Riflessioni su competenze e funzioni di URP e Ufficio stampa (novembre2010)

URP AUSL 6 - Rosella 30/11/2010
Sono una dipendente dell’azienda sanitaria di Livorno, lavoro da poco nell’ufficio dell’urp, dovrei fare un giornalino per informare gli operatori  qualcuno può darmi un’idea??


Leonardo Guida - 30/11/2010
L’Urp non può fare giornalini di alcun tipo in quanto la L.150/2000, art. 9 assegna solo all’Ufficio Stampa tale compito che può essere svolto da un giornalista iscritto all’Ordine dei Giornalisti e con una testata registrata nell’apposito registro della stampa del Tribunale di appartenenza.
La Direttiva di attuazione della L.150/2000 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica, chiarisce che l’Urp non può svolgere alcuna forma di comunicazione giornalistica.
La legge sulla stampa, infatti, prevede il nome di un direttore responsabile-giornalista iscritto all’Ordine - e la registrazione della testata.
Se non sei giornalista non puoi andare avanti pena essere accusata di svolgere esercizio abusivo della professione di giornalista.
Io sono Capo Ufficio Stampa presso l’Azienda sanitaria di Agrigento e sto denunciando il responsabile dell’Urp proprio per questo motivo, oltre al fatto che, in mia assenza, diramavano comunicati stampa e indicevano conferenze stampa -abusivamente-


Mattia Miani -01/12/2010
Propongo alla lista un’idea rivoluzionaria: perchè Urp e Ufficio stampa non possono collaborare su prodotti del genere, ciascuno portando le proprie competenze... sono abbastanza sicuro che si possa fare perfino senza una legge ad hoc...


Gian – 01/12/2010 
Caro Mattia, il problema non è la collaborazione ma il rispetto delle professionalità. Le mani in bocca le mette il dentista, i tubi li ripara l’idraulico, l’informazione la fa il giornalista. Chi non lo è compie un reato penale: esercizio abusivo della professione. Punto. Su questo si discute solo davanti al magistrato. Poi le collaborazioni sono non necessarie ma doverose ed obbligatorie: per legge.


Uff. Comunicazione Provincia Rimini - Manuela Priolo – 01/12/2010 
Gentilissimi, la netta separazione vale anche al contrario?
Cioè se il responsabile Ufficio Stampa fa attività di competenza dell’URP ai sensi di legge?
E comunque, accolgo l’idea “rivoluzionaria” di Mattia Miani, da noi è già così.


URP Provincia di Chieti - Sabrina Trovarelli – 01/12/2010 
A mio avviso, una sana collaborazione tra URP ed Ufficio Stampa è il minimo necessario per far sì che la comunicazione al cittadino e l’informazione tramite i mass media abbiano una qualche coerenza. Ritengo che l’ideale sarebbe essere collocati in un’unica struttura, sotto la guida di un unico dirigente che, nel rispetto dei ruoli assegnati dalla legge, garantisca coordinamento alle attività, favorendo una sana comunicazione tra i due Uffici ed il reciproco supporto nello svolgimento dei compiti a ciascuno assegnati.


Consiglio regionale Lombardia - Ferrari Andrea – 01/12/2010 
Leggere “l’Urp non può fare giornalini di alcun tipo” è  un’ affermazione un po’ troppo perentoria e avulsa dalla realtà del lavoro quotidiano di tanti colleghi. L’articolo 21 della Costituzione, in modo limpido, recita : “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. I costituenti non scrissero che i cittadini o peggio solo i giornalisti hanno questo diritto pertanto l’urp può fare i giornalini che vuole e credo che il rinvio a giudizio per l’esercizio abusivo della professione giornalistica possa attendere. Nel frattempo in tanti confidano nell’abolizione dell’Ordine dei giornalisti.


Uff. Comunicazione Provincia Rimini - Manuela Priolo – 01/12/2010 
Nel nostro caso ad esempio, io come Responsabile Ufficio Comunicazione, sono responsabile della newsletter dedicata alla comunicazione interna.
Confidiamo…


URP Comunicazione e Qualità ASP Giovanni XXIII - Bologna - Piera Ciarrocca 01/12/2010 
Aggiungo anche un’altra considerazione. L’istituzione di un ufficio stampa non è obbligatoria per gli enti pubblici, mentre lo è l’URP. Anche per motivi di un uso congruo di risorse molto piccoli enti pubblici non hanno addetti/uffici stampa. Allora queste PA non possono inviare alcuna comunicazione ai media? Si limita così fortemente la possibilità di divulgazione della propria attività proprio quando tutta la recente normativa invita invece ad una maggiore trasparenza del proprio operato? A me sembra un po’ eccessivo e non adeguato al contesto in cui lavoriamo. Spesso, in pratica, l’attività di comunicazione e quella di informazione si fondono (o si integrano).

Tornando però al tema proposto dal collega penso che un notiziario interno non debba essere soggetto ad autorizzazione del tribunale ed essere diretto da un professionista iscritto all’ordine dei giornalisti. Se così fosse dovrebbero esserlo anche agli avvisi esposti in bacheca, alle e-mail interne, alle newsletter collegate alla intranet. Leggerò con interesse i contributi a questa richiesta.



Consiglio regionale Lombardia - Ferrari Andrea – 01/12/2010 
La separazione che crea la 150 è evidentemente artificiosa, oggi più di ieri.
Viviamo nel tempo della convergenza dei media e la distinzione tra comunicare e informare è di lana caprina e burocratica nel senso peggiore.
Riguardo all’iscrizione insisto: il tribunale non autorizza nulla (la stampa non è soggetta ad autorizzazioni art.21 Costituzione),  poi se la pubblicazione non ha una periodicità regolare, non c’è l’obbligo di iscrizione, ma basta inserire le indicazioni dell’autore e dello stampatore (o l’hosting nel caso di un sito), tanto meno la testata va registrata se il prodotto è un notiziario interno.

Ufficio stampa Autorità Portuale di Genova - Silvia Martini -02/12/2010
Personalmente non credo che la divisione sancita dalla 150 sia artificiosa. Credo invece che in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, la separazione tra “informazione” e “comunicazione” sia irrinunciabile. Non è un caso che i giornalisti che operano negli uffici stampa pubblici debbano attenersi ad un codice deontologico e che siano tenuti a fare informazione nel rispetto delle regole. La comunicazione è cosa diversa dall’informazione e credo sia bene che le professionalità che attendono all’una ed all’altra specificità siano diverse. Un giornalista difficilmente può trasformarsi in un comunicatore come un comunicatore non può fare il giornalista anche se gli ambiti sono ovviamente contigui. Da giornalista che si occupa di ufficio stampa sono sempre disponibile al confronto ed alla collaborazione con i colleghi che si occupano di comunicazione ma nel rispetto reciproco di professionalità e ambiti di azione.


Ufficio Stampa - Marina Mancini Comune Bagheria -02/12/2010
Concordo con Manuela. In un momento in cui "lottiamo" per il riconoscimento del profilo dei comunicatori per i colleghi che lavorano negli URP, o contro enti o dirigenti burocrantosauri, magari per il riconoscimento del profilo di addetto stampa o dell’attività giornalistica, o ancora per il pagamento dei contributi all’INPGI, ci manca solo che iniziamo una battaglia fra poveri.

Concordo anche con Mattia che si potrebbe facilmente collaborare URP ed Uffici stampa, sicuramente sotto un’Area/struttura Comunicazione  - così dura a nascere in certe realtà, e sarebbe lungo spiegarne il perché.
Del resto non trovo affatto che il confine tra le due funzioni sia così labile, avrà tanti difetti la L.150/00 ma la definizione dei diversi ruoli è lapalissiana, meno chiaro invece ciò che accade un po’ per ignoranza, un po’ per necessità nelle varie PA.

Non è vero poi che l’istituzione degli uffici stampa non sia obbligatoria tout court. In Sicilia per esempio, e qui il collega di Agrigento mi verrà in aiuto, abbiamo una legge regionale che rende obbligatoria l’istituzione degli US per i comuni con popolazione superiore a 30mila abitanti ma anche una sentenza del CGA che vale per le ASP ex ASL.
In verità in Sicilia abbiamo anche la possibilità di richiedere il contratto giornalistico ma guai a parlare con la triade, CGIL, CISL e UIL sembra che facciano fronte comune contro il più debole sindacato dei giornalisti, gioco forza appoggiate dalle PA terrorizzate per quanto possa essere più oneroso per l’ente l’applicazione del contratto giornalistico.
Il guaio è che anche la professione giornalistica non è più quella di una volta, chiunque scriva un pezzo si definisce giornalista e non è così! Verifica della fonte, deontologia, regole per la redazione di articoli e comunicati, se ne vanno a farsi benedire... se ci sono persino sindaci che si firmano i propri comunicati...
Comunicazione e informazione sono ancora allo stato di babele nella PA, perché non pensare ad un testo unico anche per queste importanti funzioni che sono strumenti importanti alla base di democrazia, trasparenza e diritti di cittadinanza?
Ai posteri... e ad maiora.


Gian - 02/12/2010
In merito alla discussione su informazione e comunicazione. La discussione può essere tediosa  ma deve restare un punto fermo che l’informazione sia di esclusiva pertinenza dei giornalisti come peraltro dice la legge (l’esercizio abusivo della professione giornalistica  è un reato penale). E’ una questione di diritti; chi lavora all’Urp  deve essere laureato in scienze della comunicazione e un giornalista non può farlo. Tutto qui. La collaborazione poi è naturale che ci sia, nel rispetto dei ruoli, come prevede poi la Direttiva Frattini con la struttura di coordinamento che riunisce portavoce, ufficio stampa e responsabile Urp. Per chi ha fatto riferimento all’art. 21 della Costituzione, ricordo che si tratta di comunicazione pubblica e istituzionale che deve rispettare certe regole. Poi ognuno come privato cittadino per esprimere le sue opinioni può trovare spazio in tutti i giornali di questo mondo. Ma non fare il giornalista che una cosa diversa.


URP MIUR - Anna Rita Fantacci - -02/12/2010
Sono d’accordo con l’opinione di Ferrari. Presto sevizio all’Urp dal lontano 1994 e ho provveduto io stessa a creare un “giornalino” per gli studenti, che fosse il risultato di quella relazione tra utenti e Urp. Diciamo un primo passo, poi consolidatosi, di comunicazione interna attraverso strumenti adeguati per raggiungere l’obiettivo comunicazione.  Non ho avuto nessuna recriminazione da parte della mia struttura e parliamo di un Ministero, anche perché questa “attività” era ben lontana dai compiti istituzionali di un Ufficio Stampa. .


Uff. Comunicazione Provincia Rimini - Manuela Priolo – 02/12/2010
Grazie Marina per la tua esaustiva argomentazione.La cosa su tutte che mi pare davvero “sconvolgente”, comunque, è un’altra:
Solo in Italia, tra tutti i paesi d’Europa, esiste un ordine dei giornalisti e non si capisce perchè alcune professioni siano più “serie” e “professionali” di altre così da richiedere un ordine. Vedi avvocati, commercialisti, notai, psicologi, giornalisti ecc.
La comunicazione è un affare complesso e delicato, che richiede un grande lavoro di preparazione tecnica e personale. Lavoro da più di 20 anni sia nel pubblico, sia nel privato e ho sempre dovuto “lottare” per fare emergere il ruolo di “relais” organizzativo e la funzione strategica della comunicazione. Basti vedere le funzioni complesse e articolate che la legge attribuisce agli uffici urp e comunicazione in genere.


Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale - Delegato Regione Sicilia  Rosario Gullotta – 02/12/2010
Intervengo nel dibattito in atto per cercare di riportare un po’ di chiarezza, anche in considerazione (scusatemi) della "levata di scudi dei colleghi  degli uffici Stampa.
Farò in modo di essere quanto più chiaro e conciso possibile.
Opero in una struttura di comunicazione e non mi occupo di ufficio stampa (anche se sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti). Ma soprattutto da parecchi anni mi sono occupato, nel mio piccolo, delle problematiche relative all’applicazione della legge 150  (con annessi e connessi risvolti riferiti anche all’applicazione dell’art. 2 del DPR 422/2002) con particolare riferimento all’ambito siciliano.
Ha ragione Manuela Priolo quando dice che la comunicazione nel suo complesso è un affare delicato e richiede una grande preparazione, così come sono in perfetta sintonia con Marina nell’evitare  una "battaglia tra poveri". Vi ricordo che se oggi, brutta o bella che sia, abbiamo una legge che obbliga le P.A. a dotarsi delle strutture di informazione e comunicazione è grazia anche alle sinergie instaurate tra l’Associazione "Comunicazione Pubblica", L’Ordine dei Giornalisti e la FNSI.
Ritengo che, se vogliamo portare a compimento quanto ancora oggi non attuato, è necessario riprendere tali sinergie, sopratutto in vista del sospirato riconoscimento professionale...
Premesso ciò, ritengo  non  concepibile l’idea della netta separazione tra informazione e comunicazione perchè fino ad oggi proprio si è parlato di comunicazione integrata, che comprenda sotto un unico coordinamento le attività di informazione comunicazione (sia interna che esterna) mentre già si affaccia all’orizzonte (anzi è molto più vicina) l’idea della  "comunicazione totale" ove l’attenzione è soprattutto rivolta al web e agli strumenti del web 2.0.
Certo è assolutamente verò che i rapporti con i mass media e tutto quanto riguarda l’informazione è di stretta competenza degli Uffici Stampa, però nessuno può togliere la possibilità al comunicatore di fare saltuari comunicati "asettici", inerenti comunicazioni di servizio o informazione ai cittadini (del tipo si informa che la strada X sarà chiusa al traffico in tale data, o che il servizio anagrafe il giorno Y non sarà attivo). Così come l’Ufficio stampa non può inviare i propri comunicati stampa direttamente al cittadino. Tutto questo non lo dico per logica o mie convinzioni ma è stato detto da autorevoli esponenti dell’Ordine sia nazionale che regionale (Sicilia) .
Certo restano tante altre competenza affidate all’URP quali la gestione della comunicazione interna, l’aggiornamento del sito internet, la gestione delle reti civiche  e se vogliamo  essere al passo con i tempi, appunto la comunicazione  con i nuovi strumenti del web 2.0.
L’ultimo aspetto che volevo far rilevare è che anche i comunicatori pubblici si sono dati un codice deontologico di buona condotta, approvato nel gennaio 2003 visionabile sul sito
In Sicilia da tempo abbiamo intrapreso un percorso, in collaborazione con la Regione Siciliana, per una maggiore applicazione della legge 150/2000 e per dotare gli uffici di comunicazione delle competenze e professionalità necessarie.
 



Ultimo aggiornamento: 19/12/11