Modello CAF

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Il processo di valutazione del VALES e la CAF External Feedback

Per le scuole che stanno sperimentando VALES e che vogliono comunque ricevere un feedback sul processo di autovalutazione e miglioramento intrapreso, esiste la procedura CAF External Feedback, una valutazione esterna basata su una peer evaluation (valutazione tra pari).
Pur basandosi su concetti analoghi, i due processi di valutazione differiscono in termini di sequenza delle attività in capo alla scuola e rispetto alle modalità della verifica esterna:
•    il VALES prevede che l’autovalutazione sia seguita dalla valutazione esterna e che a partire da questa la scuola, assieme ai valutatori, definisca ed imposti il piano di miglioramento in relazione agli obiettivi individuati ed opportunamente collegati e motivati alle risultanze interne dell’autovalutazione stessa;
•    la CAF External Feedback, al contrario, prevede che a valle dell’autovalutazione, sia la scuola a valutare e definire il piano di miglioramento e a progettarne la realizzazione. La valutazione esterna viene effettuata a seguito dell’avvio delle azioni previste dal piano, per verificare l’intero processo di autovalutazione e miglioramento e la coerenza delle diverse fasi.


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Modello CAF e Norme ISO 9000

I principi alla base delle Norme ISO9000 sono fortemente allineati con i Principi dell’Eccellenza del Modello CAF. Anche lo sviluppo delle Norme e quello del Modello hanno molti elementi comuni, sia pure con le finalità diverse (nel primo caso indicare come costruire e verificare un sistema conforme a quei principi, nel secondo come impostare e realizzare un sistema attento al miglioramento continuo e orientato verso l’eccellenza). Non c’è contraddizione tra le Norme e il Modello CAF, anzi l’autovalutazione può trarre vantaggio dall’esperienza della certificazione di qualità, i due percorsi ISO e CAF possono integrarsi anche se seguono logiche in parte differenti. In particolare, la ISO9004 (Gestire una organizzazione per il successo durevole. L’approccio della gestione per la qualità), focalizzata sulla costruzione e gestione di una organizzazione di qualità, è basata su elementi in gran parte comuni al modello CAF, disegna un percorso largamente sovrapponibile. L’esperienza pratica dimostra come il sistema qualità ispirato alle ISO 9000 possa essere considerato una prima importante tappa di avvicinamento al sistema della qualità totale, e si può ritenere che l’applicazione delle norme ISO costituisca una buona base per la gestione manageriale della qualità indicata da modelli quali CAF o EFQM.
cc.

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Il Modello CAF, i Processi e la Gestione per processi nell’ambito della scuola

Secondo le Norme della Qualità ed i Modelli di TQM il processo è definito come un set di attività che trasformano gli input in output e outcome, fornendo valore aggiunto. Sempre secondo le Norme e i Modelli TQM, in qualsiasi organizzazione le attività andrebbero gestite in termini di “processi” in cui sono chiaramente definiti ed identificati gli input, le attività e la loro interazione, le responsabilità e gli output/outcome verso i clienti del processo.
In una scuola si possono identificare vari tipi di processi, che, con le loro interazioni, costituiscono quella che si chiama solitamente la “mappa dei processi”. A seconda del livello di dettaglio con cui si analizza la struttura dei processi di una scuola, possono essere identificati:
•    processi di management, didattica e servizi
•    all’interno della didattica, programmazione, erogazione e valutazione della didattica ecc.
•    a sua volta, il processo della didattica può essere scomposto in sottoprocessi più di dettaglio, ecc.
Per una gestione efficace dei processi, devono essere definiti il sistema di misura ed i relativi obiettivi, le responsabilità e le interazioni con chi fornisce gli input (i fornitori) e con i destinatari degli output (i clienti del processo, che possono essere interni o esterni all’organizzazione).

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Il Modello CAF: definizione

Il Common Assessment Framework (Quadro di riferimento Comune per l’Autovalutazione) è un modello di autovalutazione promosso e approvato nell’ambito delle attività di cooperazione dei Ministri della Funzione Pubblica dell’Unione Europea, con la collaborazione dell’EFQM (European Foundation for Quality Management), della Speyer School (Scuola di Scienze dell’Amministrazione tedesca) e dell’EIPA (Istituto Europeo per le Pubbliche Amministrazioni) al fine di assistere le organizzazioni del settore pubblico europee nell'utilizzo di tecniche di Quality Management. Il modello CAF propone un'analisi di ciò che l'organizzazione fa (la gestione da parte dei leader, le sue strategie, della gestione delle risorse, umane e materiali e i processi che costituiscono i Fattori Abilitanti) e che cosa l'organizzazione ottiene verso le diverse categorie di portatori di interesse (i Risultati).


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Il Modello CAF: applicazione

Il Modello è un sistema “olistico” che guarda alle organizzazioni in modo completo ed unitario, secondo una logica che lega i diversi aspetti della gestione: Mission, Strategia, Risorse, Processi e risultati, considerando le loro interrelazioni. Applicare il Modello significa valutare tutti gli aspetti del sistema organizzativo (manageriale e operativo), ed i risultati ottenuti a favore dei diversi portatori di interessi. Non è possibile limitarsi ad una applicazione parziale (ad esempio decidere di analizzare solo i “processi” o solo il “personale”) senza perdere la “visione d’assieme” e le correlazioni interne, e quindi vanificandone proprio la struttura olistica.
Analogamente, in una organizzazione come la scuola, salvo casi particolari, non è opportuno applicare il modello a una parte dell’organizzazione (ad es. ad un solo plesso o ad un solo ordine di scuola), perché anche in tal caso si perderebbe la visione unitaria e non si capirebbero ed affronterebbero i problemi “trasversali” che coinvolgono tutta l’organizzazione, e che solitamente sono, quindi, i più rilevanti.


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Il Modello CAF in un mondo di organizzazioni “liquide”

Oggi si parla di “imprese liquide”, come organizzazioni che devono in ogni momento considerare la dinamica di cambiamento del modo in cui si collocano nel contesto socio economico di riferimento. Anche alla Pubblica Amministrazione, ed in particolare alla scuola, si chiede di diventare “imprese liquide”, divenendo in grado di adattarsi al cambiamento continuo del contesto in cui opera grazie ad una forte progettualità nella strategia e alla capacità di promuovere efficaci cambiamenti organizzativi. Flessibilità, cambiamento e adattamento al contesto sono costantemente sottolineati dal Modello come elementi di eccellenza delle organizzazioni pubbliche. Ma essere flessibili e adattativi non può portare a una mancanza di riferimenti e di una chiara indicazione di obiettivi e risultati attesi; i riferimenti vanno costantemente verificati rispetto alle esigenze ed attese del contesto, e gli obiettivi e i risultati attesi dovranno essere definiti in modo dinamico, per misurare la propria risposta a una realtà che cambia.


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Il Modello CAF, i risultati Invalsi, i dati "Scuola in chiaro"

Il Modello CAF valuta l’organizzazione sulla base della sua strategia, dei suoi processi, ma anche dei risultati raggiunti dalla scuola. Pertanto i dati disponibili, ricavati da “Scuola in chiaro” ed "Invalsi" costituiscono una base di dati importante ai fini della valutazione dei Risultati della scuola che devono essere integrati da altri dati suggeriti dai sottocriteri e dagli esempi del Modello.  L'autovalutazione con il CAF prevede che vada cercato e valutato il legame tra Fattori abilitanti e Risultati al fine di individuare i punti forti e deboli ed impostare le attività ed i progetti per il miglioramento. 
 

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Il Modello CAF e gli Obiettivi

Nella lingua italiana il termine “obiettivo” può avere significati diversi e pertanto è preferibile che venga qualificato. Quando si parla di obiettivo generale si fa riferimento alla “meta" che ci si propone di raggiungere. Ad esempio: “stabilire una collaborazione con le aziende del territorio” o “portare a termine l’autovalutazione con il modello CAF” sono esempi di obiettivi di carattere generale. I principi per una gestione efficace ed efficiente di un’organizzazione prevedono, però, che gli obiettivi vengano formulati in modo tale da consentire una verifica rispetto al loro raggiungimento. Un obiettivo deve quindi essere in primo luogo misurabile, raggiungibile, e fare riferimento ad un preciso arco temporale o ad un momento in cui verrà raggiunto; “ridurre del 30% la percentuale di dispersione scolastica” ,“ridurre del 20% l’assenteismo degli studenti” o “superare i 15.000 accessi al sito della scuola” entro la fine dell'anno scolastico o entro sei mesi sono obiettivi specifici e ben formulati che consentiranno di verificare, in fase di monitoraggio e valutazione se gli obiettivi che l’organizzazione si è posta sono stati o meno raggiunti ed analizzare le cause di eventuali scostamenti.
La metrica del CAF prevede che i risultati vengano misurati in relazione al livello di raggiungimento degli obiettivi e pertanto in fase di elaborazione del POF è necessario definire degli obiettivi che rispondano ai criteri su esposti, individuando il target che si vuole raggiungere (valore assoluto o percentuale di aumento / riduzione). L'obiettivo, nel momento in cui verrà fatta l'autovalutazione, deve essere confrontato con l'effettivo risultato raggiunto. Se, per esempio, l'obiettivo previsto era la riduzione del 30% della dispersione scolastica nell'arco dell'anno scolastico, sulla base dell'indicatore individuato, dovrà essere misurato di quanto si è effettivamente ridotta la dispersione scolastica a seguito degli approcci che saranno stati messi in campo dalla scuola per contrastare la dispersione. Tale misurazione consentirà di effettuare correttamente la valutazione dei risultati della scuola e nel tempo valutare il trend.


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La mappa dei portatori di interesse

I portatori di interesse di un'organizzazione vengono normalmente classificati come diretti ed indiretti e interni ed esterni. Un'organizzazione di qualità è attenta a contemperare le esigenze di tutti i portatori di interesse e la loro soddisfazione è in stretta relazione con il raggiungimento dei suoi obiettivi strategici ed operativi.
Nella scuola i portatori di interesse sono molteplici: utenti diretti dei prodotti/servizi della scuola (studenti e genitori) ed utenti/portatori di interesse indiretti (per esempio scuole di ordine successivo, ambiente sociale, aziende del territorio – per le scuole superiori, partner, istituzioni locali, MIUR ecc.); portatori di interesse interni (personale docente e non docente) ed esterni (tutti gli altri).
Il Modello è strutturato per capire come è impostato e gestito il rapporto con i diversi portatori di interesse e quali sono i risultati ottenuti: verso i clienti (studenti, genitori, in particolare nei criteri 5 e 6), verso il personale (criteri 3 e 7), la Società (parte del criterio 4, criterio 8) e gli altri portatori di interesse (parte del criterio 4, criterio 9).
 

Ultimo aggiornamento:  17/03/2014