Ma prima, ai professionisti dell'usabilità (interaction designer, architetti dell'informazione, esperti di fattori umani, ecc.). Per dir loro che l'intento di questo CD e, in particolare delle "pillole", non è un'operazione che implica la sottovalutazione o, peggio, la banalizzazione di una professione per svolgere la quale occorrono esperienza, competenza, preparazione (e adeguata formazione). Il vero intento è quello di ricordare alla categoria dei comunicatori pubblici che hanno il dovere morale (anche se "deontologico" sarebbe l'aggettivo più appropriato). di occuparsi della qualità di ciò che producono nella comunicazione e nell'informazione pubblica, opuscolo o portale che sia. E di segnalare che, nel secondo caso, devono attrezzarsi in proprio anche in termini di usabilità. Nessuno chiedera' loro di tenere lezioni ad un corso di ergonomia cognitiva, ma di giudicare credibile una valutazione euristica, o, per es., di saper supervisionare un'operazione di testing dell'usabilità, sì.
E dunque alla fine, chiederete: come possiamo essere in grado di capire anche solo in modo rudimentale se siamo di fronte ad un sito che, come dicono i giuristi, ha il "fumus" dell'usabilità?
Probabilmente saranno gia le stesse pagine a parlare chiaro e a far navigare bene, e se lo fanno veramente è gia questo un buon segno. Qui vale come non mai il principio per cui se una cosa funziona, non crea problemi a chi la usa.
Ora, per chiudere, caro comunicatore pubblico, vogliamo aggiungere che di te sappiamo almeno tre cose:
Noi, ti accontentiamo subito e ti proponiamo la tabella che segue non per valutare l'usabilità di un sito ma, come dicevamo sopra, per avvertirne il "fumus". Sei pronto? Ecco la tabella.