Ad Ovest di Paperino-Il primo incontro della lista a Com-P.A. 2002

GLI AMMINISTRATORI DELLA LISTA
Nicoletta Levi e Emilio Simonetti 02/09/02

 
Cari colleghi della lista,
finite le ferie :-< (quasi per tutti) il mese di settembre coincide con l'inizio e la preparazione di un nuovo tornante del nostro percorso di comunicatori pubblici.
Abbiamo di fronte l'impegno COM-P.A., presenza obbligata per il progetto, ma quest'anno importante piu' delle altre occasioni per un duplice motivo: il Convegno dedicato al "Disegno della comunicazione" e il primo incontro degli iscritti alla lista.
Intanto vorremmo ricordarvi che ci facilita le cose sapere che chi sara' presente lo dira' al solito indirizzo info@urp.it. Naturalmente e' superfluo ricordare proprio a voi quanto questo dato puo' essere utile sul piano organizzativo.
[...]
Per quanto riguarda la lista e il suo primo incontro nazionale - come dicono i giuristi - "de visu", l'occasione e' per noi particolarmente importante sotto molti aspetti che di seguito cerchiamo di enucleare con un primo elenco di possibili temi per la discussione.
Prima di tutto, potremo mettere a tema il *valore "emozionale"* dell'evento-incontro in se' (1), poiche' ci sembra importante e caratterizzante proprio l'effetto empatico di tradurre in co-presenza fisica l'esperienza di collaborazione e comunicazione vissuta da tempo come mera esperienza virtuale.
Ma poi anche discutere le ragioni del funzionamento della lista (2) - ricordiamoci della sua natura di strumento di comunicazione basato, nel nostro caso, su un modello di relazione cooperativa. Allora e' possibile interrogarsi sul perche' questo modello di collaborazione/scambio "funziona" in ambito pubblico. Come, per quale aspetto e' davvero "utile" a voi che lo usate nei vostri uffici. E infine, quanto vale questo utile per la qualita' del vostro lavoro di comunicatori pubblici.
Inoltre, potremo discutere i caratteri di questa ml considerata come spazio di crescita/sviluppo di una comunita' professionale (3), con tutte le implicazioni (sociologiche, culturali, psicologiche ecc.) che il nome "comunità" e l'aggettivo "professionale" contengono.
Infine, le caratteristiche del funzionamento del modello di comunicazione che implica (4). Comunicazione virtuale asincrona, orizzontale, informale, con focus multipli ecc.
Ricapitolando, i punti che proponiamo di discutere sono:

1)- il valore emozionale dell'evento-incontro al COM-P.A.;

2)- le ragioni del funzionamento della lista (in rapporto alla relazione di cooperazione, alla sua utilita' pratica e alla qualita' del nostro lavoro);

3)- il valore della lista come comunita' professionale;

4)- le caratteristiche della lista come modello di comunicazione mediata dal computer (CMC).

Questi i temi che ci sembra possano essere considerati chiavi efficaci di lettura della nostra esperienza. Aspetti legati crediamo anche al suo carattere di replicabilita' in altri contesti pubblici e che pertanto ci piacerebbe offrire alla riflessione e all'interesse di tutti voi iscritti, oltre che di tutti i partecipanti all'incontro del 19.
Bene, abbiamo fatto le nostre proposte. Aspettiamo ora di conoscere le vostre opinioni.

Un saluto a tutti, non prima di esserci scusati della lunghezza dell'e-mail."  
 


 

03/09/02. Dipartimento della Funzione Pubblica - Emilio Simonetti
Devo dire che non me lo aspettavo.
Ma come? L'Istituzione dice: "fuoco alle polveri" e non si accende nemmeno un cerino?
Mi viene il sospetto che la mia amica abbia ragione, una ragione 'al contrario'. Un giorno, mi ha apostrofato con scandalo: "Guarda che nella lista manca l'Istituzione!"'. Ma ora che l'Istituzione c'è, manca la lista...
Cari amici-colleghi, so che siete tutti li' a leggere, chi prima, chi dopo, davanti al pubblico di uno sportello o da soli nella vostra stanza. Ma da quando abbiamo delineato lo spazio di discussione possibile per il nostro prossimo incontro COM-P.A. mi lasciate... con la febbre addosso: quella di non poter leggere le vostre idee contessute di emozioni.
Quale momento migliore, ora che "on topic" e "off topic" sono temi essi stessi di discussione piuttosto che lame di ghigliottina pronte a calare sulla testa degli iscritti? Mi viene il sospetto che si sia creato, sotterraneo, come una sorta di Super-Io della lista. Un Super-Io autocensorio e inibitorio che raffrena la spontaneita' di certi dibattiti, disordinati e "caciaroni", ma sempre stimolanti.
Qualcuno ritiene gli OT insopportabili e incongrui con le finalita' della lista? Bene, puo' ora argomentare per esteso. Qualcuno li ritiene la linfa vitale della lista (io, per primo)? Bene puo' dirlo e ridirlo con tutte le ragioni del caso (il nostro incontro), prendendosi lo spazio che serve (veramente poteva farlo anche prima...).
"Ha la sua ora tutto e il suo tempo ogni cosa sotto il sole", dice l'Ecclesiaste, e l'ora del qui e dell'adesso in lista e' quella della discussione e del confronto libero, aperto e franco, di tutti, per venire in chiaro delle strade organizzative aperte con il nostro progetto, delle conferme e dis-conferme di questa esperienza di collaborazione, per certi versi unica, che stiamo facendo; per venire in chiaro della natura, dei valori e della cultura di questa lista. Insomma della lista come relazione, della lista come comunicazione, della lista come "comunità", che ci sembrano i tre piani d'interesse per la discussione. Temi d'altronde, che sono tanto orizzonte quanto contenuto della nostra professione di tutti i giorni.
Non vedete? Siamo tutti qui a guardarci dietro lo schermo noi-voi che vi-ci leggete e fra qualche giorno saremo in una sala del COM-P.A., *devirtualizzati*. Emoziona davvero: io la vedo come la possibilita' unica in cui far cantare l'intelletto e far pensare il cuore. La qualita', l'umanita', il valore della nostra professione come contesto pertinente.
Guardate, ieri ho dato un'occhiata alle e-mail circolate in lista e pubblicate con l'autorizzazione degli autori sulle pagine del sito urp.it, nel corso di questi anni.
Aveva ragione Marina che denunciava una loro scarsa visibilita' ci stiamo mettendo le mani per renderle più usabili. Ora la sezione si chiama: "Si è detto in lista" invece che "Archivio". Anche se il lavoro di risistemazione non e' finito, vi invito a consultarle, a rileggerle, per cogliere la ricchezza, la varieta', la complessita' del "brainpower" di lista. Leggetele come una sorta di preparazione e introduzione ai temi che affronteremo al compa e vedrete che potrete recuperare della lista tutte le sue storie e tutta la sua storia, e capire cos'è e cosa puo' ancora essere.
E' impressionante vedere quante cose ci siamo detti, su quanti argomenti sono state scambiate e scritte e-mail e file, quanta punteggiatura sia stata messa nelle nostre frasi di lavoro, quanti accenti hanno accentuato bisogni, persone e saperi vissuti nei nostri uffici. Ogni tanto qualche OT e' stato visto sbocciare come un fiore di loto (sapete che come le orchidee questi fiori nascono dalla putredine...) e poi i suoi semi sono andati a sbocciare da qualche altra parte nei percorsi personali e inconoscibili generati dalla lista.
Bene, tutto questo credo sia gia' un patrimonio. Ora, e' tempo per tutti di parlare del suo suo significato. Non siamo nani sulle spalle di giganti?
A rileggerci
______________
se a qualcuno interessa la bibliografia di riferimento del subject:
 

 
 04/09/02. URP ARPA di Torino - Salvatore Tonti
Caro Emilio, cari tutti e tutte, mi permettete una amichevole, fraterna provocazione (in latino: pro-vocatio, ovvero appello, chiamata a favore di...)?
Mi sembra che in Lista solo una ben esigua minoranza abbia accettato la sfida della dimensione emozionale del proprio vissuto personale, nella professione almeno, della vita al di fuori non sono in grado di dire.
E come hai detto tu, Emilio, ad un certo punto questa corrente si e' "carsicizzata", ha scelto il silenzio o preso altre strade fuori di questa Lista. E quei solitari e solitarie si sono dati convegno altrove. Perchè? Perchè c'è cosi' tanta ritrosia a fare i conti con questo aspetto del nostro Sé? Perche' nella formazione professionale ci deve essere spazio solo per la conoscenza razionale e non anche per quella emotiva e per la dimensione affettiva delle nostre relazioni?.
Questo mi sembra valga per il pubblico impiegato come il medico: 28 anni fa quando tentai l'avventura della Facoltà di Medicina, era il tempo di Illich e della sua "Nemesi Medica", della sua "Convivialità", dei fratelli inglesi Balint e della loro esperienza (i gruppi di analisi Balint) che si battevano per inserire nella formazione del medico anche l'aspetto psicologico e l'attenzione innanzitutto alla propria dimensione affettiva ed emozionale. Sono passati 30 anni, ma non mi sembra sia cambiato granche'.
 

 
04/09/02. Dipartimento della Funzione Pubblica - Lidio Maresca
Scusa, Emilio, ma non ho capito.
Starò rimbambendo, ma non ho capito.
Spesso, nelle nostre accese discussioni che sono il sintomo di una forte amicizia, ti ho sentito parlare di ego, di chiusura mentale, di autoreferenza... Ormai so che queste son cose che condanni, poichè ostacolano il "fare", e soprattutto il "fare per il bene comune"... E mi trovi d'accordo, come è logico.
Ma veniamo ad analizzare la situazione contingente. Siamo alla vigilia. C'è il fremito di tanti. C'è chi non vede l'ora di lavorare a stretto contatto di gomito l'uno degli altri nei padiglioni della fiera, chi invece non vede l'ora di partecipare all'happening serale ideato dalla nostra comune amica Marina. E c'è chi, come è ovvio, non vede l'ora di fare tutt'e due le cose (e credo appartenga alla maggioranza, come è giusto che sia). E le risposte ci sono. Eccome. Amiche e amici che non avevano mai osato scrivere un messaggio hanno dichiarato pubblicamente che parteciperanno all'evento, e lo hanno dichiarato vincendo la loro timidezza: questo mi sembra sia già un notevole passo.
Io credo che la lista sia uno degli strumenti, e non l'obiettivo... Sbaglio?
 

 
04/09/02. Dipartimento della Funzione Pubblica - Fabio Ciccolini
Accetto la provocazione, Salvatore, e (anche se rischiamo di andare fuori tema) penso che tu abbia perfettamente ragione.
E' come se la dimensione emozionale del proprio vissuto debba esser messa al riparo, direi quasi protetta, da quella professionale di tutti i giorni. Non ho compreso fino in fondo il perche', ma cosi' e'.
Io penso che le due cose possano invece andare insieme; tra alti e bassi. Controllando sempre le proprie emozioni e il proprio io. Tenedole a freno quando valicano i confini della normalita'. Qualche volta e' accaduto.
Nel senso invece dell'utilita' della mailing, pur non essendo io un urpista mi e' fin troppo facile osservare che, negli ultimi tempi, questa lista e' cresciuta molto, e con essa sono cresciute le persone. E immagino anche gli uffici. Credo in tutti i sensi, sia professionali che non. Un vero e buon modello di relazioni professionali, sociali e culturali. Anche se virtuali. E il fatto che questo gruppo di persone si possa incontrare in uno spazio (sia esso un convegno), vedersi per la prima volta, e non piu' immaginarsi, non piu' disegnarsi in una nuvola parlante, mi sembra incredibile, quasi rivoluzionario. E solo dare forma e fisionomia a un nome, per esempio, e' gia' stupendo.
Mi auguro solo che lo spirito che ha animato le riflessioni di molti di noi in questi mesi non vada perduto nel tempo. E, soprattutto, che non si perda l'occasione per guardare avanti.

Un saluto ...COM-P.A.gnesco...


 
04/09/02. URP del Comune di Nardò (LE) - Giuseppina Cacudi
Dear Emilio, (ce lo vogliamo dare questo tocco cosmopolita in questi tempi bui?)
o Caro Emilio (se preferisci), ritorno alla lista dopo le vacanze (brevi) estive (ma voi l'avete vista l'estate, quest'anno?), le tue parole mi portano a riflettere, cosa che non mi è congeniale perché sono un'istintiva.
E' vero tutto quello che hai detto e forse ci siamo tutti meravigliati di meravigliarci (non so se ho reso). Ognuno di noi ha atteso dal balcone il fiume di interventi che poi non è venuto, salvo poi meravigliarci. E' come se nessuno avesse voluto calarsi nel ruolo e partecipare.
Forse perché lo richiedeva "l'Istituzione"?
Non vorrei che fosse stato questo a inaridire vene altrimenti fluide: forse qualcuno ha avvertito una sorta di dictat, sicuramente informale e affettuoso ma sempre inserito su binari e si è così ripiegato in sé stesso.
Difficile trattare con spiriti gitani.
Ma niente di male, il fiume non è morto, si è dato una pausa di riflessione.
Diciamo che siamo in restauro.
[...]
 

 
04/09/02. URP del Comune di Nardò (LE) - Giuseppina Cacudi
Ho letto l'intervento di Lidio (reaparecido anch'egli) dopo aver inviato il mio.
In effetti non avevo considerato nella giusta misura le attività sommerse che Lidio ha rilevato, che sicuramente non denotano pause di riflessione o disinteresse (come nemmeno la pausa per restauro, dovuta solo a capolavori meritevoli).
 

 
04/09/02. Dipartimento Scienze della Comunicazione - Università di Siena - M. Serena Mancinetti
Carissimo Emilio, amico mio...
Proprio come Giuseppina di Nardò, la prima cosa che ho pensato è stata che la presenza istituzionale fosse "castrante", e proprio per questo motivo - direi - gli interventi che sollecitavi stanno latitando...
Scavare dentro di noi non è tanto semplice, nè indolore. E questo lavoro del comunicatore, così intimamente legato al nostro modo di essere, ci invita spesso al lavoro di studio interiore. Ma già è difficile farlo con noi stessi, più difficile ancora trovare amici con cui confidarsi senza paure; figuriamoci metterci davanti ... a un'istituzione, cioè quanto di meno colorato, plasmabile, spontaneo io possa immaginare!
Ma credo che anche qui bisogna aspettare e perseverare, e solleticare un po' la pancia a chi si dimostra più propenso di altri: sicuramente fra un po' di tempo si vedranno altri effetti.... che poi già si sono visti, come diceva il caro Lidio (Ehi, Lidione! bentornato!), e che si possono facilmente quantificare andando a spulciare i materiali presenti in archivio.
Abbiamo già in molti "tirato fuori le emozioni", e questo processo - anche carsicamente nascosto in gruppetti un po' out - non è più arrestabile, ne sono sicura!
Dunque, complimenti a te per il tuo prezioso lavoro che già ci ha mostrato bellissimi frutti. E sii fiducioso!
Approfitto per salutarvi tutti, stavolta sono io ad andare in ferie, e mi permetto anche di "saltare" l'appuntamento COM-P.A.! Che coraggio!
 

 
04/09/02. Responsabile Ambito Comunicazione del Comune di Portomaggiore (FE) - Rita Simeoni
Disegnare la comunicazione
Devo confessarlo: disegnare non è mai stato il mio forte.
Già da piccola provavo soffici invidie per chi riusciva a prendere in mano una matita e trasformare le piccole particelle di grafite in immagini fantastiche, forme rubate al reale, reali esse stesse, luci ed ombre fatte di separazioni ed amalgami, tenui sbavature sulle porosità della carta.
Poi, ho scoperto esistere altri disegni.
Ci sono quelli tecnici, perfetti, inequivocabili, che richiamano all' ordine dell'universo, e ci fanno sospirare : "Ah! Fosse davvero così!"
Ci sono gli schizzi frettolosi lasciati sui tovagliolini, quando le parole non bastano a spiegare la strada perché l'amico ti raggiunga, e - miracolo - quella improbabile topografia riesce a illuminarne il percorso.
E ci sono piccoli muscoli che disegnano sorrisi, che fanno stringere appena lo sguardo, o spalancare gli occhi per una meraviglia inattesa, l'incontro casuale che cambia il corso degli eventi.
Questa lista, caro Emilio e tutti, ha disegnato un mondo fatto di grandi affreschi e semplici bozzetti,
progetti ambiziosi e misteriosi geroglifici, graffiti nascosti in caverne ancora da scoprire e capolavori da esporre con orgoglio, restituendo un murales variopinto e ricco di stimoli e suggestioni.
Ci passo davanti ogni giorno: oggi quel particolare mi ha ricordato i miei primi passi nella professione, ieri quella macchia colorata mi ha dato spunto per la prossima iniziative, ed ora - guardate - qualcuno ha aggiunto un piccolo segno di vita!
E se c'è chi usa pennelli intrisi di esperienza e chi, pur di lasciare la sua traccia, approfitta del sasso appuntito raccolto sulla strada, non importa.
Quando, invece che lavorare all' URP, facevo il cantautore (!) scrissi un verso che diceva così: "Basta aprire piano il palmo, solo un po' stringer le dita perché, amici miei, la vita sta tutta dentro una matita".
Era un presagio ?
 

 
04/09/02. Una iscritta alla mailing list - Primiana Leonardini
La ritrosia che ciascuno di noi nutre nei confronti delle emozioni, nasce dalla nostra - in fondo - scarsa familiarità con esse.
Ognuno di noi impara un suo "codice" di riconoscimento e gestione delle emozioni, anche in funzione delle diverse situazioni in cui esse compaiono: ci sono quelle da dire e da non dire, quelle da far finta che non esistano, quelle da mistificare, quelle da amplificare e quelle da sedare.....
Spesso ci comportiamo come se fossero dimensioni patogene, anzichè fisiologiche.
[...]
Per quanto riguarda la 'carsicizzazione' di alcune vene emotive che caratterizzano la lista e che si sono date appuntamento altrove.....starei molto attenta a drammatizzare: siamo sempre di più, e anche il fattore numerico incide non poco sulla vita di un gruppo. Il silenzio, poi, è anche raccoglimento, ristrutturazione del contesto.
E a questo punto direi che nel silenzio sarà meglio che mi rannicchi per qualche giorno....
Grazie a tutti voi per gli input che mi state dando.
Un affettuoso saluto a Salvatore, le cui provocazioni mi scuotono sempre, e a Marina e Milena, per la loro vigile attenzione!!!!
 

 
05/09/02. URP del Comune di Granarolo dell'Emilia (BO) - Marina Mancini
Sono in ferie in Sicilia... ma il tempo atmosferico è davvero inclemente (hai ragione Giuseppina dov'è l'estate???) e allora ne approfitto e vi seguo mentre continuo con l'organizzazione del nostro "rendez vous" ... ed è proprio da questo che voglio partire per fare alcune considerazioni su quanto scritto da voi quest'oggi!Che entusiasmo ragazzi!!! Si! che entusiasmo... [...]
Qualcuna timidamente fa capolino dal mio portatile scusandosi della scarsa partecipazione a URPNEWS ma ribadendomi che ci leggono sempre e comunque, qualcun altro dichiara addirittura di aver timore a partecipare perché non si sente all'altezza ma l'occasione del Compa gli sta dando sicurezza! [...]
Mi ero stampata la mail di Emilio per poterla leggere con calma, magari al sole di una spiaggia siciliana... ma la leggo con piacere anche senza sole :-)
Disegnare la comunicazione: scriveva Emilio...
Non è certo cosa da descrivere in pochi minuti e comprendo la difficoltà nel rispondere subito all'input di Emilio... Avrei bisogno di sedermi a tavolino con calma e riflettere su tutte le difficoltà incontrare sulla nostra strada di urp di un piccolo comune, tutto da inventare. [...]
Eppure oggi possiamo dire che abbiamo raggiunto comunque una significativa esperienza... esperienza non solo diretta ma anche scaturita dall'emulazione, "spiando" letteralmente le altre realtà organizzative, realizzando sulla nostra pelle ed anche e soprattutto attraverso questo meraviglioso strumento che è URPNEWS. Si! questa nostra lista è stata utile a me, ma so, leggendovi,  anche a voi tutti... e  noi, partecipanti, siamo stati utili alla lista, alla crescita del progetto che immagino sempre in itinere, sempre in trasformazione... Emilio sono lieta che le mie considerazioni sul sito siano state viste solo ed esclusivamente come volte alla crescita ed al miglioramento!
Sul *valore "emozionale"* poi che dire.... ho conosciuto adesso anche "de visu" persone meravigliose che condividono spesso i miei interessi, le mie ansie, che mi comprendono ... che mi consigliano! E non è certo questo un aspetto disgiunto o meno importante da quello che è il lavoro tout-court ..... toglierei quel punto interrogativo Emilio dall'interessantissimo brano che ci hai suggerito "Oltre a un corpo, a una mente, a una cultura, l'impresa ha anche un'anima?"... eccome se c'è l'ha ...e se soffre ne soffre anche il prodotto che offre!
Emilio chiedeva anche di esprimerci sulle  ragioni del funzionamento della lista...
La risposta è indubbiamente da trovare nel termine COOPERAZIONE, aggiungerei anche disinteressata e gratuita :-) per non parlare anche di velocità nell'ottenere una risposta, tempo che invece perderemmo a cercare da soli di risolvere il nostro quesito...io, poi,  l'ho considerato e lo considero anche uno strumento di crescita culturale... ovviamente è solo una mia personalissima considerazione.
Infine una considerazione a Primiana, che ringrazio e saluto, ho letto con una particolare attenzione la tua mail ma i tanti punti interrogativi che proponi non mi hanno chiarito il tuo punto di vista. Mi piacerebbe capire meglio ... non amo particolarmente le categorizzazioni ma mi rendo conto che sociologicamente, volenti o nolenti, ci rientriamo...mi piacerebbe capire in che modo ed in quale delle configurazioni rientriamo... questo si che è un argomento sul quale perderemmo ore a discutere :-)))
Bene mi rendo conto che mi sono dilungata moltissimo e avrei ancora tanto da dire... ma già è tanto se qualcuno mi abbia letto sin qui :-) e vi ringrazio.
 

 
05/09/02. Una iscritta alla mailing list - Primiana Leonardini
"Scusate se non mi dilungo....ma da una mezz'ora sto cercando di staccarmi da questo pc e correre alla stazione. 
"In quale configurazione rientriamo?" Non lo so Marina, non ne ho idea....ogni organizzazione ha la sua....e non è statica!
Noi Mailing list rientriamo in una configurazione comunicazionale reticolare e multicentrica. Ma noi non siamo un'organizzazione, almeno non nel senso tradizionale del termine.
O si???? 
Mi piacerebbe, davvero, avere tempo ora di soffermarmi su questi interrogativi, ma devo rimandare a quando tornerò. Tempi più comodi mi daranno la possibilità di essere almeno più chiara.
 

 
 05/09/02. Un iscirtto alla lista - Marco Grana
"[...] Approfitto per una piccola considerazione sulla questione "emozioni", così tanto dibattutta.
[...]
Le emozioni veicolate nella mailing, cioè le emozioni tra "noi".
[...]
Per quanto riguarda i materiali (testi, audiovideo, pagine, editoria, eventi, tutto ciò che è comunicazione nel senso di oggetto) una vera miniera è ciò che è stato scritto sulla pubblicità e sul marketing, fino all'estremo di NoLogo di Naomi Klein, che parla della società del "marchio".Credo che sia importante approfondire il tema perchè il rischio di tutte le professione a componente emotiva (soprattutto le professioni di cura, ma anche a quelle con aspetti relazionali significativi) è quello di perdere di vista la realtà del contesto (lavorativo) e trasformarlo in una specie di teatro nel quale rappresentare il proprio dramma (o commedia o tragedia) interiore. Da quello che vedo anche da altre parti, le mailing list si prestano molto bene a questa funzione di psico-rappresentazione. Dico questo perchè avverto il rischio che [...] sia proprio una deriva di questo tipo.
 

 
 05/09/02. URP ARPA di Torino - Salvatore Tonti
Giusta precisazione quella di Marco Grana. E' vero, per quanto riguarda me, che nel mio intervento non ho affatto distinto e che ho pensato soprattutto all'aspetto dell'interrelazione tra noi, che facciamo questo lavoro per scelta nostra o imposizione esterna,del nostro coinvolgimento emotivo in questa relazione e dell'investimento emotivo nel lavoro (aspettative, speranze, sogni, illusioni, disincanto, frustrazioni...).
Pensavo poco o niente all'aspetto della dimensione emotiva dell'interrelazione con l'utenza, questo mi sembra troppo legato ai diversissimi contesti in cui ciascun Urp o Servizio comunicazione si colloca, a quanto il contesto organizzativo sia motivante o frustrante.... In relazione a questo Primiana mi sembra abbia piu' di una ragione, e' quantomeno esagerato affermare che di quest'ultimo aspetto (relazione emotiva con l'utente) la formazione non si occupi, perche' in effetti se ne occupa da tempo.In una Lista come questa mi sembrerebbe piu' rilevante il primo aspetto, l'ascolto dell'esperienza altrui per fare chiarezza sulla propria o per meglio dire e' questo quello che io ho cercato nella Lista.
Effettivamente e' interessante la tua osservazione Marco:<<Credo che sia importante approfondire il tema perchè il rischio di tutte le professione a componente emotiva (soprattutto le professioni di cura, ma anche a quelle con aspetti relazionali significativi) è quello di perdere di vista la realtà del contesto (lavorativo) e trasformarlo in una specie di teatro nel quale rappresentare il proprio dramma (o commedia o tragedia) interiore. Da quello che vedo anche da altre parti, le mailing list si prestano molto bene a questa funzione di psico-rappresentazione. Dico questo perchè avverto il rischio che il punto 2 sia proprio una deriva di questo tipo.>> La <<rappresentazione del proprio dramma (o commedia o tragedia)>> puo' essere frutto di personalità egotiste - e allora occorre frenarla o indirizzarla - oppure puo' essere segnale di situazioni di reale disagio piu' e meno profondo, puo' essere una richiesta di aiuto, puo' essere il bisogno di uscire da una condizione in cui ci si percepisce molto soli. E sembrerebbe, da quel che sento raccontare, che questo tipo di situazioni siano alquanto numerose.
E allora non ti sembra giusto Marco, non vi sembra giusto, che la Lista abbia anche questa funzione "terapeutica"? Fortunamente abbiamo la presenza preziosa di professionisti come Primiana, che possono dare il loro contributo professionale per indirizzare sui giusti sentieri tale funzione terapeutica.
 

 
 05/09/02. Comune di Bologna - Catia Merighi
Questa mattina in una conversazione telefonica con Emilio lo rendevo partecipe di alcune mie perplessità sulla questione "emozioni" dibattuta sulla mailing. Mi ha fatto quindi molto piacere leggere la comunicazione di Marco Grana che rispecchia anche il mio pensiero.
Ci sono infatti le emozioni nel lavoro della comunicazione che sono solo (e a mio avviso debbono rimanere tali) una parte delle nostre emozioni e che però ci permettono di avere rapporti relazionali molto più ricchi rispetto agli altri dipendenti pubblici (anche se non arrivo a pensare come Milena ad uno "stupidario"): il mio lavoro infatti mi ha permesso di fare delle bellissime amicizie con colleghi in tutta Italia, ma non mi ha neppure tolto la possibilità di mantere al di fuori del mio lavoro tante altre bellissime emozioni:. Insomma in modo un po' provocatorio vi chiedo "Non è che la mailing list sia un rifugio, un modo per nascondersi dietro ad un computer per non affrontare direttamente le emozioni, anche quelle che ci fanno male?".
Sarò comunque felicissima di conoscervi personalmente a COMPA [...]"
 

 
 09/09/02. Camera di Commercio di Treviso - Marisa Bratovich
.. dopo mesi di silenzio... [...] mi sento quasi tirata a dire la mia anche se, immagino, molti ne farebbero volentieri a meno. E vi faccio una domanda : ma è davvero così necessario che - a cicli - qualcuno senta la necessità di catalogare, vivisezionare, etichettare, stigmatizzare, psicoanalizzare ciò che accade nella lista? E' proprio necessario distinguere, cercare di capire i perchè, provare a vedere se ci si riconosce o meno in ciò che qualcuno pensa, dice, abbozza, soffoca, esalta, chiede? Ma perchè ciascuno non vive questo spazio in libertà per quello che lui/lei è, per quello che desidera trovarci, per quello che desidera esprimervi lasciandosi andare se e quando lo voglia e tacendo quando ritenga di dover tacere? Perchè dobbiamo per forza riuscire a creare una scala di "giudizio" delle emozioni?
Se di emozioni si tratta però. Perchè francamente qui si è anche molto abusato di questo termine che invece andrebbe trattato con dolcezza per quello che rappresenta per ciascuno di noi. E prima gli OT... disturbano... non disturbano... li permettiamo... li indirizziamo altrove?... E così sono morti. Ed ora le psico-rappresentazioni... lo scavare su cosa ci stia dietro ad una presenza in lista... il chiedersi se siano compatibili le emozioni del Comunicatore con le emozioni "tra noi".... ma via.... questa sì che è una ben buffa rappresentazione dell'"essere persona".
Che poi...qualcuno un giorno me le spiegherà le Emozioni del Comunicatore. Me li vedo tutti gli Urpisti alla prese con la loro quotidianità spesso amara e difficile sentirsi fieri di essere Comunicatori riuscendo persino ad Emozionarsi. Scindere, scindere sempre. Un pezzetto di vita dentro al ruolo di Comunicatore nell'ambiente di lavoro... un pezzetto di vita che sorride pensando ad un incontro, ad una cena... un pezzetto di vita che  si scioglie leggendo "Salvatore"... un pezzetto di vita che "si incavola" se nessuno parla del prossimo contratto di lavoro. E ciascun pezzetto dovrebbe ignorare l'altro. Ma, scusatemi, nella vita di tutti i giorni è così che trattate la Vostra persona? a pezzetti? Sapete sempre dove collocarla al momento giusto?... bè...complimenti... io non ci riesco e sono felicissima che sia così...Lo so... ho un gran brutto carattere... buona giornata a tutti.
Marisa
 

 
09/09/02. Comune di Montepulciano - Diego Mancuso
Scusate, ma il tono del nostro incontro di Bologna sarà così pensoso, barocco, melodrammatico?! Rischiamo di apparire più un club di aspiranti poeti ermetici che un normalissimo, umanissimo gruppo di gente che più o meno fa lo stesso lavoro. Sarà che io sono tra gli ultimi arrivati ma finora c'ho capito poco o niente; perdonatemi, non è mia intenzione offendere nessuno ma noi non saremmo quelli che, tra l'altro, dovrebbero scrivere e parlare in modo chiaro ?
Grazie, cordiali saluti a tutti, arrivederci a Bologna
Diego Mancuso
 

 
10/09/02. Comune di Genzano di Roma - Paola Fagiolo
Marisa sei stata a dir poco grande! Sono d'accordo con tutto quello che hai esposto. Non ho mai partecipato alle varie discussioni di questi giorni sulla lista perchè per affrontare tutti gli argomenti e sviscerarli come si deve, per come sono fatta io, ci vuole molto tempo ed in questi giorni ce n'è veramente poco. (L'ufficio scoppia con l'attività frenetica tipica di ogni settembre). Non nascondo che a volte fa molto comodo che qualcun'altro esprima prima di te opinioni condivise.
Comunque al di là delle mie motivazioni, credo che dovremmo essere tutti un pochino più concreti, meno filosofi, anche più chiari nell'esprimere concetti, idee, proposte o suggerimenti. A volte trovo che la lista degradi in una sorta di gara tra chi è più "poeta", chi è più "emotivo", chi è più "psicologo", chi è più "comunicatore", ecc. Credo, infine, che se ognuno di noi riuscisse ad essere quello che è con le sue debolezze, le sue lacune, i suoi punti deboli, ma anche con la sua curiosità, la sua voglia di crescere, il suo entusiasmo, senza paura di non essere all'altezza perchè sempre più spesso alla fine di alcuni messaggi viene da dire <<mah, che avrà voluto dire?>> , forse tutto risulterebbe più interessante e proficuo per tutti. Scusate la franchezza, ma dovevo dire la mia.
Un bacione a tutti e un pò di invidia nei confronti di chi andrà al Compa.
Paola Fagiolo dell'Urp del Comune di Genzano di Roma
 

 
10/09/02. Comune di Civitavecchia - Marco Guainella
Arrivo forse un pò in ritardo per problemi di lavoro ma Suvvia, non drammatizziamo i toni di un sano e colorito confronto sui temi della quotidianità professionale. Vanno bene le analisi introspettive sul vissuto delle proprie emozioni, ma forse è meglio non esagerare sulla codifica di comportamenti che sono automatici e fanno parte del bagaglio culturale del comunicatore. Non a caso l'empatia presuppone un certo non coinvolgimento nella sfera emozionale. Siamo forse un pò inglesi! Quando mangio ve lo assicuro sono tutto Italiano :) [...]
[...] Alzare troppo il livello ed il tema della discussione crea, anche per me, un certo disagio a partecipare; forse il tema deve avere un carattere più generale e riguardare fatti più concreti; convengo con l'amico di montepulciano [...] per la sua schiettezza che ritengo indirizzata agli amici della lista a contenuti della vita reale di tutti i giorni.
Un salutone a tutti al COMPA [...]
Grazie
 
Guainella Marco
URP Civitavecchia
 

 
10/09/02. Comune di Granarolo dell'Emilia - Marina Mancini
Buon giorno... 
ehm dovrei dire buon pomeriggio 
settembre è sempre ricco di impegni e sempre più in fermento ... [...] Non ho granché voglia di intervenire sul dibattito in corso... in fondo è già stato detto molto: fondamentalmente ritengo che non debba essere perso quello che, credo, sia uno degli scopi iniziali del progetto di URPNEWS mettere in COMUNICAZIONE persone che condividono "questioni" simili e che  collaborano attraverso lo scambio e l'imitazione, risultato: la crescita .Credo di averlo già detto nella mia risposta alla sollecitazione di Emilio.
Non credo in lista ci siano stati casi di particolare melodramma, o eccesso di emotività... credo solo che ognuno di noi sia stato se stesso... e si sia espresso come sentiva in quel momento, per questo non mi sento di giudicare!
E' ovvio che scopo di questa lista è un altro... come detto... dunque anche se con il tempo essa dovesse subire delle trasformazioni difficilmente potrà discostarsi dal tema centrale: panta rei, tutto scorre dicevano i greci! Quando ebbi l'idea degli OT o quando creai DITUTTOUNPO http://it.groups.yahoo.com/group/dituttounpo/  l'atto nacque da un bisogno... che sapevo  non poteva essere soddisfatto in questo luogo perché non particolarmente idoneo ma non aspiravo certo a creare una lista di fuoriusciti, come mi prodigai di spiegare ad Emilio... in fondo c'è un luogo per ogni cosa...anche se ogni luogo si può poi adattare [...]
Dunque arrivederci al Com.pa.
ciao
Marina  
 

 
12/09/2002. Dipartimento della Funzione Pubblica - Emilio Simonetti
Caro Marco,
con un po' di ritardo rispondo alle tue considerazioni che toccano un elemento essenziale del funzionamento della lista.
Hai detto che l'emozione come contenuto professionale e l'emozione come "corrente" che circola "tra noi" in lista sono cose diverse e non vanno scambiate, come spesso capita a chi svolge una profesione che appartiene a
quelle "di cura". In lista andrebbero confusamente "alla deriva" in una impropria "psico-rappresentazione".
Ti dico subito che il fenomeno che descrivi a me non sembra una "deriva" favorita dalle caratteristiche di una mailing-list. Credo che tu abbia tralasciato di considerare che insieme ai due fenomeni (nel senso di cio' che si manifesta) ce n'e' un terzo che li unifica e li rende legittimamente e proficuamente (per tutti) agibili in lista: quello del pensiero riflessivo sui primi due. Questa ri-flessione, lungi dal provocare confusione, mi pare il segno vero dell'esistenza della lista come cervello collettivo che ha il gusto del ragionamento e del dialogo, nel senso *fondante* del socratico "dare e ricevere ragione".
Il piano dell'emozione nel lavoro, il piano dell'emozione nella lista, il loro intersecarsi "polifonico", non disordinato, ma multiplo, cosi' come permesso dai thread (temi di discussione) multipli di un lista - a me sembra uno dei caratteri della lista più stimolanti intellettualmente, più "utili" professionalmente, piu' "gustosi" - perche' no? - emozionalmente.
Quindi non mi sembra ci sia confusione se entrambi i piani convivono "disordinatamente" come oggetto di intelligente e appassionata discussione.
Non ti pare?
Un caro saluto
Emilio Simonetti
 

 
13/09/2002. Un iscritto alla lista - Marco Grana
Caro Emilio
Dici: >Questa ri-flessione, lungi dal provocare confusione, mi pare il segno vero dell'esistenza della lista come cervello collettivo che ha il gusto del ragionamento e del dialogo, nel senso *fondante* del socratico "dare e ricevere ragione".
Invece io penso che il rischio della deriva consista proprio in questo: spostarsi dal compito (le relazioni con il pubblico, o la
comunicazione) e "gustarsi" il ragionamento, il dialogo finalizzati a se stessi. Gusto sacrosanto in osteria con gli amici davanti a una bottiglia di vino, meno scontato se il dibattito avviene tra operatori che ci erano entrati pensando di trovarsi a discutere di questioni di lavoro e si ritrovano messaggi di descrizione o ammirazione per il proprio vissuto o quello di altri. In questosenso ho trovato giusta e corretta la creazione di un'altra lista che ha esplicitamente una finalità di questo tipo.
Dici ancora: >Il piano dell'emozione nel lavoro, il piano dell'emozione nella lista, il loro intersecarsi "polifonico", non disordinato, ma multiplo, cosi' come permesso dai thread (temi di discussione) multipli di un lista - a me sembra uno dei caratteri della lista più stimolanti intellettualmente, più "utili" professionalmente, piu' "gustosi" - perche' no? - emozionalmente.
Anche qui non sono d'accordo, anzi mi sembra che questo tuo giudizio aumenti la confusione: affermi che la molteplicità dei temi sia gustosa emozionalmente? Cosa significa? Io penso che la molteplicità dei temi dipenda dalla struttura di qualunque mailing (atemporale, aspaziale, reticolare) che consente ad ognuno di incrociare messaggi rivolti non a tutti ma solo a chi è
interessato. Questo potrà anche essere qualcosa di interessante in sè, ma gustoso emozionalmente mi sembra un pò troppo.
C'è poi la fatica di cancellare tutti i messaggi che non interessano e anche questo non mi sembra gustoso, per niente. 
Infine: >Quindi non mi sembra ci sia confusione se entrambi i piani convivono"disordinatamente" come oggetto di intelligente e appassionata discussione. Non ti pare?
La premessa del mio intervento era la valutazione opposta, nella discussione in lista si stavano confondendo due piani: quello
personale, che richiede vicinanza, contatto corporeo, sguardo, voce, espressa disponibilità, e che può avere il suo contesto
nella amicizia, nella coppia, nella psicoterapia, in certi tipi di formazione(tutte cose che in lista non ci possono essere), e quello di un dibattito professionale su una lista, che essendo veicolato da messaggi di posta elettronica ha potenzialità completamente diverse, per esempio la condivisione di molte risorse (documenti, sapere, informazioni, bibliografie, idee, progetti, agende, appuntamenti), ed è in questo senso, secondo me, che la lista può occuparsi del tema della componente emotiva nel lavoro della comunicazione.
Un caro saluto
Marco Grana
 

 
15/09/2002. Dipartimento della Funzione Pubblica - Emilio Simonetti
Caro Marco,
permettimi di dire che le tue affermazioni mi stupiscono non poco. Ma a ben vedere, non dovrei dirlo giacché - soddisfatto e contento - potrei chiudere qui constatando che almeno la prima (il dialogo OT  fine a se stesso) e' *auto-confutatoria* in quanto il tuo modo di esprimerla nei miei confronti, nella forma del serio e attento scambio dialogico, e' con tutta evidenza la dimostrazione che il dialogo in lista non e' "roba da bettola", fine a se stessa. A meno di pensare che solo il nostro OT non lo sia...
Quanto poi al fatto che la tua idea del "compito" della lista - abbastanza "seriosa" (che fa rima con "noiosa") - non corrisponda a quello che quest'ultima realmente e': qual è il problema? Il proprio vissuto - leggi: uso "espressivo" di una funzione di comunicazione, secondo il modello di Jacobson - va espunto dalla comunicazione professionale come quella
che dovrebbe avvenire in lista perché questa e' la tua idea?
Una delle regole di netiquette e' quella di intervenire dopo aver letto molti msg per potersi adeguare correttamente a contenuti e stili in uso nella lista. Quindi, perché la delusione? E' la lista che deve adeguarsi alla tua idea o la tua idea alla lista? La tua opinione e' legittima - come tutte le altre - ma non se vuole stabilire "a priori" qualcosa che puo' essere solo il frutto della concorrenza di diverse opinioni e interazioni tra gli iscritti (e anche dell'Istituzione che l'ha aperta, veramente..).
> affermi che la molteplicità dei temi sia gustosa emozionalmente? Cosa significa?
Evidentemente hai cancellato troppo e ti sei perso i "colori della lista". Poi hai svoltato bruscamente "ad est di Paperino" ;-)
> Io penso che la molteplicità dei temi dipenda dalla struttura di qualunque mailing (atemporale, aspaziale, reticolare) che consente ad ognuno di incrociare messaggi rivolti non a tutti ma solo a chi è interessato.
Detta cosi' la lista sembrerebbe un semplice marchingegno elettronico di smistamento di e-mail. E le proliferazioni cognitive - che non potremo mai conoscere - e la cooperazione e la fiducia - che circola oh, se circola insieme ai sentimenti e alle emozioni dei vissuti!- e i "legami deboli" - che moltiplica tra le persone?
> Questo potrà anche essere qualcosa di interessante in sè, ma gustoso emozionalmente mi sembra un pò troppo. C'è poi la fatica di cancellare tutti i messaggi che non interessano e anche questo non mi sembra gustoso, per niente.
Peccato: e' davvero solo questo che vedi in quelle lettere nere del tuo programma di posta? Forse e' colpa del tuo pc che e' configurato a soli 256 colori ;-) Io sul mio arrivo a 16,8 milioni, eppure ancora non mi bastano per cogliere tutto quello che credo sia contenuto in una parola scritta.
> un dibattito professionale su una lista, che essendo veicolato da messaggi di posta elettronica ha potenzialità completamente diverse, per esempio la condivisione di molte risorse (documenti, sapere, informazioni, bibliografie, idee, progetti, agende, appuntamenti)
Mi pare che teorie sulla comunicazione on line come quella del "terreno comune" o dei "legami deboli" vadano in direzione opposta. Se persino e-Bay ha dovuto inventare il management della "reputazione" dei propri venditori on line, mi pare che nelle liste sia possibile qlcosa di piu' che semplici "condivisioni di risorse" o freddi scambi utilitaristici.
Ma forse e' proprio qui che c'è la maggior distanza delle nostre visioni: quella tra una lista "al grado uno", come la vedi tu, e quella "al grado comunita'" come la vedo io. Ora, pero', come puoi capire, non posso dilungarmi di piu' per spiegarmi.
Facciamo che ne riparliamo al compa, che ne dici?, e cosi' avremo dimostrato che una lista non favorisce solo il dialogo virtuale ma il dialogo senza aggettivi.
O questa volta mi vuoi confutare tu con la tua assenza?
Un caro saluto, emilio."
 

 
 24/09/02. URP Arpa Torino - Salvatore Tonti
"Questo, aggiungendo quello che lì non ho detto per brevità, lo schema del mio intervento al Compa. 
 1. Nel 1979 Massimo Severo Giannini nel suo Rapporto sullo stato della pubblica amministrazione, parlo' di "un volto arcigno dello Stato", che andava cambiato.
2. Questo "volto arcigno" sintomo della malattia degenerativa della burocrazia, ha originato, a mio avviso, due solitudini speculari: la solitudine del cittadino che non riusciva ad abbattere il muro di incomunicabilità eretto da chi lavorava all'interno delle amministrazioni pubbliche e la solitudine del pubblico impiegato che non voleva aprirsi all'ascolto e al dialogo con l'utente.
3. Dalla legge 142/90 alla legge 150/2000, lo Stato ha avviato una stagione di riforme legislative che hanno apportato molti cambiamenti al modo tradizionale di funzionare della macchina burocratica pubblica.
4. Al cambiamento della legislazione e della prassi amministrative pubbliche, solo in minima parte pero', a me sembra, ha corrisposto un'evoluzione antropologica dell'impiegato pubblico.
5. Gli Uffici Relazioni con il pubblico e le esperienze analoghe, sono stati disegnati dal legislatore per essere motore di quel cambiamento culturale- legislativo e antropologico - nelle pubbliche amministrazioni .
6. Urpnews in questi suoi tre anni di vita ha dimostrato ( io sono iscritto da quasi due)  attraverso la partecipazione dei suoi iscritti alla comunità di pratiche , che nell'universo della comunicazione pubblica esistono grandi risorse di umanità e professionalità, che possono essere messe a disposizione di quell'evoluzione antropologica che dicevo al punto 4.
7. Urpnews puo' avere anche una "funzione terapeutica": funzionando come un grande gruppo di analisi verbale di gruppo on line, essa può aiutare i membri della comunità in difficoltà, a chiarire dentro di se' i motivi del proprio disagio individuale, altro aspetto della solitudine dell'impiegato pubblico, a ritrovare fiducia nelle proprie capacità, motivazione e volontà di lottare.
[...]

Ciao
Salvatore Tonti"


 
 24/10/02. URP del Comune di Rimini - MIlena Benvenuti
"Mi scuso fortemente per il ritardo con cui invio il mio intervento a "ad ovest di Paperino".
Non so se potrete aggiungerlo agli altri. Se non sarà possibile,  non importa, anche perchè non sono un bravo moderatore e a voce so spiegarmi ma per iscritto a volte mi riesce difficile e non vorrei che due parole fossero motivo di strumentalizzazione.
Certo se fossi Frattini .... 
Credo di ricordare che l'intervento fosse in questi termini: 
"Semplicemente ho pensato che: urpnews è un data base fantastico dove operatori della P.A. si incontrano, mutuano esperienze e materiali di studio, si aggiornano.
E' anche un luogo di scambio di opinioni, di espressione del disagio o dell'entusiasmo per alcune iniziative ... è un termometro della situazione degli URP vista dall'interno.
Se riflettiamo e pensiamo che questa comunità comprende circa 900 adesioni di altrettanti servizi/uffici pubblici e che rappresenta tutto il territorio nazionale, ritengo rilevante il peso "politico" della comunità, dove per politico intendo "la possibilità di avere coscienza e conoscenza delle esigenze, delle cose da fare, delle opportunità da creare per situazioni di lavoro migliore nella P.A. ed intervenire di conseguenza".
E' altresì uno strumento "POLITICO" inteso come possibilità di creare opportunità di crescita civile per il cittadino, e di avere un rapporto con la P.A. veramente "dialogante".
Inoltre, non ultimo per importanza, offre la possibilità di andare verso una perequazione del trattamento contrattuale dei dipendenti pubblici, a cominciare proprio dalla comunità di lavoratori che ha in URPNEWS un momento di incontro.
Meno tavoli di contrattazione, meno risorse impegnate. 
Credo che, se fossi Ministro della Funzione Pubblica o Ministro dell'Innovazione, darei uno sguardo ogni tanto agli interventi .... "
 
Milena Benvenuti"

 



Ultimo aggiornamento: 25/07/08