Legge 150/00: sui titoli di accesso del regolamento ai sensi dell'art.5

SERVIZIO COMUNICAZIONE DEL COMUNE DI TRIESTE - Maila Zarattini 4/10/01

 
"In questo periodo si discute spesso con i colleghi del servizio comunicazione del mio Comune sull'interpretazione di alcuni passaggi non proprio cristallini del regolamento. Molte le domande di chiarimento non altrettanto certe le risposte.
Vi chiedo un aiuto e un parere su alcuni ragionamenti di cui faccio una sintesi: 
- Trieste è un comune di una Regione a statuto speciale, stante l'art. 1 le disposizioni del regolamento da noi non si applicherebbero, allora la domanda: ne facciamo a meno, le applichiamo se vogliamo, dobbiamo aspettare che la regione legiferi in merito, oppure nel regolamento dell'URP del comune le prevediamo come ci pare? 
- art.2- sui requisiti - laddove non vengono elencati esplicitamente i titoli e mi riferisco alle non meglio identificate "altre lauree con indirizzi assimilabili.....", "titoli post-laurea in materie assimilate..."che si deve intendere?? In soldoni chi decide e dove sta scritto quali siano le materie assimilate? ... nell'successivo comma 3 sempre dello stesso articolo 2? 
- ..e ancora : nel regolamento comunale per la determinazione dei titoli di accesso, l'ente può definire e con quali margini di autonomia quali siano queste benedette lauree o titoli post laurea in materie assimilate? 
- e infine sui criteri di prima applicazione dell'art.6: il personale anche dirigente, che già svolge le mansioni, in possesso di laurea ma senza la laurea doc, dopo aver fatto la prescritta formazione, può partecipare ad un concorso pubblico per comunicatore e presentare come titolo di accesso l'attestato del corso di formazione?? o è valido unicamente per sanare posizioni di fatto all'interno della amministrazione di appartenenza, mentre per successivi concorsi non conta nulla? La differenza non è banale, perchè se così fosse si svaluterebbe di molto il valore e il senso della formazione tout court."
 

 
5/10/01. Urp del Comune di Giarre - Rosario Gullotta
"Anche il mio Comune fa parte di una Regione a Statuto speciale.
Rispondendo al quesito 1) posso dire che quando il regolamento era ancora in fase embrionale e anche nell'immediatezza della sua approvazione ho rivolto diversi quesiti in merito e mi è stato risposto che il regolamento si applica a tutte le amministrazioni di cui all'art. 1 comma 2 del D. Leg.vo 29/93; l'eccezione riguarda solamente gli URP delle regioni a Statuto
ordinario, speciale e provincie autonome di Trento e Bolzano.
Inoltre, in un seminario sull'accesso agli atti tenutosi al recente COMPA, il Dott. Lino Buscemi, Dirigente dell'Assessorato alla trasparenza della Regione Sicilia e delegato per la Sicilia di "Comunicazione Pubblica", ha affermato che la legge 150 e il relativo regolamento si applicano anche ai Comuni delle Regioni a Statuto speciale e delle provincie autonome di Trento e Bolzano."
 

 
URP DEL COMUNE DI TRIESTE - Maila Zarattini 11/10/01

 
"Non ho ricevuto alcuna informazione sul mio quesito in merito ai titoli di accesso, a parte altri messaggi che esprimevano i miei stessi dubbi, quindi se capisco bene il dubbio è diffuso.
Ecco quello che posso dirvi dopo aver girato la domanda all' ateneo di Trieste: per conoscere l'equipollenza delle lauree o altri titoli universitari per tutti quelli che non sono laureati in scienze della comunicazone o relazioni pubbliche, basta rivolgersi direttamente all'università (art.2 al comma 3)."

 
18/10/01. Dipartimento della Funzione Pubblica - Anna Maria Ambrosini
"(...)Scusandomi per il ritardo con cui rispondo al quesito "multiplo" di Maila Zarattini rilanciato da Francesco Cattafi ma di sicuro interesse per tutti gli iscritti alla lista, fornisco le mie valutazioni in risposta ai singoli punti.
Vi chiedo un aiuto e un parere su alcuni ragionamenti di cui  faccio una sintesi:
1) Trieste è un comune di una Regione a statuto speciale, stante l'art. 1 le disposizioni del regolamento da noi non si applicherebbero, allora la domanda: ne facciamo a meno, le applichiamo se vogliamo, dobbiamo aspettare che la regione legiferi in merito, oppure nel regolamento dell'URP del comune le prevediamo come ci pare?
Va ricordato che tutte le Regioni a Statuto speciale hanno competenza legislativa in materia di ordinamento degli enti locali (Comuni, Provincie etc.) e quindi anche in materia di ordinamento del relativo personale. In questo caso, pertanto, il regolamento non si applica neanche agli altri enti locali che dovranno quindi attendere la legge della propria Regione.
2) art.2- sui requisiti - laddove non vengono elencati esplicitamente i titoli e mi riferisco alle non meglio identificate "altre lauree con indirizzi assimilabili.....", "titoli post-laurea in materie assimilate..."che si deve intendere?? In soldoni chi decide e dove sta scritto quali siano le materie assimilate?...nell'successivo comma 3 sempre dello stesso articolo 2.
3) ...e ancora : nel regolamento comunale per la determinazione dei titoli di accesso, l'ente può definire e con quali margini di autonomia quali siano queste benedette lauree o titoli post laurea in materie assimilate?
L'art. 2 del Regolamento, laddove fa riferimento al possesso dei Diplomi di laurea in Scienze della comunicazione, Relazioni pubbliche e altre lauree con "indirizzi assimilabili" e a titoli di perfezionamento o post-laurea in comunicazione o relazioni pubbliche e "materie assimilate" , ha inteso ampliare il ristretto ambito della equipollenza. Alle amministrazioni e' cosi' lasciata la possibilita' di individuare altre lauree ritenute compatibili con quelle tassativamente dichiarate equipollenti dall'ex Ministero dell'Universita' della Ricerca scientifica e tecnologica.
4) e infine sui criteri di prima applicazione dell'art.6: il personale anche dirigente, che già svolge le mansioni, in possesso di laurea ma senza la laurea doc, dopo aver fatto la prescritta formazione, può partecipare ad un concorso pubblico per comunicatore e presentare come titolo di accesso l'attestato del corso di formazione?? o è valido unicamente per sanare posizioni di fatto all'interno della amministrazione di appartenenza, mentre per successivi concorsi non conta nulla? La differenza non è banale, perchè se così fosse si svaluterebbe di molto il valore e il senso della formazione tout court.
Qui, riguardo alla possibilita'  di far valere la formazione prevista per la conferma in sevizio come sostitutiva degli specifici titoli di accesso che verranno individuati a termine dell'art. 2 del Regolamento dalle amministrazioni nei concorsi pubblici, la risposta e' decisamente negativa.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Anna Maria Ambrosini - Direttore Servizio Comunicazione e Relazioni con i cittadini del DFP
 

 
11/10/01. Docente di Scienze della Comunicazione dell'Università degli Studi di Palermo - Stefano Martelli
"La questione che Lei pone è precisa e merita una risposta più chiara di quella che ha ricevuto dall'Università di Trieste.
Purtroppo nessuna Università - né, tantomeno, il sottoscritto - potranno darle tale risposta, perché l'unico che avrebbe potuto farlo è il legislatore della l.150/2000 o, in sua vece, il Capo dello Stato, che con il D.P.R. datato 21/09/2001h a emanato il Regolamento sul personale da adibire alle attività di informazione e comunicazione.
L'Università, infatti, può pronunciarsi nelle materie che la riguardano strettamente, come la coerenza di ordinamenti di studi diversi (la questione si pone quando si tratta di accogliere o respingere le domande di iscrizione di studenti fuori sede e convalidare loro, in parte o in toto, gli esami già sostenuti); oppure può attivare master o Corsi di laurea, da sola o in convenzione con Regioni e Comuni, ai fini della formazione del personale della P.A.: ma - mi chiedo - a quale titolo può intervenire per stabilire la equipollenza di lauree differenti ai fini dell'accesso del personale di altra amministrazione a funzioni di comunicazione pubblica?
L'Università - qualsiasi Ateneo - non ha titolo a ciò. Eventualmente uno o più docenti universitari potranno essere nominati dall'ente della P.A. a far parte di commissioni, o di concorso oppure atte a preparare uno studio sui criteri di accesso o piani di formazione, o che so altro.
Ma allora tali colleghi si troveranno di fronte al problema che Lei opportunamente ha segnalato: la mancanza di criteri....
Viene così al pettine quel nodo che paventavo e che avevo segnalato da tempo a questa mailing list con lettera precedente del 12 febbraio (che trovate nel sito Urp degli Urp, nella sezione "Discutiamo di", argomento: "La nuova legge sulla comunicazione"). Intervento al forum telematico
Questa segnalazione era stato il mio ultimo tentativo di far presente all'opinione pubblica il problema della enorme discrezionalità, lasciata dalla mancata regolamentazione dei criteri di equipollenza della laurea di Scienze della Comunicazione (a febbraio scorso circolava la bozza del Regolamento, ricordate?).
Tale denuncia veniva dopo che una mia precisa e articolata proposta di regolamentazione era stata declinata, anche se con cortesia, dal relatore della legge 150/2000, l'On.Cananzi, che avevo contattato personalmente e poi per iscritto nel febbraio stesso.
E' chiaro che la mancata regolamentazione del valore relativo delle diverse lauree (diverse non solo per le materie, ma anche per la durata: 4 o 5 anni?), ora legittimata dal Regolamento attuativo della l.150/2000, nel migliore dei casi provocherà grande confusione, nel peggiore aprirà la strada ad abusi e favoritismi di ogni genere.
Senza parlare poi del problema, che assieme al Presidente del dL in Scienze della Comunicazione e agli altri Colleghi del Consiglio medesimo avevamo posto nella e-mail a questa m-l., ovvero che da questa "corsa alla diligenza" consentita dalle incertezze della legge trarranno beneficio soprattutto chi è già "dentro" la PA e che svolge già de facto ruoli di comunicazione senza avere titoli adeguati (che però questo Regolamento fornirà loro con appena 120 ore...), mentre i promettenti giovani laureati dei ns. Corsi di Laurea, che avranno studiato ben 5 anni + lo stage, troveranno molti posti già occupati....
La mia constatazione è amara, ma è difficile definire ex post dei criteri di equipollenza. Ora c'è solo da augurarsi che prevalga il buon senso, e che non si rendano equivalenti i laureati a 4 anni con quelli a 5, i corsi di tanatologia con le Scienze della Comunicazione."
 

 
5/12/01. Servizio Comunicazione del Comune di Trieste - Maila Zarattini
"Ho approfondito la ricerca, e ho scoperto che esiste, contrariamente a quanto era stato scritto in questa lista un decreto interministeriale del 21/12/1998 pubblicato sulla G.U. n. 24 del 30/1/1999 con il quale si stabilisce che le lauree equipollenti a scienze della comunicazione sono unicamente scienze politiche e sociologia. Per tutti quelli (e mi includo) che da anni lavorano o coordinano gli URP, ma non hanno quel tipo di laurea ricordo che non potranno partecipare ad un concorso pubblico!! qui da me lo stanno per bandire, ma non potrò parteciparvi nonostante che abbia messo in piedi il servizio 6 anni fa, sia responsabile sempre da 6 anni del servizio e in possesso di 2 lauree di cui 1 con tesi sulla comunicazione istituzionale, purtroppo nessuna laurea è quella giusta !!!
 

 
5/12/01. Urp del Comune di Desenzano del Garda (BS) - Stefano Benini
"Ho recuperato il decreto ma mi pare che dica qualcosa di leggermente diverso, e cioè che sono le lauree in Scienza della Comunicazione ad essere equipollenti a quelle in Sociologia e Scienze Politiche (il decreto non dice nulla sul viceversa).
Resta aperto il problema se una laurea in Sociologia ha valore come laurea in Scienze della Comunicazione.
 

 
5/12/01. Collaboratore IPSOA Enti Locali - Luigi D'Aprano
"Non vorrei illuderti, ma il nuovo regolamento (D.P.R. 422/2001) prevede la possibilità, per le amministrazioni, in fase di prima applicazione di confermare personale dei ruoli organici che già svolga tale funzione anche se non in possesso dei prescritti titoli, sopperendo a tale mancanza con idonei corsi di formazione (Art. 6).
La tua amministrazione non dovrebbe (e non ha l'obbligo di farlo) per motivi anche di economicità ed efficienza amministrativa, ricorrere ad una selezione esterna in presenza di personale preparato ed esperto nel campo, il cui solo risultato sarebbe quello di alterare il normale funzionamento dell'attuale ufficio.
Battiti fino in fondo affinché una legge mirata a "raffinare" il personale URP, non diventi un'arma contro chi ha lavorato e contribuito alla crescita degli URP durante gli anni in cui era completamente assente una specifica normativa.
In bocca al lupo"
 

 
5/12/01. Ufficio Stampa e URP della Procura Generale di Torino - Domenico Simonetta
"Ciao a tutti da Torino.
Sono resp. dell' Uff. Stampa della Procura Generale (per decreto ma non riconosciuto dal Ministero Giustizia) e collaboro con l'Urp -in realtà l'ho creato, lo implemento e lo gestisco, tanto che mi occupo anche del sito internet www.comune.torino.it/ufficigiudiziari che... naturalmente ho creato di sana pianta-.
Scrivo per esprimere tutta la mia piena solidarietà per ciò che accade e racconta Maila Zarattini del Comune di Trieste alla lista. Anche da me si sta verificando qualcosa di simile, con la differenza che malgrado la mia laurea in scienze politiche, malgrado il fatto che io sia giornalista da 5 anni, malgrado abbia 2 corsi biennali della Regoione Piemonte ( Tecnico della comunicazione + Giornalismo e Relazioni Pubbliche), nella selezione interna per comunicatore mi hanno escluso perchè "non faccio parte dell'area C". Aggiungo che in un conteggio a spanne dei titoli risulta che io abbia 36,8 punti rispetto al primo degli idonei dell'elenco nazionale che totalizza 28,7 punti.
Da un'anilisi veloce delle persone che saranno nominate comunicatori si capisce che è stata favorita soprattutto l'anzianità di servizio. Tanto che su 62 posti a concorso pochissimi sono laureati ma soprattutto quasi nessuno ha esperienza nell'urp, tanto meno in quelli degli uffici giudiziari.
Pensate che una mia conoscente che è tra gli idonei ha 25 anni di servizio, un diploma preso molti anni fa e da anni lavora nell'ufficio contabiltà. Forse Lei prenderà il mio posto perchè, ahimè,così è stato stabilito.
E l' Utente, che tutti noi conosciamo bene credo sia, oltre me (ma questo poco importa) la prima vittima di un servizio che è ben lontano dal risultare funzionale -come le istituzioni vogliono far credere-."


Ultimo aggiornamento: 30/11/04