Definizione profilo professionale dei comunicatori nel nuovo contratto di lavoro

UFFICIO COMUNICAZIONE DEL COMUNE DI SENAGO (MI) - Sonia Bonfà 26/09/02

"Se vogliamo proprio dirla tutta... lascia molto a desiderare anche il fatto che l'applicazione del prossimo contratto di lavoro in maniera estensiva o meno dipenda dalla capacità (leggi anche volontà) contrattuale del sindacato locale che deve tutelare quante persone nei Comuni medio piccoli? Una, due, tre persone?
contro altre categorie (vedi pm, educatrici, impiegati vari) che sono molto più numerose e che riescono a fare una pressione diversa sulla contrattazione decentrata.
Non so se mi sono spiegata..... ma in un Comune di 20.000 abitanti diìove chi si occupa di comunicazione è "solo" la sottoscritta.... mi spiegate perchè qualcuno dovrebbe sollecitare la "definizione" del mio profilo professionale, quando gli altri 120 dipendenti hanno ben altri problemi e sono una "forza", sindacalmente parlando?
E come la mettiamo con il blocco delle assunzioni, dei concorsi interni e i vinvoli del patto di stabilità?
Secondo me la situazione è questa: o il contratto determina che a chiunque sia stato responsabile o si è occupato di un servizio comunicazione e che, nel frattempo, ha conseguito la formazione richiesta dalla L.150/00, l'amministrazione deve adeguare il "profilo professionale", o stiamo parlando di aria fritta.
Ma deve essere chiaro che l'amministrazione DEVE così come è successo per altre categorie (penso all'avanzamento per titoli dei pm con le code contrattuali dell'ultimo contratto)."



26/09/02. URP del Comune di Giarre (CT) - Rosario Gullotta
"Cara Sonia hai fatto centro.
Sono del parere che chi si ritrova nelle condizioni da te elencate (io lo sono) necessita urgentemente fare un'azione di coalizione e scrivere agli organismi preposti al fine di prevedere una qualche soluzione."
 

 
26/09/02. URP Ministero dell'Istruzione - Paolo Vitali
"La legge 150 è cosa fatta; il Regolamento attuativo anche.
Ed oggi che comincia, in qualche maniera, a vedersi un po' di luce e di riconoscimento nei confronti degli Uffici Relazioni con il Pubblico e dei suoi operatori, ecco che su quel carro si vedono salire parecchie persone (e questo è poco importante), numerosi sconosciuti (nel senso letterale di "non noti), ma, cosa ancor peggiore, personagghi che fino a ieri hanno denigrato il ruolo degli U.R.P. e la "fatica" dei suoi operatori.
Mi spiego meglio: c'è nella amministrazione a cui appartengo (ed ho l'impressione che non sia l'unica) l'intenzione di attivare i corsi di cui alla L. 150, coinvolgendo tutte quelle persone che hanno operato genericamente nel settore della comunicazione, nel senso che, esistendo nella mia struittura un servizio per la comunicazione, si ritiene di coinvolgere tutti i dipendenti ad esso assegnati: dall'archivista a colui che "cura" l'inserimento dei documenti nel sito, da colui che, saltuariamente, risponde a qualche e-mail al dipendente che "supporta" burocraticamente l'URP o l'Ufficio Stampa, o, ancora, chi scrive o legge questa lista, indipendentemente dall'operatività effettiva.
Ciò in quanto costoro operano in un settore che opera nella comunicazione istituzionale.
A questo punto mi chiedo e vi chiedo quali siano i limiti di tali coinvolgimenti e quale sia la corretta interpretazione della norma.
Se quanto affermato dai "miei burocrati" fosse giusto, allora mi chiedo se non sia più proficuo, meno faticoso e ... più opportuno smetterla di operare in un front-office e, per conto, scegliere di fare l'archivista, tanto anche questo è ... comunicazione.
Sarebbe opportuno allora un chiarimento da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica."
 

 
26/09/02. URP del Comune di Taormina (ME) - Giuseppe Monaco
"Rispondo a Vitali:
hai ragione. Qui non se ne capisce più nulla.
Il fatto è che l'URP come l'ufficio stampa, vanno a cozzare spesso con gli interessi politici degli amministratori. Cozzano anche, certe volte, con interessi meno nobili.
Quindi, in sede locale, vengono visti in una certa maniera e, poi, tutto dipende dai colori e si verificano veri e propri terremoti. Ecco, quindi, che sono d'accordo: è indispensabile un chiarimento da parte del Ministero o del legislatore.
Ci vogliono regole precise. Ma verranno mai?"
 

 
26/09/02. URP del ASL n.7 di Ragusa - Gianna Miceli
"Vorrei capire anche io qualcosa in più a proposito di questi livelli.
Sono un coadiutore amministrativo e da poco lavoro presso l'Urp della mia Azienda Usl, sono laureata in Sociologia con indirizzo comunicazione e mass media, e sto conseguendo un master in comunicazione pubblica ed istituzionale presso l'università.
Non mi hanno permesso di parecipare ai corsi previsti per gli operatori degli URP (LEGGE 150/2000)COSA DEVO PENSARE?
e come mi devo comportare?"
 

 
26/09/02. URP del Comune Delia (CL) - Giovanni Proietto
"E' proprio questo il nocciolo della questione, che non favorisce certo il sonno di tutti noi, credo.
In balia del sindacalista di turno. In balia dell'amministratore di turno. In balia delle solite interpretazioni e cavilli, di fronte alle quali perfino Azzeccagarbugli, di manzoniana memoria, si sarebbe sentito un dilettante.
E quando si è in balia delle onde non si pensa certo alla mission ma a sopravvivere. Una senzazione brutale, che moltissimi, non meritavano e non meriterebbero di dovere avvertire, per il loro impegno, la loro creatività, competenza ed attaccamento, profusi, giorno dopo giorno, con abnegazione, quasi con infantile disinteresse, nel perseguimento di uno scopo, la "comunicazione pubblica".
Perchè diciamocelo chiaro. La legge si è fatta anche per la, relativamente lunga, sperimentazione. E gli attori si sa chi erano.
Cosa possiamo fare. Tacca banda. Direi di comniciare con una LETTERA APERTA, da inviare a tutte le Associazioni della comunicazione, per far sentire forte e decisa la nostra voce: "non più in balia delle onde sind..., pol..., amm...", ma riconoscimenti certi, sulla base di criteri prestabiliti e validi su tutto il territorio nazionale."
 

 
27/09/02. URP del Comune di Giarre (CT) - Rosario Gullotta
"Sono d'accordo per la lettera aperta a tutte le Associazioni di comunicazione.
Infatti già stavo preparando qualcosa del genere da muovere a titolo personale.
Sono sicuro però che se riusciremo a coalizzarci potremo fare sentire più forte la nostra voce.
Si aspettano adesioni."
 

 
27/09/02. URP ARPA Torino - Salvatore Tonti
"Invece che una lettera alle Associazioni, perche' non inviare una lettera alle Organizzazioni
Sindacali della Funzione Pubblica ?
E' in itinere il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.
Sarebbe forse piu' opportuno chiarirsi con il sindacato, proprio per le ragioni che rilevava una collega in un suo messaggio a proposito dell'atteggiamento dei sindacati negli enti.
Teniamo conto che la posizione del sindacato è spesso delicata e difficile in quanto deve mediare tra interessi talvolta contrapposti e non facilmente conciliabili, e deve cercare di ottenere il massimo possibile per tutti, con il minimo svantaggio per i singoli.
La soluzione per la categoria dei comunicatori deve essere trovata all'interno di una mediazione generale su tutti i profili professionali, nell'ambito dei diversi contratti.
Non deve esserci, secondo me, una soluzione ad hoc per i comunicatori.
Altrimenti davvero caschiamo a piedi uniti in situazione "corporativa"."
 

 
27/09/02. URP del Comune di Malalbergo (BO) - Gabriele Chiarini
"Caro Salvatore concordo con te.
Però già come "operatore / addetto al computer" da molti anni ho spesso riscontrato difficoltà, almeno questo nei piccoli comuni dove ho operato, a far essere "riconosciuto" dai colleghi, non solo dai sindacalisti delle RSU, questo aspetto del lavoro.
Solo un comune aveva riconosciuto un'indennità di sportello o simile, una tantum nel tenere conto dello stress e difficoltà del lavoro a contatto con il pubblico, spesso NON conciliante, tipo quello del filmato del corso presentato dal FORMEZ al Compa."
 

 
30/09/02. Rete Civica Comune di Messina - Giovanna Beccalli
"Sono d'accordo con Salvatore, Rosario e Giovanni: occorre scrivere.
Ma cosa? Questo è fondamentale. Certamente un documento che sia esaustivo di tutte le situazioni irrisolte nell'universo della comunicazione pubblica, che chiarisca tutte le zone d'ombra lasciate dalla legge 150, dalle leggi regionali e dagli atti amministrativi successivi che hanno chiarito solo parzialmente le idee a chi, comunque, al di là di presunti steccati professionali, è compartecipe - spesso con successo e innumerevoli sforzi - del processo di dialogo con il cittadino e/o all'interno degli enti.
Vi sottopongo il mio esempio di... 'limbo'.
Sono giornalista e dal '96 responsabile dell'Informazione, Comunicazione, Editoria multimediale e dell'infocomunicazione comunitaria per la Rete Civica del Comune di Messina che è gestita da una società misto pubblica di cui l'Ente è socio.
C'è di più: la RC gestisce (su web e al pubblico) anche gli sportelli Informagiovani, Informalavoro, Imprenditoria giovanile, etc.. Vi sembra poco?
Bene, cosa fare? E soprattutto, 'cosa dire' ai nostri interlocutori istituzionali ed associativi... questo è (una volta deciso che bisogna agire) il punto. Sta qui il nocciolo della nostra forza.
Dobbiamo stendere un documento che, nella sua sostanza, consenta di regimentare tutte le situazioni in cui - sperimentazione o approssimazione per necessità - finora si sono riscontrate da ben prima del 2000. Reti civiche, Uffici Europa, Sportelli Informagiovani e Informalavoro, Sportelli Impresa, Sportelli donna, e chi più ne ha più ne metta...
Che ruolo dovranno assumere nel contesto della comunicazione? Dare corpo in modo puntuale al coordinamento (inteso come funzione e come struttura di) potrebbe aiutarci molto.
Pensiamoci seriamente e troviamo, magari, proprio in esso il bandolo della matassa.
E poi, sì. Sono d'accordo con voi, muoviamoci a 360°. Non fermiamoci alle associazioni di categoria ma apriamo un tavolo di concertazione che coinvolga tutti i livelli di governo in cui la comunicazione pubblica si riscontra realmente, evitando la polverizzazione della funzione di comunicazione, ma tenendo conto delle effettive esigenze degli enti e, al contempo, salvaguardando le professionalità (anche di quelle acquisite sul campo) attraverso norme precise e misure che garantiscano il riconoscimento e il costante progresso delle competenze.
Convengo con Sonia: ci sono gli spiragli per fare luce sulla nebbia.
Cominciamo a stendere il documento e, quindi, magari, stabiliamo il criterio da seguire per partecipare un po' tutti alla sua redazione, portando ciascuno la propria esperienza."
 

 
 30/09/02. URP del Comune e dell'ASL di Fiorenzuola d'Arda - Donatella Bracchi
"Condivido pienamente e mi associo alla proposta di una LETTERA APERTA da inviare in entrambe le direzioni già proposte (Organizzazioni Sindacali e Associazioni di Comunicazione) ed eventualmente anche in altre, con cui possiamo ritenere efficace "comunicare".
Trovo che l?iniziativa sia coerente, corretta ed efficace, purché chiara.
Coerente, perché la "comunicazione" è per noi "obiettivo/mission e valore condiviso", ma anche "funzione e strumento" al tempo stesso. Questa peculiarità "ci distingue" e contraddistingue un nostro "valore professionale aggiunto ed originale", che nel settore pubblico deve esserci riconosciuto.
Come urpisti utilizziamo la "comunicazione" a tutela dei cittadini e per un?amministrazione pubblica più trasparente, partecipata, efficiente, efficace e, quindi, più onesta.
E' il momento di "utilizzare lo strumento comunicazione" anche per affermare e difendere i nostri valori professionali, perché questo "utilizzo" si colloca, nella sostanza e nella forma, nell?ambito della mission tutela dei cittadini. Difendendo noi stessi ed il nostro valore professionale non cerchiamo di dare a Cesare, di dare "a tutti i Romani".
Difendiamo, infatti, una parte di pubblici dipendenti che lavora in un?ottica di reale "servizio ai cittadini" e quindi, la prima e forse l?unica "roccaforte" attuale di certi valori, che, si spera, non siano stati "riconosciuti" solo apparentemente, allo scopo di meglio "controllarne" e, quindi, più facilmente neutralizzarne i "portavoce" (da non confondere con i portavoce del Sindaco, che hanno diverse funzioni).
Corretta, perché testimonia la ricerca del "dialogo sempre e comunque", prima di qualsiasi altra forma di rivendicazione.
Buona "parte" della pubblica amministrazione considera e vorrebbe considerare ancora il cittadino (non certo in un'ottica "di servizio") un "suddito", al massimo "da informare" (quando conviene e non certo, con cui "comunicare").
Questa è una "realtà" che dobbiamo avere il coraggio di "dire con voce civile, forte e chiara".Non dobbiamo temere di essere "corporativi", finché operiamo in quest?ottica, comunque da presidiare.
Efficace, perché, per raggiungere l?obiettivo, è necessario "dirla insieme" (è uno di quegli obiettivi non raggiungibili se non in gruppo).
Purché chiara, riguardo al "cosa dire" ai nostri interlocutori, concordo con la precisazione della collega Giovanna Beccalli, di Messina, sulla natura di documento steso a più mani (non potrebbe essere altrimenti, trattandosi di un documenti "comunitario").
Il suo intervento dimostra, tuttavia, che c?è, prima di tutto, necessità di chiarire al nostro interno quali e quanti "strumenti musicali" (tutti facenti parte dell?orchestra della "comunicazione") debbano "suonare" questo pezzo e se, di "sinfonie", ne vogliamo presentare una sola o più d?una altrimenti si rischia di vanificarne l'efficacia.
La collega "miscela", infatti, informazione e comunicazione, accomuna in un unico ruolo e "destino" urp e strutture assimilate ad uffici stampa. Il ruolo stesso da lei rivestito, in qualità di giornalista, quale responsabile di Informazione, Comunicazione, Editoria, e Sportelli singoli al cittadino, piuttosto che Reti Civiche (dov'è l'Urp a Messina?) conferma il sospetto di possibile confusione di ruoli, ben distinti per legge.
Bisogna tener presente che:
1. le funzioni di comunicazione e di informazione sono chiaramente distinte dal legislatore ed assegnate a strutture altrettanto diverse (la prima, di "comunicazione ai cittadini" è assegnata all'Urp od analoghe strutture (artt. 6 e 8 L. 150/2000 ed artt. 2 e 6 DPR 422/2001), la seconda, "di informazione", agli uffici stampa artt. 6 e 9 L. 150/2000 e art. 3 DPR 422/2000);
2. la differenziazione dei due "segmenti di attività", è chiaramente ribadita ("comunicazione e relazione con i cittadini" da parte dell'Urp ed " informazione e relazioni con i media" da parte dell' ufficio stampa) dal punto 5. della recente Direttiva min. sulle atività di comunicazione delle p.a.;
3. gli Urp e assimilati, sono obbligatorie per legge (vedi, da ultimo, art. 8, 2° comma L.150) - l'ufficio stampa non lo é (art. art. 9, 1° comma L.150);
4. i requisiti professionali, di accesso e riconferma nei rispettivi ruoli, sono totalmente diversi.
Non possiamo, soprattutto in questa fase, confondere le due funzioni, le due diverse strutture cui sono deputate e quindi, il diverso ruolo e rispettivo requisiti professionali, ancorché complementari.
La direttiva citata al punto 2. ne ribadisce la complementarietà e la necessità di "coordinamento organizzativo e raccordo operativo tra i segmenti di comunicazione".
In quest'ottica, non certo finalizzata all'"esclusione corporativa", ma ad una concertazione efficace per entrambe le categorie, credo sia necessario valutare insieme, se ed in che modo intraprendere un?unica iniziativa che rappresenti le esigenze di tutti i segmenti della comunicazione pubblica, con i dovuti distinguo all'interno della stessa, ovvero più di un'iniziativa congiunta e raccordata, ma diversificata.
 

 
30/09/02. Rete Civica Comune di Messina - Giovanna Beccalli
"Grazie per aver colto nella mia mail innanzitutto lo spirito d'azione congiunta da compiere. E' indispensabile!!!
...Certamente, nel rispetto dei ruoli che la legge disegna distintamente per l'una e l'altra delle funzioni (informare e comunicare).
Tuttavia, ed era questo il punto focale della mia posizione, al di là di ciascuna professionalità e di ciascun ruolo pur tracciato chiaramente, esiste un obiettivo che le leggi (non soltanto la 150/2000 ma già le leggi che vanno dalla garanzia d'accesso del cittadino alle informazioni in materia ambientale, ala legislazione sulla partecipazione ai processi amministrativi degli anni '90 sino all'attuale normativa che agita i nostri pensieri) devono tenere presente: il miglioramento a tutto tondo del rapporto tra aministratori ed amministrati, in tutte le possibili guise in cui può realizzarsi.
Ieri si parlava di efficienza ed efficacia dell'azione della P.A., oggi si parla di e-government... e potremmo 'e-volverlo' anche a buon e-government....
Per questo - ed era il senso dell'unificazione non 'concettuale' ma 'operativa' proposta - a mio avviso, tutti gli operatori della comunicazione devono trovare un momento di raccordo in una struttura ad hoc cui va puntualmente demandato il compito - per nulla semplice ma necessario - di portare ad unità le diversità a vantaggio della collettività.
Mi spiego meglio: l'attività dell'Urp è più fungibile se può avvantaggiarsi di una conoscenza effettiva di ciò che l'Ente compie al suo interno e all'esterno (penso, a tal riguardo, agli altri 'varchi' verso l'esterno che, accanto all'Urp, si aprono al cittadino).
Anche l'Ufficio Stampa potrà rendere all'esterno un'immagine dell'Ente più reale e quindi utile se conoscerà l'azione e la realtà degli altri punti di contatto con l'esterno o all'interno dell'Ente.
In quest'ottica, tutti coloro che operano nel mondo della comunicazione pubblica, dovrebbero innanzitutto trovare nella struttura di coordinamento non già il crogiuolo dell'appiattimento (o peggio della confusione dei ruoli), quanto piuttosto il luogo in cui disegnare, di caso in caso, l'aspetto dell'Ente... Per questo è necessario dare un assetto stabile e certo alla funzione di coordinamento, definendo (o demandandole il compito di definire) modelli e procedure di dialogo che favoriscano il confronto tra diverse realtà di comunicazione e i flussi informativi tra esse e tra queste e l'esterno.
Credo dunque, che siamo davvero molto vicini nelle convinzioni e nello spirito delle richieste che vogliamo avanzare a vantaggio della comunicazione, di chi la rende possibile e che, magari adesso, non si sente sufficientemente tutelato perché... incompreso: non solo psicologicamente ma anche... perché non c'è da nessuan parte una norma che ne disciplini lo status!
Bene - e chiudo, promesso! - giusto un'ultimma doverosa precisazione: la Rete Civica del Comune di Messina, nata nel '96 e di cui sono responsabile per Informazione, Comunicazione etc. (ma non faccio parte dell'Ufficio stampa), è oggi una delle strutture attrici della comunicazione contemplata dagli articoli 2 e magari 6 della legge 150. Abbiamo collezionato una serie di successi in un periodo (dal 1997 al '99) in cui eravamo un po' i pionieri della comunicazione pubblica virtuale... attestati al 2° posto della Top Ten delle RC italiane. All'interno del sito (ve ne indico volentieri l'indirizzo: www.comune.messina.it) anche oggi si trovano una serie di informazioni utili ai cittadini, agli enti e alle imprese, quelle relative agli sportelli che gestiamo direttamente (Informagiovani, Informalavoro, Imprenditoria) e anche quelle istituzionali relative all'Urp (che esiste ed è operativo anche al Comune di Messina) e allo Sportello Unico per le Attività Produttive.
Adesso, però mi fermo: è davvero troppo, ho esagerato... credevo fosse necessario precisare alcuni aspetti che, forse per brevità (ma non penso di essere stata più brava qui...), non avevo avuto modo di esplicitare ...ed invece i tasti mi hanno chiamato, velocissime, le dita...
Spero di poterle mettere presto al lavoro per il 'nostro' nuovo statuto della Comunicazione... quella con la C maiuscola, grande, scritta con tutte le mani che uniremo insieme.
 

 
30/09/02. URP del Comune di Giarre (CT) - Rosario Gullotta
"Bene ragazzi (permettetemi questa affermazione), credo che a questo punto,da buoni urpisti, bisogna concretizzare quanto detto nei precedenti inteventi e iniziare a scrivere questa benedetta lettera aperta che, secondo il mio giudizio, non dovrà contenere molti preamboli ma "essere concreta".
Si potrebbe cominciare a scrivere degli appunti, condividerli, successivamente assemblarli ed infine proporre il tutto per l'adesione.
Eventualmente, per evitare di intasare la lista e di infastidire i colleghi che non sono interessati all'argomento, propongo di usare gli indirizzi email personali di chi aderisce all'iniziativa.
Cosa ne pensate ?
 

 
 01/10/02. Rete Civica Comune di Messina - Giovanna Beccalli
"Sono d'accordo.
Potremmo partire con il tracciare ciascuno l'aspetto nodale che interessa più da vicino... puntando sulla soluzione dei problemi e, quindi, la proposta da condividere con gli altri, per il confronto e l'assemblaggio.
In effetti, potremmo partire anche da una prima scaletta degli aspetti da trattare... No?
...Intanto rifletto e comincio a buttar giù.
 

 
01/10/02. URP del Ministero delle Comunicazioni
"Noi urpisti del Ministero delle comunicazioni ricordiamo a tutti di avere in comune un ambito, una risorsa utile in cui si può sviluppare la nostra comunicazione e sfruttarla anche per la lettera aperta da inviare secondo noi anche alla Funzione Pubblica.
Tale risorsa è il Laboratorio dell'URP:
http://www.urpcomunicazioni.it/laboratorio.htm
E' a vostra e a nostra disposizione.


Ultimo aggiornamento: 30/11/04