodi e delle nostre teorie, noi comunicatori pubblici non ci addestriamo, non favoriamo tutti i giorni questi "piccoli gesti" di cortesia, di amicizia empatica, di cordialita', da sviluppare non come abilita' che devono essere possedute ma come emozioni che devono essere
sentite? In questo senso, i colleghi dei Trasporti e' come se avessero saputo offrire uno degli 80mila "gesti gentili" che i maestri zen insegnano ai loro allievi.
"Gesti gentili" da vivere come sentimenti ed emozioni, non come atti e compiti d'ufficio, come campi tensivi di pratica e senso personale e collettivo, negli impegni quotidiani tanto con le persone "utenti", di fuori, quanto con le persone "colleghi d'ufficio", di dentro.
Emozioni vissute, come ci ha indicato il titolo della mostra, con "La consapevolezza di un valore". E' proprio quella cosa che ho visto gia' presente nei colleghi che mi hanno offerto la bibita fresca allo stand giovedi' scorso e che volevo raccontare.
Un saluto a tutti, emilio.
 

 
14/05/2001. Primiana Leonardini
"Ho letto con....'emozione' la lettera di Emilio sul Forum PA.
Sono una delle molte persone che avrebbe voluto esserci, una delle tante presenze mancate, di cui nessuno si accorge tranne l'assente.
Ho potuto però assaggiarne qualche istante dalle parole di Emilio, e intuire il procedere di una crescita che va oltre ogni razionale e tecnicistica 'previsione': gli uomini e le donne (in senso umano, compiuto, olistico, totale) che finalmente esistono nel lavoro, dal lavoro, sopra il lavoro....e lo ri-formulano, lo ri-inventano e ri-creano a propria misura.
Lavoro che non è più, se mai lo è stato, mero esercizio, ma spazio d'espressione e del Sè. Di sè. Fonte di soddisfazione 'umana', cioè emotiva, relazionale, addirittura affettiva. Dal mio piccolo punto di vista, è
naturale che sia così.
Eppure, inutile nasconderlo, tali sono gli artifici sociali, politici, istituzionali, economici eccetera eccetera, che le dimensioni del sopravvento rendono ancora invisibili gli aspetti tipici dell'essere umano (mi riferisco alla propositività, alla natura sociale e relazionale, alla creatività, alle emozioni, ai bisogni sociali, alle dimensioni valoriali e progettuali della propria esistenza), per rendere conto soprattutto di quelli 'meccanicistici', tipici delle macchine (gli adempimenti, i compiti, i calcoli, le norme).
Il progetto Urp degli Urp sta aprendo uno squarcio enorme sulla tela raffigurante la macchina istituzionale, e ci sta mostrando 'il quadro sotto', che vuole riemergere, farsi ammirare in tutto il suo splendore. I colori dietro lo squarcio sono ammiccanti, sorridono, e richiamano un colore più antico, di cui tutti siamo parte, il colore dei 'gesti gentili', delle bibite fresche e dell'accoglienza.
Il progetto Uro degli Urp sta aprendo uno squarcio e spuntiamo noi, i nostri sogni, le nostre paure, i nostri progetti, il nostro...essere umani.
Preveggenti furono le lettere sui colori di qualche mese fa, che raccolsero molteplici intuizioni, da esplorare e raggiungere sull'autobus dei desideri che abbiamo visto passare.
Sta accadendo qualcosa di meraviglioso: aumentano le persone al servizio di altre persone. Aumentano i 'gesti gentili', aumentano l'ascolto, l'empatia, la relazione, la competenza. E ogni giorno, possiamo far aumentare tutto questo un poco di più.
A tutti, buona giornata."


 16/05/2001. Mauro Bonaretti e Emanuele Stolfi
"Vogliamo ringraziare Emilio per la sua nota "uno degli 80 mila gesti gentili".
Quando abbiamo avuto l'idea di progettare la mostra "La consapevolezza di un valore" stavamo proprio discutendo con lo spirito che Emilio descriveva così bene nella sua nota. La nostra iniziativa nasce da riflessioni molto simili: l'esigenza di sottolineare la ricchezza del lavoro pubblico, di uscire dalle dimensioni esclusivamente tecnica dell'innovazione, di ritrovare le ragioni profonde del lavoro, di aprirsi a nuove forme di linguaggio e, perché no, di generosità e gentilezza. C'era in noi cioè la volontà di riportare le persone e il lavoro al centro dell'attenzione di tutti (dei cittadini e degli stessi operatori pubblici). Noi crediamo che innovare la pubblica amministrazione sia possibile solamente se i "gesti gentili" di cui parlava Emilio possono diventare patrimonio di tutti i lavoratori delle amministrazioni italiane.
Grazie dell'attenzione e buon lavoro."


17/05/2001. Fabio Ciccolini
"L'accenno alla mostra fotografica, allestita nello stand del Forum nella scorsa settimana, è stata per me un'occasione di riflessione. Sono appassionato di fotografia e, trovarmi di fronte a dei mostri sacri come
Gianni Berengo Gardin o Roberto Kock, è stato davvero esaltante.
A dire la sincera verità, la prima impressione che ho avuto dopo averla vista al Forum non è stata delle migliori. Forse perche' stanco e poco lucido, forse perche' colpito dalla "sindrome da standista" (come dice Emilio) che per me è si e' tramutata nella "sindrome da zainetto" (degli innovatori), insomma la prima impressione è stata negativa. Molto. Li per lì non mi è piaciuta per niente.
Per carita', dal punto di vista tecnico nulla da eccepire: belle foto in bianco e nero, tecnicamente ben fatte ed ben eseguite. Ma in quel momento le ho sentito fredde, distanti, non mi trasmettevano alcuna sensazione.
Poi, il giorno dopo, sfogliando il libro dove sono state raccolte (edito dal Poligrafico), ho provato una sensazione diversa, completamente opposta alla precedente. E risfogliandolo ancora una volta, il giorno successivo, insieme
ad alcuni colleghi, ho gustato ancora di più quegli scatti. Foto bellissime, dense di umanità, con una struttura narrativa ben precisa. E' un ottimo prodotto: si potrebbero utilizzare alcune di quelle immagini per altri prodotti
editoriali, ad esempio per un calendario sulla pubblica amministrazione.
Come sottolineato da Stolfi e Bonaretti, c'era la volonta' di uscire dalle dimensioni specifiche dell'innovazione, di ritrovare le ragioni profonde del lavoro con nuove forme di linguaggio, di riscoprire il valore dell'uomo qualunque, metterne in evidenza la sua umanità. Sì la volontà di riportare le persone e il lavoro al centro dell'attenzione di tutti: e così la foto che ritrae il postino di Sappada coglie in pieno questo aspetto, assume un significato preciso.
Il medico condotto in un piccolo centro innevato del Trentino che stringe la mano di una donna anziana che cerca affetto e aiuto con il suo sguardo di dolore è un altro bellissimo gesto.
E ancora: la malinconia del sorvegliante di un carcere, la fatica del funzionario di una cancelleria del Tribunale di Palermo circondato da una pila di pratiche e scaffali che riporta alla mente le carte di cui sono pieni i nostri uffici amministrativi, la presenza rassicurante dei carabinieri in servizio nelle strade che si intrattengono con dei bambini
gioiosi, i volti pieni d'umanità di una pattuglia di soldati italiani in missione di pace in "Kosovo", addirittura i particolari delle mani di un incisore che controlla dei francobolli da stampare per il Poligrafico, l'insegnante che osserva compiaciuto la prova pratica dei suoi allievi di una scuola professionale, la fatica degli addetti al soccorso stradale di un ospedale, la solitudine di una guardia carceraria all'interno di un braccio del carcere di Regina Coeli, gli operai di un'officina riparazioni di un'azienda dei trasporti milanesi che lavorano febbrilmente, la pazienza
certosina di alcuni restauratori della Sovrintendenza ...........
Foto magnifiche!!!
Potrei continuare ancora, ma vi annoierei. Quei piccoli gesti quotidiani vanno visti, non è possibile tradurli e ingabbiarli dentro delle parole.
Un grazie sincero a Stolfi e Bonaretti per averci regalato questi "piccoli" e normali gesti di gentilezza quotidiana che tante volte dimentichiamo."

 



Ultimo aggiornamento: 15/11/04