Le provocazioni ''Sfruttare i social media: ma per cosa?''

Quelli che seguono sono brevi filmati, disponibili su YouTube, frutto di interviste o di libere riflessioni sul tema “social media e PA”. Hanno lo scopo di introdurre argomenti oggetto  dell’incontro del 18 ottobre 2011.



Cosa significa fare un sito web pubblico 2.0?
(durata: 4’:15’’)

Stefano Epifani, docente presso Sapienza Università di Roma (blog.stefanoepifani.it), descrive le caratteristiche che dovrebbe avere un sito web pubblico 2.0 e le sue integrazioni con i social media



• Il sito web interagisce con una costellazione di strumenti dove l’utenza si sta già muovendo autonomamente
• Definire quali sono gli strumenti corretti per l’integrazione con i social media
• Sfruttare i social media per la potenziale viralità
• Indicare chiaramente in home page la presenza sui social media per sedare ogni dubbio sull’ufficialità della pagina

Social networking significa sposare una filosofia di apertura, che prelude agli open data
Non esiste un sito 2.0 che non abbia alle spalle un’organizzazione 2.0


Social networking nella PA: make or buy? (durata: 6’:14’’)

Stefano Epifani, docente presso Sapienza Università di Roma. (blog.stefanoepifani.it), si chiede se sia meglio sviluppare autonomamente sui propri sistemi oppure acquisire spazi e supporto presso fornitori o piattaforme esterne, elencando i pro e i contro delle due diverse soluzioni.
La conclusione provocatoria è che la scelta migliore potrebbe essere “make and buy”



• Identificare chiaramente le proprie competenze interne
• Identificare i punti di contatto tra gli obiettivi di una strategia di social networking e la propria struttura organizzativa
• Sviluppare soluzioni specifiche per l’ente, scegliere soluzioni open source o costruire una presenza sulle piattaforme di    social networking?
• Quanto più è alto il livello di integrazione con la struttura, tanto meglio è sviluppare prodotti specifici per il sistema dell’ente



La presenza delle amministrazioni locali sui social media
(durata: 2’:37’’)

Alessandro Lovari dell’Università di Siena illustra le modalità d’uso dei social media da parte delle amministrazioni locali italiane.




• Occorrono obiettivi chiari per una presenza sui social media
• I social media possono essere un canale informativo, di contatto, di ascolto …



I Comuni italiani su Facebook (durata: 4’:19’’)

Lorenza Parisi, ricercatrice sui temi della comunicazione pubblica, illustra i risultati della ricerca ,realizzata insieme ad Alessandro Lovari,  sull’uso di Facebook da parte di quattro amministrazioni comunali.

(Leggi  l’articolo che descrive i principali risultati della ricerca:  “I comuni di facebook”  )




• Facebook come quotidiano on line
• Facebook come “espansione” dell’URP
• Facebook per aumentare il senso di appartenenza civico dei cittadini anche attraverso il gioco
• Facebook come luogo dove tutte le realtà locali rilanciano i propri eventi e attività



L’assessore ti chiede: “Perché non siamo presenti su Facebook?” (durata 1’:48’’)

Lorenza Parisi, ricercatrice sui temi della comunicazione pubblica,

• Un’obiezione è: Facebook è una impresa privata a fine di lucro
• I cittadini però su Facebook parlano delle amministrazioni
• Arginare i problemi pur sfruttando la piattaforma



Criticità nell’utilizzo dei social media da parte delle PA
(durata: 3’:32’’)

Alessandro Lovari dell’Università di Siena descrive i problemi più frequenti che si incontrano analizzando la presenza delle amministrazioni sui social media.




• Servono una strategia e una mission chiara e non una presenza improvvisata
• Occorrono delle policy definite ed esplicitate
• Attenzione a non creare false aspettative nei cittadini
• Spesso manca la formazione adeguata per questi canali
• Definire delle linee guida per le redazioni
• Pianificare il coordinamento fra i profili social e il sito istituzionale



Quali sono gli elementi da valutare per scegliere i social network più adatti alle vostre esigenze?

(durata: 6’:06’’)

Annalisa Collacciani, esperta di social media, esprime numerose considerazioni utili per una pubblica amministrazione che intenda investire in una presenza attiva sulla rete e sui principali social network come Facebook, Twitter o YouTube.




• Avete elaborato un piano di comunicazione che tenga presente tutte le risorse in gioco?
• Stendere un piano di comunicazione che consideri l’alto livello di interazione
• Avete valutato il grado di interazione dei vari strumenti?
• Qual è il grado di interazione che la vostra struttura è in grado di gestire?
• Sapete come vi comporterete di fronte ai feed back degli utenti?
• Gli utenti si aspettano una risposta entro le 24 ore
• Quando comparirà un commento negativo cosa farete?
• C’è il rischio di usare un linguaggio troppo colloquiale e banale
• Quali sono i contenuti che vogliamo veicolare?
• Non solo informazione, i social network si prestano anche come canali di aggregazione e mobilitazione
• Essere presenti su un social network comporta la volontà di creare un rapporto continuativo con i propri utenti



Non solo pubblicizzazione di eventi, anche informazioni di utilità pratica. Perché usare i social media per dialogare con il pubblico giovane (durata: 4’:52’’)

Come e perchè una amministrazione locale dovrebbe usare i social network per comunicare con il pubblico giovane secondo l’esperienza di Tania Frabello del Comune di Schio.




• I social media come aggregatori
• Buttare la palla alle persone perché dicano la loro
• L’informagiovani può essere un apripista rispetto a tutta l’amministrazione
• Le ragazze del servizio civile aiutano il personale ultraquarantenne ad adottare un linguaggio adeguato ai social media
• I social media necessitano di tempi rapidi di risposta
• Bisogna essere sinceri ed usare un linguaggio semplice e diretto



I siti appartengono al passato: lavorate su una presenza on line
(durata: 2’:09’’)

Michele Vianello, DG del parco scientifico tecnologico Vega di Venezia, sostiene che il concetto di sito pubblico appartiene al passato. Oggi occorre pensare in termini di presenza on line finalizzata a dialogare con i cittadini.



- La cultura del sito appartiene al passato;
- ‘Sito fatto bene’ vuol dire pensare all’interazione
- Il sito dove c’è solo uno che parla ormai non lo guarda più nessuno
- Il sito di una città smart custodisce i dialoghi: non esiste una città intelligente e un’amministrazione che non parla con le persone
- Il comune non deve aver paura di far utilizzare liberamente facebook ai suoi dipendenti: è l’unico modo di essere ‘social’



Ultimo aggiornamento: 02/11/11