L'attuazione della delega, prevista dalla legge 229 del 2003, è contenuta in un decreto legislativo dal titolo "Codice dell'amministrazione digitale", approvato definitivamente dal Governo il 4 marzo 2005 e destinato, molto probabilmente, ad entrare in vigore in coincidenza con l'uscita di questo CD.
Il Codice, ribattezzato dal Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca "la Magna Charta della pubblica amministrazione" dispone che sia lo Stato, le Regioni e le autonomie locali ad assicurare la disponibilità, la gestione, l'accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell'informazione in modalità digitale.
A questo scopo, le amministrazioni pubbliche agiscono e si organizzano utilizzando, con le modalità più appropriate, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Da questo principio ai nuovi diritti di cittadinanza, il passo è breve: le amministrazioni pubbliche dovranno rispettare nella comunicazione via Web i principi di usabilità, reperibilità, accessibilità, completezza di informazione, chiarezza di linguaggio, affidabilità, semplicità di consultazione, qualità, omogeneità ed interoperabilità.
Il Codice elenca le informazioni, una sorta di primo livello, che necessariamente devono essere pubblicate sui siti web istituzionali:
Inoltre, i dati pubblici, pubblicati sui siti delle pubbliche amministrazioni, debbono essere fruibili in rete gratuitamente e senza necessità di identificazione informatica e le informazioni pubblicate debbono essere conformi e corrispondenti alle informazioni contenute nei provvedimenti amministrativi originali.
La documentazione deve essere disponibile anche per via telematica, così come i moduli e i formulari validi ad ogni effetto di legge, anche ai fini delle dichiarazioni sostitutive di certificazione e delle dichiarazioni sostitutive di notorietà. Le amministrazioni pubbliche hanno tempo 24 mesi - dall'entrata in vigore del Codice - per mettersi in regola.