Richiesta informazioni anonima

URP Provincia di Pordenone - Maria Grazia De Biasio - 27/05/2008
Salve,
mi chiedo se sia corretto dar corso ad una email ricevuta, contenente una serie di richieste di informazioni, proveniente da persona che non si presenta, non scrive il suo nome ne recapito.
Cioè io urp posso girare una email - identificabile solo tramite l'indirizzo email del mittente - zeppa di richieste di informazioni ad un servizio interno... va bene lo snellimento delle procedure però cosa ne pensate di questo? di coinvolgere i colleghi per una bella serie di risposte contenute nell'email semi-anonima?
Come comportarmi? Rispondo all'email chiedendo di qualificarsi? Inoltro al servizio interno così com'è?

 
URP Provincia di Verona - Daniela Malusa - 27/05/2008
Il vantaggio della posta elettronica è proprio lo snellimento delle procedure. Una banale richiesta di informazioni non richiede l'identificazione dell'utente  giri la mail così com'è.
PS: in ogni caso solo con una mail certificata con firma digitale potresti avere la sicurezza del mittente

 
URP Assessorato Regionale Cooperazione - Regione Sicilia - Michele Spinoso - 27/05/2008
Credo che se la richiesta riguardi informazioni di carattere generale, possa (anzi debba) essere dato il giusto riscontro. In questo caso, sarebbe bene rappresentare al richiedente, comunque, la necessità di identificarsi. Cosa completamente diversa è la richiesta di informazioni riguardanti casi specifici. In queste fattispecie, chiederei prima di identificarsi.  

 
Arpa Piemonte - Salvatore Tonti - 27/05/2008
Rispondo alla collega di Pordenone da ex-Urpista. Non concordo con le risposte arrivate per queste ragioni.
Perchè ai dipendenti della PA in contatto col pubblico è imposto di identificarsi col cartellino, perchè il cittadino ha sempre il diritto di sapere il nostro nome e cognome, e lui/lei invece può restare anonimo anche quando si presenta di persona nell'Ufficio e magari ci insulta anche? (mi è successo più volte...) No! Se si deve essere responsabili dei propri atti e delle proprie azioni, dobbiamo esserlo tutti. Noi pubblici dipendenti e i cittadini...
Basta col buonismo  e la "cattiva educazione", dall'una e dall'altra parte della scrivania ...
Colleghi Urpisti cominciate a essere "aggressivi" che significa più consapevoli della vostra dignità, secondo il concetto Bobbiano di "mitezza" che non significa mai remissività e acquiescenza ...

 
Ufficio comunicazione Atc Torino - Giuseppina Vigliotti - 27/05/2008
Ad una e-mail anonima che richiede molte e articolate informazioni è meglio chiedere al mittente almeno di qualificarsi, questo per fornire risposte corrette, ma anche per non costringere i colleghi a lavorare su qualcosa di cui non vedono i risultati.
In generale mi sembra normale per i buon rapporti tra le persone, e questo vale anche per i rapporti tra la Pa e i cittadini, presentarsi con il proprio nome e un numero di telefono.
Tuttavia penso che chi scrive sia in buona fede e non si accorge di questa mancanza, pertanto chiedere il nome è opportuno.
Mi permetto di aggiungere che se si tratta di richieste generiche, magari individuabili sul sito, sia sufficiente indicare dove trovare le informazioni richieste.

 
URP Provincia di Pordenone - Maria Grazia De Biasio - 27/05/2008
Grazie a tutti per la collaborazione.
Vi dico come ho risolto (il nostro protocollo, per quanto riguarda il cartaceo, dice di assegnare le segnalazioni ugualmente al servizio anche se anonime, poi ci penserà il servizio ricevente a vagliare).
Proprio perchè ho pensato che caricare di lavoro un ufficio interno senza conoscere nè il nome del mittente nè tantomeno se abita nel territorio di competenza, era troppo...
Ho risolto così, mettendo insieme tutti i vostri consigli e mediando tra trasparenza, buonismo (Salvatore, hai ragione! però a volte è più difficile impuntarsi che passar sopra).
Cioè ho scelto una via di mezzo: ho inoltrato al servizio del personale l'email e per conoscenza al mittente (come faccio di solito) però ho aggiunto una nota dove rilevavo l'opportunità al mittente di identificarsi e nel contempo sottolineavo che le informazioni erano di carattere generale.

 
URP Regione Friuli Venezia Giulia - Pordenone - Anna Facondo - 27/05/2008
Cara collega, come ti capisco!
Anche a noi capita spesso! Addirittura le stesse richieste anonime provenienti dalla stessa mail e/o fax presentate ai cinque URP territoriali regionali! Del resto lo stesso sistema di gestione del reclamo e della richiesta di informazione sul nostro sito istituzionale Trasparente non rende obbligatori i campi del nome e cognome. Se si tratta di richieste generiche il problema è relativo trattandosi più di una forma di buona educazione che altro! Se si tratta di richieste specifiche e di accesso agli atti chiediamo al cittadino di integrare la richiesta con i propri dati in modo....diplomatico. Sono d'accordo che in alcuni casi  il cittadino vada un po' ...educato!

 
URP Comune di Verona - Daniele Angelini - 27/05/2008
Credo sia opportuno distinguere tra richieste di informazioni, domande di accesso agli atti e segnalazioni.
Mentre per le informazioni non è prassi che il cittadino si qualifichi, per l'accesso agli atti sono richieste le generalità e le motivazioni.
Per le segnalazioni si richiedono i dati identificativi per garantire trasparenza e legittimità. Tuttavia la segnalazione anonima non può essere del tutto ignorata...
Invio parere Anci sull'argomento in tema di abusi edilizi.
 

 
Tibicon - Arduino Mancini - 29/05/2008
Ho letto con attenzione il vivace dibattito relativo all'oggetto.
La questione va inquadrata in un più ampio contesto della progettazione di unità che, all'interno di organizzazioni, devono fungere da interfaccia fra il pubblico (in questo caso, il cliente nel caso delle imprese) e la struttura produttiva (in senso lato).
Le variabili che intervengono sono:
- le procedure;
- la responsabilità, organizzativa e individuale;
- l'atteggiamento complessivo dell'organizzazione (vietato sbagliare, ho letto da qualche parte, perché se sbagli sei fuori).
Una ricetta unica purtroppo non c'è: perché tutto non può essere disciplinato, ma parimenti non ci si può attendere che la "buona volontà" individuale sopperisca carenze di progettazione organizzativa.
Purtroppo i problemi di lavoro sono spesso risolti così:

http://tibilog.blogspot.com/2008/03/una-strategia-di-problem-solving.html

ma non può durare all'infinito.
La soluzione? Lavorarci, cercando soluzioni in modo cooperativo.



 



Ultimo aggiornamento: 29/05/08