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Il contesto europeo

L'Unione Europea ha da tempo evidenziato, accanto ai vantaggi di una societ� dell'informazione, anche le barriere che lo sviluppo di internet e delle nuove tecnologie poteva creare per particolari gruppi di utenti.

Anche se si pu� far risalire alla met� degli anni ottanta l'inizio di una politica europea sulla societ� dell'informazione, attraverso la promozione di attivit� di ricerca e sviluppo nel settore dell'ICT e la liberalizzazione delle telecomunicazioni, � nel 1993, all'interno del Libro bianco su Crescita, Competitivit�, Occupazione, che viene utilizzata per la prima volta l'espressione "societ� dell'informazione", con riferimenti ad obiettivi tuttora validi, come la liberalizzazione dei settori oggetto di monopolio e la definizione di standard e norme comuni per le telecomunicazioni.

L'adozione del Primo piano di azione per la societ� dell'informazione dell'UE, "Verso la societ� dell'informazione in Europa", avviene nel 1994. Uno degli obiettivi primari era l'integrazione della nuova dimensione della societ� dell'informazione in tutte le politiche comunitarie attinenti. Nel 1996 la Commissione ha adottato il Libro verde "Living and working in the information society: people first", che affrontava le problematiche sociali poste dall'ICT, sottolineando la centralit� della dimensione umana [nota 8].

Per l'esigenza di un coordinamento pi� stretto delle politiche dei singoli Stati di questo settore, il Presidente della Commissione Romano Prodi, al vertice europeo di Helsinki del 10-11 dicembre 1999, ha presentato eEurope - An Information Society for All, una iniziativa tesa ad estendere a tutti i paesi membri le opportunit� offerte dalla societ� dell'informazione [nota 9].

Anche nei piani eEurope troviamo inoltre forti riferimenti all'accessibilit�: eEurope 2002 sancisce tra i suoi obiettivi la disponibilit� per tutti di un collegamento on-line e lo sforzo perch� il processo di digitalizzazione non crei emarginazione ma coesione sociale. Tali obiettivi vengono tradotti includendo, tra le azioni prioritarie, la "eparticipation per i disabili", ossia il tentativo di garantire anche ad essi l'accesso alla societ� dell'informazione attraverso nuove norme in materia di accessibilit� e siti web pubblici accessibili per tutti. Il Consiglio dell'Unione Europea, nel dicembre 2002, pubblica la Risoluzione "eAccessibility for people with disabilities", che invita gli stati membri e la Commissione stessa a continuare nell'azione di abbattimento delle barriere di accesso, attraverso la promozione di campagne di informazione e progetti tecnologici e l'adozione delle linee guida WAI nei siti della PA [nota 10].