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Michele Visciola, Usabilita' dei siti web, Apogeo 2000

di Emilio Simonetti

    Michele Visciola

    Usabilita' dei siti web

    Apogeo, Milano 2000, pp. 170
 
 
 
 
 
 

Comprende le determinazioni pertinenti ad enunciare, in risposta alla domanda su come una cosa è.

Probabilmente, se oggi Aristotele fosse vivo, insieme a questa definizione della qualita', ci avrebbe fornito anche quella dell'usabilita', come una sua rilevante specificazione. L'immaginario Stagirita della net-economy, attento come quello antico all'organizzazione sistematica del sapere empirico, non avrebbe sopportato infatti che uno degli aspetti piu' importanti dell'esperienza di oggi - la qualita' del rapporto che si instaura tra il navigatore e l'interfaccia web - restasse privo di una sistemazione concettuale nell'architettura delle consocenze applicate alla rete. In questo campo non disponiamo ancora di un Organon (Strumento metodologico) universale e condiviso dagli addetti ai lavori, anche se alcuni principi sembrano essere emersi di fatto.

Il libro di Michele Visciola sull'usabilita' dei siti web ci sembra un importante contributo verso questa impresa generale, almeno in Italia. Webmaster, webmanager, addetti al marketing, comunicatori pubblici, possono dunque leggere il libro di Visciola come uno Strumento metodologico utile per la comprensione delle problematiche di qualita' nelle esperienze di navigazione sul web.

Ma quali sono queste problematiche? Qui il compito del recensore nel rispondere alla domanda si semplifica immediatamente al solo richiamo dell'ultima ora di navigazione del lettore. Quante volte, nel corso del vostro ultimo collegamento, avete imprecato per un documento non trovato, una pagina non visualizzata? E quel fastidioso senso di disorientamento che avete provato nell'aggirarvi in un sito alla ricerca di qualche informazione? Ma anche a ricerca conclusa fruttuosamente, non vi siete chiesti se era proprio necessario sprecare mezzora in giravolte tra un link e l'altro per una informazione che poteva ben essere ad uno o due clic di "distanza"? Bene, tutte queste domande, imprecazioni e vari moti dell'animo hanno a che fare con il livello di "usabilita'" del sito" da voi frequentato.

"Un sito web e' usabile quando soddisfa i bisogni informativi dell'utente finale che lo sta visitando e interrogando, fornendogli facilita' d'acceso e di navigabilita' e consentendo un adeguato livello di comprensione dei contenuti. Nel caso non sia disponibile tutta l'informazione un buon sito demanda ad altre fonti informative".

Visciola passa in rassegna in modo analitico questa definizione che fa da pietra miliare del suo lavoro. Ci spiega con chiarezza che il requisito di usabilita' piu' importante, quello della navigabilita', e' soddisfatto in un sito che non consente o comunque riduce al minimo il senso di smarrimento del navigatore dovuto ad un impreciso sistema di orientamento. E' evidente che in un ambiente ipertestuale come internet, l'orientamento e' decisivo per portare a buon fine le operazioni piu' comuni. L'autore approfondisce inoltre gli altri cinque requisiti dell'usabilita'.

Che sono, nell'ordine:

- l'utilita' attesa: la corrispondenza delle informazioni del sito alle aspettative degli utenti finali;

- la completezza dei contenuti: il livello di approfondimento delle informazioni richiesto dall'utente;

- la comprensibilita' delle informazioni: che ha a che fare oltre che con la leggibilita' dei testi anche con il "labelling system", ovvero l'insieme di link e parole attivabili nella navigazione per accedere alle altre pagine del sito;

- l'efficacia comunicativa: che incide sulla costruzione della relazione di fiducia del sito con l'utente;

- l'attrattivita' grafica: che trova nel "look and feel", l'impatto piacevole/spiacevole che si prova alla prima esperienza una delle sue componenti decisive, ma che non a caso e' stata posta alla fine nell'ordine di priorita' dei requisiti.

La trattazione teorico-pratica dei temi dell'efficacia delle ricerche sui siti, dell'ottimizzazione delle risorse grafiche, dei "fattori critici di missione" di un sito, di una buona architettura dell'informazione, completa il quadro generale degli argomenti toccati dal libro.

Che è importante, a nostro avviso, non solo perche' primo sulla materia in Italia, ma anche perche' la sua lettura risulta quasi dovuta per "dovere d'ufficio" agli addetti pubblici del settore, data la recentissima pubblicazione della prima direttiva sull'accessibilita' e l'usabilita' dei siti web pubblici da parte del ministro della Funzione Pubblica - circolare n. 3/2001. D'ora in poi, non e' piu' concesso ad un webmaster, ad un comunicatore pubblico, al responsabile di un sistema informativo, derubricare i problemi incontrati dai disabili o dagli utenti nell'accesso e nella fruizione delle informazioni, a semplici epifenomeni del funzionamento di un sito web.

E' per questo che occorre portare a nuova sensibilita' e consapevolezza la progettazione, la gestione e il restyling dei siti web pubblici da parte di tutte le profesionalita' che intorno ad essi operano. Il libro di Visciola è uno strumento prezioso per questo compito.

Ma il libro va letto, crediamo, non solo dagli esperti del settore ma anche dagli "utenti generici", perché ha pure questo significato: le definizioni analitiche dell'usabilita' spiegate fino alla costruzione di una vera e propria metrica di valutazione, e' come se richiedessero un doppio sacrificio da parte del navigatore: il sacrificio dello sguardo innocente e il sacrificio dello sguardo inconsapevole.

Il fatto e' che la conoscenza dei principi dell'ingegneria dell'usabilita' - se letta a contrario - e' come un salutare vademecum cognitivo dei disservizi della comunicazione pubblica - la qualita' negativa della comunicazione dei siti web - non meno gravi di quelli tradizionali, anche se meno conosciuti.

Ora che molti servizi trovano con internet il loro "mass new medium" di erogazione e interazione con i cittadini, l'analfabetismo telematico equivale ad una barriera al loro pieno e largo accesso.

Questo venir meno di innocenza e inconsapevolezza nella navigazione da parte dei cittadini elettronici, in funzione della acquisizione di ordinarie griglie cognitive da usare, al di la' dei test specialistici di usabilita', come normali filtri percettivi per guardare/valutare i siti web, ha molto a che vedere, a nostro parere, con la costruenda cittadinanza elettronica (leggi: con un attrezzato esercizio del diritto all'informazione).

Il risveglio di questa nuova consapevolezza dello sguardo e' percio', a pensarci bene, un altro modo per combattere il digital divide al cui contrasto ci ha chiamato il recente Terzo Global Forum di Napoli.

Emilio Simonetti


Ultimo aggiornamento: 20/11/06