Procedura CAF External Feedback intervista a Franco Fasano

Franco Fasano – Dirigente Scolastico dell’IIS Bottazzi di Casarano (LE) "Effective CAF User" racconta al Portale PAQ il percorso di qualità attivato da oltre 10 anni in Istituto sottolineando l'importanza del feedback esterno anche per amministrazioni mature dal punto di vista organizzativo e culturale (febbraio 2011).

Perché la cultura del miglioramento continuo si sedimenti all’interno di un’organizzazione occorre tempo, motivazione ed un forte commitment. Nella vostra esperienza cosa è accaduto e come la procedura europea si è inserita in questo percorso?

L’Istituto “Filippo Bottazzi” ha, già da oltre dieci anni, sposato la logica della Qualità, per dare una risposta alla complessità organizzativa interna, definire e ottimizzare i numerosi processi e le loro interazioni, operare consapevolmente in modo che i fattori tecnici, amministrativi ed umani che influenzano la qualità
siano tenuti sotto controllo e monitorati, per superare l’autoreferenzialità, motivare al miglioramento continuo e passare da un’organizzazione per compiti ad una per risultati e impatti. In tale contesto, la profonda consapevolezza che la Qualità non sia uno stadio conquistato in modo permanente, ma la meta di un percorso a tappe, dove un traguardo raggiunto costituisce il punto di partenza di un percorso successivo con un obiettivo sempre più ambizioso, per una Qualità sempre migliorabile, ha agevolato ampio consenso e condivisione intorno all’introduzione e utilizzo del modello CAF, che, in quanto specificamente strutturato per le amministrazioni pubbliche, ha dato risposta al forte bisogno di un approccio evolutivo al perseguimento della Qualità, anche in termini anticipatori rispetto ai bisogni ed alle aspettative in continua evoluzione dei diversi stakeholders e degli scenari di riferimento. L’uso del modello CAF ha aggiunto all’impostazione già consolidata un maggior focus sugli impatti, oltre che ai risultati; un’integrazione di evidenze e percezioni ai fini dei una puntuale valutazione diagnostica, un orientamento a benchmarking e benchlearning, l’utilizzo della comunicazione in chiave strategica, una maggiore percezione dei livelli di utilità uniti ad un più saldo governo delle performance e dei risultati, garantito dalla declinazione dell’autovalutazione rispetto ai criteri e sottocriteri. Tale esperienza è diventata nuovo motore dell’impegno, lievito dell’azione e generatore di una cultura della Qualità, vista quale ineludibile fattore della modernizzazione e dell’innovazione del Sistema e insostituibile strumento per il costante miglioramento dell’efficacia ed efficienza del servizio.

Quali vantaggi effettivi può ricavare un’amministrazione dal partecipare alla CAF External Feedback?

In primo luogo, il Rapporto di Valutazione, in quanto elaborato da valutatori qualificati e accreditati a livello nazionale, costituisce per l’amministrazione che ha aderito alla Procedura, non solo un prezioso strumento per un’immediata presa di coscienza delle aree di forza e dei punti di debolezza, ma, rappresentando una valido indirizzo e supporto per la pianificazione successiva, agevola un motivato coagularsi delle energie intorno ad azioni di cui è immediatamente percepita l’efficacia. Ritengo, inoltre, che la stessa visita on site, in quanto condotta da valutatori con alto livello di professionalità, rappresenti un immediato valore aggiunto al lavoro svolto dall’organizzazione e sia ulteriore fonte di motivazione al commitment e motore di comportamenti proattivi e compartecipativi da parte di tutto il personale, che la riconosce come significativa esperienza di crescita nella cultura della Qualità per tutta l’organizzazione.

Ha dei suggerimenti da dare alle amministrazioni che intendono partecipare alla Procedura?

Sono convinto che ogni organizzazione fortemente motivata ad aderire alla Procedura, non in termini di pratica formale, ma disponendosi ad una revisione del proprio impianto culturale ed organizzativo rispetto alla logica dell’autovalutazione finalizzata al miglioramento continuo, saprà individuare e presidiare nel proprio contesto ogni azione ed attività utile allo sviluppo di un percorso proficuo verso traguardi di eccellenza, soprattutto alla luce dell’ampia disponibilità di materiali a supporto, resi fruibili dal Formez sul sito web della PAQ, e delle relative opportunità di formazione.

I principi introdotti dal D.Lgs. 150/2009 richiamano con forza le amministrazioni ad avviare pratiche di gestione basate sulla misurazione e valutazione delle performance. In tale contesto quali sono i vostri obiettivi futuri relativamente all’utilizzo del modello CAF?

La politica per la Qualità nell’Istituto “Filippo Bottazzi” prevede un Piano di Miglioramento dove sono dettagliati e sistematicamente monitorati i macro obiettivi che, declinati in un relativo set di 51 indicatori ed indici e misurati e confrontati su base triennale, per la definizione dei relativi trends, permettono di valutare il miglioramento complessivo del servizio erogato. Gli stessi mirano ad: accrescimento della condivisione e della collaborazione da parte di tutte le componenti alla definizione e raggiungimento dei risultati, perseguimento della conformità dei servizi, aggiornamento dell’adeguatezza delle risorse, aumento della Qualità del risultato formativo, monitoraggio dell’organizzazione didattica e della continuità del servizio, aumento dell’efficienza della segreteria, implementazione dei livelli di comunicazione dell’Offerta formativa e
interazione con enti/istituzioni del territorio, garanzia dell’adeguatezza dei fornitori, monitoraggio dei reclami scritti, efficacia del trattamento delle cause di non conformità e complessivo miglioramento dell’efficacia del sistema di gestione per la Qualità. Il modello CAF ha consentito alla nostra organizzazione, attraverso una puntuale autovalutazione conforme a ciascun criterio e sottocriterio e la relativa attribuzione del punteggio, di pervenire ad una dettagliata rilevazione dei punti di forza e delle aree di criticità, con immediata individuazione delle priorità d’intervento, ad alto impatto sul livello di governo dei processi e dei risultati.
L’Istituto “Filippo Bottazzi”, pertanto, proseguirà nell’applicazione dei Principi del Total Quality Management all’interno della propria amministrazione, perché essi, non solo facilitano la traduzione del dettato legislativo in comportamenti ed azioni concrete, ma danno, di fatto, risposte reali al bisogno di sposare la logica del “fare bene le cose giuste”, di soddisfare l’orientamento all’utente e ai diversi stakeholders, di pervenire a risultati ed impatti ad alto valore sociale nel contesto in cui si opera, di innalzare lo standard complessivo delle performance. L’utilizzo, su base sistematica, del modello CAF consentirà di proseguire nella logica del mantenere alto il governo dei Fattori Critici di Successo, valorizzare le risorse umane a tutti livelli, attivare dinamismi funzionali a rispondere con padronanza alle richieste del contesto, mantenere alto il focus sugli obiettivi strategici, facilitare l’uso di metodologie multicriteriali, ridurre il gap tra qualità attesa e qualità erogata, mantenere alti i livelli di competitività a lungo termine, aggiungere valore al servizio. Agevolando l’apprendimento attraverso il benchmarking, l’utilizzo sistematico del modello CAF, inoltre, accrescerà la messa in campo e la diffusione di nuove capabilities e, non da ultimo, agevolerà l’applicazione del binomio disciplina e creatività, che garantiscono miglioramento continuo, crescita e innovazione.

Ultimo aggiornamento:  01/07/2013