Focus Group
Come strutturare e gestire un focus group
Il focus group è una tecnica di ricerca che nasce negli Stati Uniti ad opera di due sociologi degli anni ‘40 del Novecento, K. Levin e R. Merton, al fine di focalizzare un argomento e far emergere le relazioni tra i partecipanti.
Durata: il focus group non deve durare meno di 90 minuti e non oltre i 120 minuti.
Conduzione: il focus group viene normalmente effettuato da due persone: un animatore che conduce la discussione e un osservatore che esamina le dinamiche di relazione del gruppo.
Partecipanti: i partecipanti al focus group devono essere almeno 6/7 e non più di 12/13 persone, poiché un numero inferiore potrebbe inficiare le dinamiche di gruppo, mentre un numero superiore tende spesso a censurare l’intervento delle opinioni contrarie o deboli, non permettendo a tutti i partecipanti di esprimere al meglio le proprie idee.
Fasi di attuazione: il focus group si compone di quattro fasi principali:
1. RISCALDAMENTO – è la fase più delicata in cui si determina l’esito del focus group, poiché spesso conduttore e osservatore sono percepiti con diffidenza, quali intrusi indagatori; pertanto, è bene mitigare il clima con un approccio amichevole e "soft”. Si inizia poi a strutturare la comunicazione sul contenuto, stimolando i partecipanti con un giro di tavolo o mediante la tecnica del metaplan, invitandoli a riflettere su un tema generico che deve essere sempre più specificato e indagato nella direzione utile rispetto ai fini preposti, seguendo i ragionamenti e le parole dei partecipanti stessi e facendone un’analisi semantica e del contenuto per farne emergere le criticità.
2. RELAZIONE – in questa fase si indaga il clima del gruppo, è perciò opportuno fare domande su tematiche di interesse comune e condiviso (tipo la mission dell’ente, i valori, la cultura aziendale laddove si conduce un focus group interno all’Amministrazione). E’ possibile utilizzare le tecniche proiettive per stimolare le libere associazioni e favorire l’esposizione di tutti i partecipanti (ad esempio: se io dico …, voi dite….? – Un buon motivo per lavorare qui è …? – Se avessi la bacchetta magica, della mia amministrazione cambierei ….?)
3. CONSOLIDAMENTO – in questo momento, di norma, emergono le problematiche più sentite: è perciò importante, oltre a lasciare che il gruppo metta in evidenza le proprie criticità, tentare di calmare i partecipanti affinchè non si verifichino conflitti e per evitare che il focus group diventi uno "sfogatoio" di problemi più di affermazione personale che di necessità professionale.
4. DISTACCO – la quarta fase è quella dell’allontanamento: per evitare di deludere le aspettative dei partecipanti, che, a questo punto, se la tecnica di ricerca è stata condotta ed utilizzata nel modo appropriato, sono in piena sintonia con il conduttore, in cui ripongono fiducia, è bene attuare un distacco graduale, lasciando che il gruppo si sfaldi da sé, in modo naturale.
Alcuni consigli:
1. Non azzardare domande di cui non si può supporre la risposta
2. Contenere il leader informale che tenta di trascinare il gruppo con la sua prepotenza vocale o con il suo ascendente
3. Non lasciare che l’incontro diventi un "sfogatoio", perciò contenere chi fa interventi troppo lunghi e poco inerenti alle finalità perseguite
4. Tentare di incrementare la relazione tra conduttore/osservatore e partecipanti
5. Dar sempre voce ai più deboli e ai più timidi, altrimenti si rischia di perdere punti di vista importanti
6. Bloccare quelle domande del gruppo che mirano a temi personali
7. Non mettersi mai in conflitto con i partecipanti, anche se di opinione contraria alla propria
8. Non esprimere mai la propria opinione e non dare giudizi, tentare invece di rilanciare sempre la questione al gruppoChi conduce il focus gruop non si deve preoccupare di risolvere il problema/la questione: non è questa la sede. Il focus group è fatto perché sia il gruppo dei partecipanti a proporre soluzioni.