Per una giustizia di qualità

E' possibile migliorare la qualità di un settore, quello della giustizia, caratterizzato da inefficienze e immobilismo, più volte criticato dai media, dagli stessi operatori, dagli organismi europei, ma soprattutto dai cittadini – utenti? Non è così semplice, né comune. La procura della Repubblica di Bolzano rappresenta una pratica virtuosa in tal senso. Nel 2004 ha, infatti, intrapreso un percorso di miglioramento, conclusosi nel 2007, con l’autovalutazione attraverso il modello CAF, vincendo la II edizione del Premio Qualità PPAA nella categoria Amministrazioni Centrali e Periferiche dello Stato, (marzo 2009).

L’interesse che ha suscitato il progetto di ottimizzazione della Procura di Bolzano, certamente una novità nel mondo della giustizia italiana, è stato senza precedenti. È stato immediatamente apprezzato in molti uffici giudiziari e valorizzato sia dal Consiglio Superiore della Magistratura (delibera del 7 dicembre 2006), sia dal Ministero della Giustizia in persona dello stesso Ministro il quale ha dato incarico ai propri uffici e segnatamente al Capodipartimento dell’ Organizzazione Giudiziaria dei Beni e dei Servizi di attivarsi per trovare strade e soluzioni percorribili per un’estensione ad altri uffici giudiziari dell’esperienza della Procura di Bolzano considerata una buona pratica. L’idea è quella di un miglioramento del “Sistema Giustizia” italiano anche attraverso una migliore e più moderna organizzazione.


Partendo da un protocollo di intesa tra il Dipartimento della Funzione Pubblica e il Ministero della Giustizia che prevede assistenza e collaborazione da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica nei confronti del Ministero della Giustizia per attivare processi di e-government e progetti di sviluppo organizzativo, è nato un piano di collaborazione nazionale per supportare e coordinare la diffusione della best practices della procura di Bolzano in collaborazione con le regioni finanziatrici.


Il progetto di estensione della buona pratica che ha coinvolto nel corso del 2007 il Ministero della Giustizia, il Dipartimento della Funzione Pubblica, il Ministero del Lavoro, la Commissione Europea e le Regioni quali Autorità di Gestione del Fondo Sociale Europeo, è attualmente nella fase di realizzazione. Attraverso questo progetto sarà data agli uffici giudiziari l’opportunità di accedere, sulla base degli strumenti giuridici in fase di elaborazione, ai fondi europei nell’ottica di estendere la buona pratica implementata dalla Procura della Repubblica di Bolzano.

Si prevede, a supporto delle regioni, il coordinamento dei task team locali che verranno attivati per presidiare gli interventi messi a bando da ciascuna regione. Tale azione di coordinamento si sostanzierà nella formazione per il personale degli uffici sulle metodologie e tecniche di monitoraggio degli interventi; nella messa a punto ed invio agli uffici giudiziari coinvolti nel progetto transnazionale/interregionale di schede di monitoraggio degli interventi; nella predisposizione di due rapporti di monitoraggio complessivi per tutte le regioni obiettivo e presentazione alle regioni e agli uffici coinvolti.

Ma qual è stata la chiave del successo del progetto della Procura di Bolzano?

E’ possibile migliorare la qualità di una macchina organizzativa così complessa?


Non è così semplice, né comune. Il procuratore della Repubblica di Bolzano, attualmente giudice al tribunale penale dell’Aia, ci spiega come.

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I protagonisti
Cuno Jakob Tarfusser, 55 anni, Procuratore capo della Repubblica di Bolzano, è stato eletto giudice della Corte criminale internazionale (Icc) dell'Aja, il Tribunale che giudica sulle più gravi vicende che insanguinano il pianeta (Darfur, Congo, Uganda). Tarfusser, noto in Italia per aver profondamente riformato la Procura da lui diretta, rendendola più efficiente e di gran lunga meno dispendiosa di ogni altro ufficio giudiziario, era stato indicato dal Governo italiano come candidato a uno dei sei posti vacanti dell'Icc e ha prevalso in una rosa di 21 candidati proveninenti da tutto il mondo.

 

 Link

Intervista a Raffaele Mea ed Ernesto Pappalardo del Tribunale per i Minorenni di Salerno.

 

Per ulteriori approfondimenti

 

 

Ultimo aggiornamento:  23/02/2015