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Usabilità per la comunicazione pubblica - Orientarsi nella progettazione e nella valutazione dei siti web istituzionali

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Dal Libro Bianco alla Legge Stanca

Nel marzo 2003 la Commissione interministeriale sullo sviluppo e l'impiego delle tecnologie dell'informazione per le categorie deboli pubblica il Libro Bianco "Tecnologie per la disabilità: una società senza esclusi", che contiene una serie di raccomandazioni, tradotte in obiettivi e iniziative operative, utili per conseguire quell'accesso sempre più ampio alla società dell'informazione, che la stessa Unione Europea richiede.

Il 9 gennaio 2004 viene approvata la legge n. 4, "legge Stanca", concernente "Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici". Tra i concetti innovativi della legge c'è quello della centralità dell'utente, in linea con il modello di progettazione universale e che si affianca a quella più tradizionale del progettista. L'idea è che la maggiore attenzione alle esigenze dei diversamente abili fornirà anche risultati importanti per la qualità della fruizione dei servizi digitalizzati da parte di altre categorie di utenti, per esempio gli anziani, ma addirittura di tutta l'utenza.

"In un articolo" pubblicato sul sito "Pubbliaccesso.gov" l'Ing. Celestino Grassi, componente della Segreteria tecnico-scientifica della "Commissione interministeriale permanente per l'impiego delle ICT a favore delle categorie deboli o svantaggiate", propone una chiave di lettura della legge nell'ottica del rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione: "il filo logico della legge Stanca, la "ratio legis", può dunque riassumersi nei seguenti termini: la P. A. deve erogare servizi e questi saranno sempre più forniti attraverso reti informatiche; detti servizi devono essere resi disponibili al maggior numero di utenti e quindi anche a quel 5% di cittadini italiani portatori di qualche disabilità".

In questo quadro, sul versante operativo però la situazione che emerge da un'analisi effettuata nel 2002 su 77 siti della PA (divisi tra ministeri, istituzioni, capoluoghi di regione, regioni e enti pubblici), non sembra molto confortante [nota 12].

Anche se cresce la sensibilità verso le tematiche legate all'accessibilità, l'indagine sottolinea come molti siti siano lacunosi, rimediando magari in una versione accessibile parallela testuale, spesso incompleta, che ha alla fine il solo obiettivo di non disattendere (almeno non totalmente) le norme, senza però garantire un pieno diritto di accesso ai contenuti e ai servizi.