La prima definizione che ingloba nel concetto di usabilit� la comunicazione, anzi il ruolo della comunicazione � prevalente sul resto, � quella coniata da Jakob Nielsen nel suo testo Web usability (Apogeo, 2000). Per Nielsen un sito � usabile quando contiene contenuti di alta qualit�, � spesso aggiornato, ha tempi di scaricamento delle pagine minimi ed � facile da usare. Quattro requisiti che Nielsen ha sintetizzato nell'acronimo H.O.M.E., dalle iniziali di ogni parola scritta in inglese (High quality, Often, Minimal, Ease).
Un sito con queste caratteristiche sar� un buon sito e invoglier� l'utente a tornarci di frequente. Per raggiungere l'eccellenza, Nielsen aggiunge per� a questi quattro requisiti altre tre caratteristiche: il sito web deve essere appropriato alle esigenze degli utenti, deve esaltare le potenzialit� e l'originalit� di Internet, deve avere una propria identit� [nota 10].
Anche la definizione di usabilit� scelta da Michele Visciola (Usabilit� dei siti web, Apogeo, 2000) � strettamente legata ai temi della comunicazione istituzionale. Secondo Visciola "un sito web � usabile quando soddisfa i bisogni informativi dell'utente finale che lo sta visitando o interrogando, fornendogli facilit� d'accesso e di navigabilit� e consentendo un adeguato livello di comprensione dei contenuti".
Mentre la definizione pi� "tecnica", quella della norma ISO 9241, incentrata sulle caratteristiche dell'interfaccia e sull'efficacia del software, che definisce l'usabilit� "il grado in cui un prodotto pu� essere usato da particolari utenti per raggiungere certi obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione in uno specifico contesto d'uso", pur senza richiamare esplicitamente il concetto di comunicazione lo evoca attraverso la relazione d'uso che s'instaura tra tecnologia e utente.
Come afferma correttamente Maurizio Boscarol "l'usabilit� non � un valore a s� ma ha senso solo in presenza di un utente e di una relazione d'uso".
In piena sintonia con Boscarol anche Roberto Polillo, che aggiunge "ha senso parlare di usabilit� di un sito web solo in relazione a determinati utenti, agli specifici obiettivi che questi utenti si pongono e al contesto in cui operano" (Il check-up dei siti web, Apogeo, 2004).
A chiudere il cerchio delle definizioni di usabilit�, che pi� racchiudono al loro interno il concetto di comunicazione, Lorenzo Cantoni, il quale definisce l'usabilit� di un sito web "l'adeguatezza dei contenuti, la loro funzionalit� e gli strumenti tecnici considerati fra di loro e rispetto ai fruitori e al contesto" (L.Cantoni, N.Di Blas, D. Bolchini, Comunicazione, qualit�, usabilit�, Apogeo, 2003). Tale adeguatezza deve essere misurata non tanto in astratto, quanto in funzione degli obiettivi di chi il sito web lo commissiona, lo progetta e lo gestisce. La relazione si arricchisce dunque di un nuovo soggetto: il committente che, con il suo potere decisionale, definisce sia gli obiettivi del progetto di comunicazione, sia lo spettro di azione e di interazione che il sito avr� con i propri utenti.