Outsourcing
Come ottimizzare l'utilizzo di risorse a disposizione di un Ente ricorrendo all'esternalizzazione di funzioni e/o servizi
Con il termine ''outsourcing'' (composto dalle parole ''outside'' e ''resourcing'') si intende la scelta di affidare, interamente o parzialmente, ad un fornitore esterno delle attività di servizio interne ad una organizzazione.
L'outsourcing ha acquisito maggior fama nei paesi anglosassoni - negli Stati Uniti, in modo particolare - a partire dalla crisi economica degli anni '80. Il principio fondamentale sul quale si basa questo strumento è molto semplice: far fare ad altre organizzazioni quello che sanno fare meglio in modo da ridurre i costi, migliorare la qualità dei servizi o dei prodotti intermedi di cui si ha bisogno e liberare così risorse necessarie per lo sviluppo di ciò che costituisce la vera attività dell'organizzazione.
Come si può ben intuire, il fenomeno dell'outsourcing, dunque, afferisce principalmente al settore delle imprese private – e, in particolare, a quello industriale e dei servizi – sebbene sia diventato di grande interesse anche per il settore pubblico, nel quale se ne osserva una sempre maggiore diffusione. In termini privatistici, esso consiste nell'affidamento di fasi del processo produttivo a terzi attraverso contratti di subfornitura, preservando all'interno dell'impresa le fasi di progettazione e strategia commerciale. Tutto questo a fini di un vantaggio economico e di una maggiore efficienza dell’impresa la quale, esternalizzando attività ''secondarie'', può concentrare le proprie risorse umane e materiali sul proprio ''core business'', ossia sulle attività strategiche e sui processi produttivi che contraddistinguono l'azienda sul mercato. Analogamente, nelle Amministrazioni Pubbliche, il vantaggio dell'outsourcing si dimostra sempre in termini di opportunità e convenienza economica, in quanto questa pratica incide positivamente sui costi e sull'efficienza dell'Ente rispondendo, infatti, ad un obiettivo di ottimizzazione dell'uso di risorse umane e economiche a disposizione, nonché di velocizzazione dei tempi di erogazione dei servizi e delle informazioni al cittadino. In questo senso, l'outsourcing diviene un'occasione per modernizzare la struttura e rispondere in maniera più efficace ed economica ai bisogni dei cittadini e si concretizza nel progressivo trasferimento, in base a contratti, della produzione di servizi ed attività strumentali delle PA ad imprese private, pur continuando le stesse Amministrazioni a finanziare l'attività e ad assumersi la responsabilità del soddisfacimento del bisogno pubblico.
Come precedentemente anticipato, perciò, l'esternalizzazione incide in maniera decisiva sull'attuale processo di modernizzazione e di riorganizzazione della Pubblica Amministrazione; a tal proposito, è possibile parlare sostanzialmente di due fenomeni distinti:
- l'esternalizzazione determinata da un ampliamento delle funzioni svolte dalla PA
- l'esternalizzazione generata dal tentativo di razionalizzazione delle strutture amministrative pubbliche.
La prima forma di outsourcing è quella maggiormente sperimentata, nascendo da una domanda sempre più estesa che la società civile esprime in termini di servizi al cittadino, di attività di assistenza, ecc.
I processi di esternalizzazione si possono realizzare concretamente con diverse modalità:
- attraverso la costituzione di aziende o agenzie di natura pubblica o pubblico-privata alle quali vengono affidate specifiche funzioni/attività coordinate, però, dall'Amministrazione conferente
- tramite il finanziamento dello svolgimento, da parte di un soggetto privato, di un'attività o di una funzione di pubblico interesse che viene interamente delegato al soggetto privato stesso, senza perciò l’assunzione della diretta responsabilità da parte dell'Ente Pubblico finanziatore.
L'outsourcing, dunque, si dimostra come utile strumento di razionalizzazione produttiva, sull'esempio di ciò che accade nelle imprese private, affidando a terzi soprattutto alcune attività legate all'organizzazione interna, come ad esempio l'acquisto di forniture di beni e di servizi, la gestione e la manutenzione degli immobili o degli impianti, la gestione delle buste paga dei dipendenti, la gestione dei servizi mensa, ecc.
Le motivazioni che hanno favorito un tale sviluppo del ricorso all'outsourcing sono molteplici. In particolare, se si prende in esame la ricerca effettuata dal Censis e TESS nel 2003 presso numerose/i grandi imprese ed Enti Pubblici di grandi dimensioni, emerge come nelle PA l'outsourcing sia inteso come strumento che permette di:
- concentrare le risorse (sia umane che finanziarie) su specifiche funzioni e attività di rilevanza strategica, tralasciando quelle meno rilevanti e secondarie
- controllare le attività più difficili da gestire
- accelerare i processi di cambiamento o di riorganizzazione interni alle singole strutture.
Analogamente, i vantaggi che il ricorso all'esternalizzazione comporta e che attraggono maggiormente i potenziali committenti pubblici (e privati) sono:
- l'efficienza e la rapidità dei servizi in outsourcing
- l'elevato livello di personalizzazione dei servizi stessi
- la modulabilità, cioè la possibilità di apportare rapidamente e facilmente delle modifiche ai singoli servizi
- la possibilità di usufruire di servizi che comportino non solo l'espletamento di determinate funzioni, ma che permettano anche al committente di monitorare costantemente il corretto svolgimento delle attività esternalizzate
- la possibilità di usufruire di alcuni servizi attraverso le reti telematiche e informatiche.
Se tuttavia si analizzano più attentamente i dati raccolti nell'indagine Censis-TESS, ci si rende conto di come gran parte delle attività di esternalizzazione portate avanti dalle Amministrazioni Pubbliche abbiano assunto una limitata portata strategica, non avendo ancora innescato, forse per le limitate risorse finanziarie e umane coinvolte, veri processi di riorganizzazione di funzioni o di servizi. D'altro canto, le esperienze positive condotte finora da alcune Amministrazioni centrali, hanno messo in evidenza come l'outsourcing consenta agli Enti che vi fanno ricorso di ottenere qualcosa di più di un semplice risparmio in termini economici. La delega di funzioni permette agli organismi pubblici di avere un'interfaccia unica per la soluzione di buona parte dei problemi più complessi, favorendo una maggiore possibilità di intervento immediato e diretto susituazioni di emergenza che si possono verificare e, dunque, agevolare l'apporto di miglioramenticontinui allo standard del servizio prestato, conseguendo, quale risultato ulteriore, un minore livello di burocratizzazione connesso all'espletamento delle funzioni conferite in outsourcing.
Vi sono, però, ovviamente anche alcuni problemi che possono sorgere in seguito all’utilizzo dell’outsourcing come, ad esempio:
- la perdita di controllo implicita nel decentramento all'esterno di determinate attività
- (collegato al precedente) il possibile passaggio di competenze interne importanti verso l'esterno
- il legame di dipendenza troppo stretto che si può instaurare con il fornitore esterno
- i possibili rischi relativamente alla qualità dei servizi offerti
- la necessità di attivare complessi sistemi di relazioni e di controllo per poter ottenere risultati adeguati dall'esternalizzazione di attività e servizi.
Alcune analisi di scenario elaborate da TESS mettono in evidenza come nel quinquennio 2001-2006 sia il settore industriale che la Pubblica Amministrazione possano rappresentare i comparti a maggiore potenziale di sviluppo e diffusione dell'outsourcing degli strumenti di gestione delle risorse umane (lo Human Resouce Outsourcing). Per questo stesso periodo, infatti, TESS stima una consistente crescita di tali strumenti nella PA (circa il 15% di incremento in valore). Si tratta, decisamente, di una spinta alla modernizzazione di estrema rilevanza.
E' evidente, comunque, che questo tipo di trasformazioni risulta particolarmente delicato e complesso, proprio perché esso deve essere finalizzato alla razionalizzazione e allo snellimento delle strutture dalla PA e alla creazione di servizi più efficienti, oltre a comportare significativi rischi strategici, organizzativi, operativi ed economici in virtù del fatto che si ha un forte impatto sulla struttura organizzativa dell'Ente.