Successivamente alla legge 150/2000, diverse norme - emanate nell'ambito del processo di e-government - hanno contribuito a rafforzare la tesi della centralità della comunicazione nel processo di costruzione della democrazia elettronica e a delineare un quadro assai preciso (nota 6) della comunicazione istituzionale via Web.
La più importante è la n.4 del 9 gennaio 2004 - conosciuta come "legge Stanca" - sull'accessibilità dei siti web istituzionali, cui si è aggiunto recentemente un significativo tassello con il varo del regolamento di attuazione, che introduce una sorta di bollino blu di garanzia per quei siti pubblici e privati che rispettano i criteri di accessibilità (nota 7).
Queste norme, secondo le quali i siti web istituzionali dovrebbero garantire agli utenti un determinato standard di accessibilità e usabilità, vanno lette in maniera più ampia della mera interpretazione normativa.
L'utilizzo delle nuove tecnologie, applicate alla comunicazione, deve diventare uno strumento di miglioramento della qualità della vita e, per questo motivo, non deve emarginare nessun componente della società.
Il tentativo di creare un nuovo e dirompente diritto soggettivo in capo ai cittadini sull'uso delle nuove tecnologie e, soprattutto, nelle modalità di relazione tra questi e l'amministrazione trova un altro tassello fondamentale nella legge n.229 del 29 luglio 2003 "Legge di Semplificazione 2001"(nota 8).
L'art.10 delega il governo ad emanare uno o più decreti legislativi in materia di società dell'informazione. Il fine è quello di garantire la più ampia disponibilità di servizi resi per via telematica dalle pubbliche amministrazioni e dagli altri soggetti pubblici e di assicurare, ai cittadini e alle imprese, l'accesso a tali servizi.
I criteri guida sono: