Il bilancio partecipativo è uno strumento per promuovere la partecipazione dei cittadini alle politiche pubbliche locali, e in particolare, al bilancio preventivo dell’ente cioè alla previsione di spesa e agli investimenti pianificati dall’amministrazione.
Si può parlare di bilancio partecipativo quando su un territorio viene praticato un percorso di dialogo sociale che tocca il ‘cuore’ economico/finanziario dell’amministrazione, puntando a costruire forti legami ‘verticali’ tra istituzioni ed abitanti, e contemporaneamente solidi legami ‘orizzontali’ tra i cittadini le loro organizzazioni sociali.
Il bilancio partecipativo è anche uno strumento di rendicontazione sociale, perché prevede momenti di informazione rivolti alla cittadinanza, riguardanti l’operato dell’ente, gli investimenti fatti e gli interventi previsti. Questo percorso di partecipazione è supportato dalla comunicazione e dall’uso di strumenti per coinvolgere e per raccogliere le idee e i suggerimenti della cittadinanza.
Attraverso il bilancio partecipativo è possibile costruire un rapporto diretto tra cittadini e governance locale, riavvicinare le persone e l’elettorato alla politica e al governo del territorio. Esso rappresenta uno strumento privilegiato per favorire una reale apertura della macchina istituzionale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione nell’assunzione di decisioni sugli obiettivi e la distribuzione degli investimenti pubblici, superando le tradizionali forme solo ‘consultive’ e creando un ponte tra democrazia diretta e quella rappresentata.
Il bilancio partecipativo inizia ad essere conosciuto e a diffondersi dopo il primo Forum Sociale Mondiale tenutosi a Porto Alegre nel 2001; sul modello latinoamericano si sono sviluppate le prime sperimentazioni di bilancio partecipativo in Italia ed Europa.
Un ente pubblico può decidere di utilizzare il bilancio partecipativo sulla base di diverse motivazioni e perseguendo varie finalità: dalla più semplice volontà di promuovere uno strumento di ascolto delle reali necessità dei cittadini o dall’obiettivo di promuovere un’amministrazione più trasparente e dialogante o di migliorare il rapporto con i cittadini, alla volontà di rendere realmente partecipi i cittadini e di renderli attivi nel territorio in cui vivono incentivando anche una maggiore responsabilizzazione della cittadinanza e un maggiore senso civico.
In sintesi i principali obiettivi che il bilancio partecipativo perseguesono:
- facilitare il confronto con la cittadinanza e promuovere scelte e decisioni condivise, riducendo anche i conflitti
- rispondere in modo più efficace, alle necessità dei cittadini, e assicura una maggiore corrispondenza tra bisogni da soddisfare e risorse disponibili
- coinvolgere i cittadini nel processo nella gestione pubblica attraverso forme di democrazia diretta
- ricostruire un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini
Generalmente sono gli enti comunali a promuovere i bilanci partecipativi, anche a livello circoscrizionale, essendo le amministrazioni più vicine ai cittadini, ma anche altri enti possono utilizzare questo strumento.
Come realizzare un bilancio partecipativo
Non esiste un unico modello di bilancio partecipativo; sulla base delle sperimentazioni e dei progetti realizzati, è possibile, infatti, individuare differenti percorsi di definizione e attuazione di questo strumento: l’amministrazione può, attraverso momenti di confronto, raccogliere le necessità e le proposte dei cittadini e sulla base di esse decidere l’impiego delle risorse finanziarie inserite nel bilancio preventivo in modo tale da rispondere ai bisogni e ai suggerimenti emersi, oppure è possibile prevede una partecipazione più diretta dei cittadini, che attraverso momenti e strumenti adeguati sono chiamati a scegliere come investire una quota delle risorse economiche dell’ente.
Le valutazioni e le proposte dei cittadini generalmente non riguardano l’intero bilancio, ma una parte del budget dell’ente, uno o più capitoli di spesa del bilancio che interessano direttamente la cittadinanza come per esempio i trasporti locali o le politiche culturali e sociali.
Una prima differenza tra le diverse forme di bilancio partecipativo riguarda la previsione di una quota precisa: l’ente stabilisce la quantità del budget e i cittadini sono chiamati a confrontarsi per decidere come investire i soldi disponibili.
È possibile poi anche prevedere un bilancio partecipativo rivolto ad un target preciso o ad un gruppo particolare di cittadini.
Per esempio un Comune può prevedere di coinvolgere i giovani e di chiedere loro di avanzare proposte su come investire 20 mila euro delle risorse comunali, oppure di coinvolgere gli abitanti di una certa zona del comune nelle decisioni di investimenti destinati a quell’area cittadina.
Oltre a queste differenze, il bilancio partecipativo si può distinguere anche per il “livello” di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini:
- i cittadini sono informati preventivamente dei contenuti del bilancio dell’amministrazione attraverso momenti e strumenti predisposti ad hoc, e viene aperta una consultazione sul bilancio
- i cittadini sono chiamati a valutare e votare alcuni progetti o interventi individuati dall’amministrazione, al fine di decidere quale progetto inserire in bilancio e quindi realizzare
- i cittadini sono chiamati ad avanzare proposte progettuali di cui l’amministrazione dovrà tenere conto al momento della definizione del bilancio
- i cittadini sono chiamati a confrontarsi e a decidere su come spendere una quota precisa del budget dell’amministrazione
Un processo partecipativo al bilancio pubblico può essere suddiviso in tre macro-fasi:
- Informazione e comunicazione: si pianifica la comunicazione verso i cittadini, si predispongono gli strumenti – sito web, social network, forum, campagna di comunicazione, pubblicazioni, depliant, ecc. – e si informa la cittadinanza sull’iniziativa e sulle modalità di svolgimento
- Consultazione e partecipazione: si attiva il processo di consultazione e di partecipazione, si organizzano e realizzano gli incontri, si gestiscono gli strumenti e i momenti di partecipazione
- Valutazione, definizione e diffusione: l’amministrazione valuta la fattibilità delle proposte e decisioni raccolte, definisce il bilancio e ne informa la cittadinanza. Si individua una serie di azioni che dovrebbero essere incluse nella pianificazione di un processo di bilancio partecipativo:
- definizione degli obiettivi
- scelta del modello
- definizione dei soggetti da coinvolgere
- scelta e pianificazione degli strumenti
- definizione delle modalità di partecipazione (fisica/virtuale, tempi e modi, votazione ecc. )
- definizione di un regolamento e diffusione- pianificazione e organizzazione del programma e degli incontri
- diffusione dei risultati
- pianificazione del bilancio in base ai risultati
- diffusione del bilancio e feed back del processo partecipativo
Aumentando l’attenzione alla partecipazione e ai processi decisionali inclusivi da parte dell’amministrazioni pubbliche, il bilancio partecipativo è oggi sempre più diffuso e viene utilizzato da un numero crescente di enti.
Il pericolo che può presentarsi nell’uso di questo strumento consiste nella mancata attuazione delle proposte raccolte, e nel mancato allineamento del bilancio e delle politiche pubbliche alle decisioni prese dai cittadini; altrettanto pericoloso, dato la connotazione politica erroneamente attribuita a questo strumento di governance, è che la promozione del processo partecipativo rimanga un impegno elettorale annunciato che non viene poi realmente realizzato, trasformandosi in questo modo da strumento di partecipazione e democrazia diretta a strumento di propaganda politica.