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Esperienze

Intervista a Bruno Tribioli - Responsabile Risorse umane dell'ASI

L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) è un utilizzatore esperto del modello ed un sostenitore convinto dell’utilità della sua diffusione fra gli EPR. Quali sono i vostri consigli per l’utilizzo del CAF da parte degli altri Enti di ricerca?

Nei contatti con gli altri Enti interessati sottolineiamo sempre alcuni elementi fondamentali:

  • la decisione iniziale deve venire dal Vertice, ma tutto il personale deve essere costantemente coinvolto attraverso questionari e focus group sui diversi criteri del modello;
  • i portatori di interesse devono sempre essere posti al centro dell’analisi; se non è disponibile nell’organizzazione una mappa completa dei portatori di interesse, occorre dedicare del tempo per disegnarla;
  • il programma deve essere accompagnato da un ampio piano di comunicazione, indirizzato ad ogni livello;
  • è importante confrontare continuamente la propria esperienza con altri utenti CAF, direttamente o tramite la conoscenza ed il supporto del Centro Risorse CAF nazionale.

Occorre avere ben presente che si tratta di una strategia di lungo termine: i maggiori vantaggi infatti si ottengono ripetendo nel tempo i cicli di autovalutazione. Inoltre, fondamentale è la struttura organizzativa scelta per il programma, che deve essere snella ma posizionata vicino al vertice, meglio se in riporto funzionale al Direttore generale, per disporre della giusta autorità e autonomia.

 

E’ da un paio di anni ormai che il CODIGER si interessa al modello CAF. Quali sono le considerazioni emerse nell’incontro di settembre scorso? 

In questo ultimo anno ci sono stati diversi momenti di incontro con gli EPR, che hanno consolidato l’interesse per il CAF quale modello di riferimento per un vasto insieme di Enti pubblici, anche con caratteristiche diverse tra di loro. L’idea di avere un metodo comune per sviluppare la performance organizzativa è certamente l’elemento più importante di questo interesse: abbiamo ragionato più volte sui benefici ricavabili per il comparto (vocabolario, scambio di esperienze, best practices) anche in termini di allineamento alle eccellenze europee, dalle quali il modello trae ispirazione per il suo continuo aggiornamento. 

Siamo soddisfatti che alcuni EPR stiano già muovendo i primi passi e che altri sono decisi a farlo con il supporto del CRCAF e degli utenti più esperti. I miglioramenti che si ottengono con l’utilizzo costante del modello non sono temporanei, ma restano radicati nella cultura e nei comportamenti delle persone: questo consente una crescita omogenea e progressiva di tutta l’organizzazione e quindi con il diffondersi dell’utilizzo del modello si può ottenere un beneficio per l’intero settore.