Intervista a Giovanni Valietti, Comune di Bergamo – Coordinatore del Benchmarking Qclub
11 settembre 2012 - Giovanni Valietti, coordinatore del Benchmarking QClub, illustra, in questa intervista, stato dell'arte dell'iniziativa focalizzando l'attenzione sulla predisposizione di un set completo di indicatori di confronto
Il BQC sta lavorando per predisporre set di indicatori di confronto su alcune aree di servizi: a che punto è giunto il vostro lavoro?
Sono numerose le attività di benchmarking che il QClub sta portando avanti in questi anni grazie alla disponibilità dei referenti dei comuni coinvolti. Tutti i quattro "tavoli" nei quali si articola la maggior parte del lavoro nel BQC - che riguardano indicatori di performance dei servizi demografici e dei servizi alla prima infanzia; indicatori di processo nella gestione delle risorse umane e nella gestione dell’ascolto del cittadino - sono da tempo giunti ad un livello avanzato di definizione, sia dell’apparato di rilevazione (i set di indicatori), che di compilazione delle misurazioni rilevate presso ciascun ente. Per ogni tavolo è disponibile almeno una serie annuale di rilevazioni, con livelli elevati di completezza per quasi tutti gli enti.
Il dibattito teorico e metodologico sull’esperienza verte ora sulla necessità di andare oltre la numerosità degli indicatori individuati per ciascun tavolo e di definire un modello di set ristretto degli indicatori, replicabile su ogni “tavolo”.
L’idea del BQC è quella di provare ad identificare, sulla base del lavoro fatto in questi anni, un numero definito di indicatori chiave che possano essere messi a disposizione anche di altri enti, per potersi confrontare in maniera omogenea. Il BQC metterebbe a disposizione i propri standard e gli enti che decidono di utilizzare il set di indicatori proposto disporrebbero sia delle metriche da impiegare (quali elementi analizzare e in quale modo) sia degli standard con cui confrontare le proprie performance.
Questi indicatori consentirebbero di arrivare alla definizione di un indicatore sintetico che, con un solo dato, permetta di posizionare immediatamente l’ente rispetto alla performance dell’ambito considerato in relazione agli altri enti.
In altri termini, il tema in discussione è quello di selezionare dodici/quindici dimensioni, quantitative, qualitative, economiche e organizzative che, poste in relazione fra loro e ponderate, si prestino a produrre un solo numero, un indicatore “molare” - di sintesi, capace di sintetizzare uno standard di performance dell’ente sul servizio oggetto di benchmarking.
Potrebbe spiegare meglio in cosa consiste fare benchmarking “su un numero solo” e come questa metodologia potrebbe essere utilizzata da altre amministrazioni interessate?
La sperimentazione del modello è figlia del “tavolo” di benchmark sui servizi demografici del quale mi occupo personalmente fin dall’avvio del BQC.
Per andare verso un indicatore di sintesi si è preso spunto dagli indicatori di benchmark utilizzati nel mondo della finanza. Con un solo numero è possibile dire agli operatori internazionali come sta andando una piazza finanziaria; dietro l’indice FTSE-Mib c’è ad esempio un complesso mix di rilevazioni ponderate che dà poi la sintesi sul mercato borsistico italiano.
Partendo da questa idea, abbiamo provato a costruire un nostro indicatore sintetico per i servizi demografici e l’abbiamo battezzato BQC AnaSC 1120. AnaSC sta per Anagrafe-Stato Civile e 1120 è il punteggio complessivo ottenibile, somma teorica dei punteggi di tutti gli indicatori dell’ente coincidenti con lo standard. Naturalmente nel caso di prestazioni migliori rispetto al valore obiettivo, questo valore aumenta.
Con la proposta dell’indicatore BQC AnaSC 1120 abbiamo voluto percorrere questa strada, costruendo una scheda di sintesi che combina 14 indicatori scelti tra i più significativi dei 44 che compongono il nostro set allargato e che dà a ciascuno una ponderazione; a cascata dalla scheda si accede tramite link ipertestuali alle schede di rilevazione dei singoli indicatori, ciascuna corredata delle opportune istruzioni metodologiche che sono garanzia di uniformità nella raccolta del dato.
A regime, l’ente che volesse testare BQC AnaSC 1120 avrà tutte le informazioni per farlo in casa propria,
A breve ci incontreremo per discutere e validare il modello e decidere gli ultimi valori che, inseriti dentro la scheda, definiranno lo “standard” considerato da BQC come “best practice”, rispetto al quale verificare il proprio posizionamento.
Per facilitare il confronto, BQC AnaSC 1120 è stato pubblicato sul sito del comune di Bergamo (link), e speriamo di ricevere consigli e suggerimenti da chi ci legge nelle prossime settimane.
Quali vantaggi ha prodotto per gli enti aderenti al BQC la partecipazione all'iniziativa in questi anni?
I vantaggi sono quelli tipici del’appartenenza ad un club. Innanzitutto il comune sentire sui temi costitutivi a cui è seguito l’arricchimento che scaturisce dal confronto fra simili.
In questo senso BQC è un club a tutti gli effetti e ci ha aiutato a sollevare il capo al di sopra dei nostri enti consentendoci di individuare, meglio e prima di altri, i cambiamenti epocali che hanno interessato negli ultimi anni le PA e gli enti locali.
Quali iniziative di attualità sta progettando il BQC per i prossimi mesi?
Da facoltativo e volontaristico che era, negli ultimi anni anche il benchmarking è diventato per le PA obbligatorio per legge. Parole come costi standard e acronimi come IFEL SOSE sono entrati nel nostro vocabolario quotidiano e hanno assorbito sempre più tempo ed energie.
BQC non può non tenerne conto e nell’attività 2012-2013 – di cui discuteremo nel corso del prossimo incontro, previsto a Firenze in autunno - dovremo valutare attentamente i possibili nuovi approcci alla metodologia del benchmarking, in modo che la pur necessaria priorità di utilizzo delle rilevazioni proposte centralmente non ci faccia perdere per strada l’originaria mission di BQC che al benchmarking ha sempre coniugato la Q di qualità.