Comunicazione pubblica usabile

Usabilità per la comunicazione pubblica - Orientarsi nella progettazione e nella valutazione dei siti web istituzionali

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Sei in: Presentazione Le Basi L'usabilità in pillole Che cosa sono i test di usabilità e come si realizzano?
Che cosa sono i test di usabilità e come si realizzano?

Cominciamo dalla prima domanda. Il test è un metodo di valutazione dell'usabilità che si basa sull'osservazione diretta di alcuni navigatori selezionati mentre eseguono dei compiti prestabiliti sul sito da testare, direttamente al PC. Come prima definizione generale potrebbe anche andare, ma ci corre l'obbligo immediato di alcune precisazioni:
  • non si può parlare di un solo di tipo test, perché sono diversi. Gli esperiti parlano di "famiglia di tecniche". Queste possono essere anche molto diverse tra loro, ma hanno sempre lo scopo di identificare ed eliminare i due nemici pubblici dell'usabilità: le difficoltà incontrate dall'utente e le criticità manifestate dal sistema;
  • gli utenti selezionati non devono conoscere prima le pagine da testare, non devono avere particolari competenze di navigazione e devono rientrare il più possibile nel target reale del sito;
  • come abbiamo già visto, la valutazione e quindi l'osservazione possono essere fatte in fase iniziale su semplici bozzetti cartacei o successivamente sui prototipi di interfaccia web. Ed eccoci al come si realizzano. Proviamo a semplificare tutto il processo, indicando le tre fasi principali e le relative procedure più diffuse:
  • la progettazione: prima vengono definiti i compiti (detti task) da svolgere, poi individuato il target dei visitatori del sito, infine stabiliti i tempi, le modalità di osservazione e la disposizione dell'ambiente (setting), compresa la presenza eventuale di una telecamera;
  • l'esecuzione: si passa poi alla selezione del campione e allo svolgimento vero e proprio del test. L'osservatore, separatamente dagli altri, illustra ad ogni partecipante i compiti che dovrà svolgere, come per esempio la registrazione in un form, o la ricerca di un'informazione. Occorre chiarire bene che non è lui sotto esame o la sua capacità di navigazione, ma appunto la facilità di uso e la semplicità del sito; specifichiamo bene anche che la presenza della videocamera serve soltanto a osservare e fissare le criticità dell'interfaccia che emergeranno. Durante il test il navigatore ha poi la possibilità di "pensare ad alta voce" (thinking aloud) commentando le azioni compiute, sia quelle andate a buon fine, sia quelle problematiche. Terminati i compiti, ognuno viene sottoposto a un questionario e/o all'intervista dell'osservatore;
  • la valutazione dei risultati: in questa fase vengono raccolti tutti i dati (registrazioni audio-video, thinking aloud, questionario e intervista) e rielaborati in una stampa sintetica. Così si possono ricavare alcune informazioni quantitative, come i tempi medi di risposta per ogni task, la percentuale dei quelli conclusi con successo senza errori o con errori e la percentuale dei compiti non conclusi. Ci sono poi le informazioni qualitative come l'individuazione dei problemi emersi e la classificazione degli errori. Questi ultimi possono essere suddivisi in 3 diversi livelli di criticità: gli errori estetici (per es. lentezza di caricamento della pagina o link non ben visibili) causano solo un ritardo dello svolgimento del task. Gli errori seri (mancanza di un motore di ricerca interna o vari menu malamente posizionati nella pagina) creano al navigatore maggiori e oggettive difficoltà, ma non impediscono il raggiungimento dell'obbiettivo. Infine gli errori catastrofici (messaggi indecifrabili di errore o form con campi inadeguati) impediscono all'utente di completare con successo il proprio compito.

Quello appena illustrato è un approccio diffuso, ma la cosa interessante dei test di usabilità è che ognuno può progettarli e realizzarli, calibrandoli sulle proprie necessità e risorse.

Ad esempio, invece della telecamera può essere sufficiente un registratore; in fase di riprogettazione di qualcosa già esistente potrebbe essere più funzionale testare solo alcune parti piuttosto che l'intero sito. Anche la scelta del campione è soggettiva: se è stato individuato un target generico, si può pensare anche di impiegare meno soggetti, se invece il pubblico di riferimento è ben segmentato, occorre scegliere almeno una persona per ogni tipologia identificata. Insomma il test è uno strumento per sua natura flessibile e si presta bene ad ogni contesto di partenza, l'importante è avere ben chiare in mente le finalità che vogliamo raggiungere.

Adesso i test sono un po' meno degli oggetti oscuri? E un po' più degli oggetti del desiderio dei comunicatori pubblici? Proviamo a facilitarvi ancora di più il compito, continuando le nostre pillole.