Il processo di costruzione di un questionario

Come disporre di uno strumento di rilevazione coerente con gli obiettivi di indagine

Il processo di costruzione di un questionario prevede tre passaggi fondamentali:

 1.   dopo aver formulato e definito le ipotesi della ricerca, precisato l’oggetto e gli scopi dell’indagine, si può procedere ad effettuare un campionamento della popolazione di riferimento per individuare le unità di analisi.

 2.   poi occorre individuare, sulla base delle finalità della ricerca e dei risultati che si desiderano ottenere, la tipologia di questionario da somministrare.
Il questionario può essere postale, telefonico, via e-mail, volante, autosomministrato, somministrato da un intervistatore, ecc.Ogni diversa tipologia presenta punti di forza e di debolezza che devono essere tenuti in considerazione per una loro corretta applicazione. A questo proposito, occorre sottolineare che il questionario può essere considerato come una sorta di intervista strutturata, caratterizzato da tutte le possibili ''trappole'' di tale forma di colloquio.
E’ necessaria infatti una particolare cura della dinamica psicologica propria della relazione che si viene a creare tra intervistato ed intervistatore, secondo le nozioni basilari della comunicazione interpersonale. Il ricercatore deve ''mettere a proprio agio'' l’intervistato, deve creare le condizioni ideali affinchè egli possa fornire il maggior numero di informazioni attendibili, deve tener conto degli aspetti comunicativi e relazionali del colloquio e soprattutto delle variabili psicologiche, motivazionali, comportamentali e socio-culturali che possono condizionare il proprio interlocutore.

 3.   La difficoltà successiva è quella della scelta delle domande da utilizzare per ottenere uno specifico tipo di risposte e di informazioni.
Le domande di cui un questionario si può avvalere possono essere classificate o sulla base dello scambio domanda-risposta che generano oppure sulla base del contenuto e degli obiettivi che si propongono di raggiungere.

 

In funzione della loro forma tecnica, le domande possono essere classificate in:

domande aperte: non prevedono risposte predefinite dal ricercatore e che consentono piena libertà espressiva al soggetto intervistato

domande chiuse: prevedono un ventaglio di risposte definite a priori dal ricercatore

domande a scala: prevedono l’utilizzo di scale di misurazione di vario tipo (scale likert, differenziale semantico, ecc.) per la misurazione di atteggiamenti o opinioni

La scelta tra domande aperte, chiuse o a scala deve essere fatta in funzione di un bilancio tra vantaggi e svantaggi e sulla base di ciò che si cerca di conoscere ed indagare. 

In funzione del contenuto, invece le domande possono essere:

domande di base: quesiti sulle caratteristiche anagrafiche, genere, professione, reddito, ecc. dell’intervistato)

domande filtro: quesiti che permettono di decidere i temi/problematiche da sottoporre all’intervistato 

domande strutturali: quesiti che riguardano attributi fondamentali dell’intervistato in relazione alla ricerca  

domande di comportamento: quesiti che riguardano fatti, esperienze concrete dell’intervistato 

Occorre concatenare le domande e le parti del testo su un filo logico, aggregando i quesiti relativi ad uno stesso argomento in un’unica batteria o set di domande. Evitare un numero eccessivo di domande può agevolare l’intervistato e consentirgli così di concentrarsi su aspetti precisi della tematica trattata.

 Un’altra accortezza potrebbe essere quella di procedere con una ''tecnica ad imbuto'' come tattica di avvicinamento progressivo agli argomenti più difficili o delicati, per ridurre imbarazzi, fraintendimenti, equivoci, ecc. 

Al fine di creare un’atmosfera distesa ed agevolare il flusso di informazioni tra intervistato ed intervistatore, potrebbe essere utile scrivere una frase introduttiva al questionario con le istruzioni per la compilazione e/o una lettera di presentazione della ricerca, in cui si esplicitano i riferimenti dell’ente/organizzazione che realizza l’indagine, l’importanza per tale ente di ottenere le risposte dell’intervistato, e si rassicura quest’ultimo che non vi sono risposte giuste o sbagliate, che sarà garantito il suo anonimato e che le sue risposte saranno analizzate in modo confidenziale. 

Occorre aggiungere che nella fase di redazione di un questionario potrebbe essere utile, in termini sia di risparmio di tempo e risorse che di qualità dei risultati, un pre-test, ossia una somministrazione di prova dello stesso per testarne le parti e le eventuali criticità (la formulazione della domande, il loro ordine, le domande superflue, ecc.).
Sulla base delle annotazioni, dei commenti e delle risultanze emerse da queste fase di pre-test è possibile ''aggiustare'' e modificare il questionario giungendo così alla sua stesura definitiva. 

Ultimo aggiornamento:  10/05/2013

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