Tipologie di interviste

 

Secondo un approccio sociologico piuttosto diffuso, le interviste possono essere classificate in base a tre differenti criteri:

 1 - la presenza o assenza di un contatto visivo

 2 - la distribuzione di potere tra gli attori

 3 - il grado di libertà concesso all’intervistato

 

 La scelta del criterio di classificazione dipende strettamente dagli obiettivi iniziali, dal tipo di ricerca che si intende condurre e soprattutto dal contesto specifico in cui si realizza l’intervista.

 

 1)  Presenza o assenza di un contatto visivo tra intervistato e intervistatore:le interviste possono essere telefoniche o faccia a faccia.

 Le interviste telefoniche prevedono un’interazione diretta tra i due attori coinvolti, ma solo attraverso uno scambio verbale, ossia sulla base di stimoli linguistici e vocali. Tale interazione deve essere caratterizzata da una durata breve per essere efficace e, di conseguenza, lo strumento di rilevazione deve essere strutturato ed estremamente semplice. L’intervista telefonica può consentire una riduzione dei tempi e dei costi.

Le interviste faccia a faccia prevedono un’interazione diretta tra due o più interlocutori che può sfruttare tutti i vantaggi e le potenzialità della comunicazione interpersonale. Inoltre consente una maggiore libertà all’intervistatore che può fare interventi non previsti e utilizzare uno strumento di rilevazione non strutturato.

 

 2) Distribuzione del potere nella relazione: le interviste possono essere distinte rispettivamente tra interviste direttive e non direttive

Le interviste direttive sono quelle interviste in cui l’intervistatore occupa una posizione di preminenza rispetto all’intervistato ed è in grado di dirigere il flusso comunicativo e comandare l’interazione. Se non gestita correttamente, la direttività può forzare i contenuti e invalidare il colloquio.

Le interviste non direttive sono quelle interviste caratterizzate da una struttura in cui è l’intervistato che si trova in una posizione preminente rispetto all’intervistatore.La non direttività in senso assoluto è estremamente difficile da raggiungere, a tal punto da poter essere considerata un’utopia.

 

3) Grado di libertà concesso all’intervistato: le interviste possono essere distinte tra interviste strutturate, semi-strutturate e non strutturate.

Le interviste strutturate (o standardizzate) sono quelle interviste caratterizzate dall’utilizzo di domande estremamente strutturate e codificate e da una forte “distanza” tra i due soggetti che interagiscono.

Le interviste semi-strutturate e non strutturate sono invece quelle interviste che garantiscono un modesto o forte coinvolgimento reciproco tra intervistato e intervistatore e una scarsa standardizzazione sia delle domande che delle risposte. Alto è il livello di libertà concesso agli attori durante l’interazione, anche se i risultati ottenuti sono scarsamente generalizzabili, perché condizionati dalla loro soggettività e dalla specificità della situazione di intervista.

 

 Un altro metodo di classificazione, complementare al precedente e altrettanto condiviso, è quello che distingue le interviste in funzione al numero dei soggetti coinvolti nell’interazione. A questo proposito, le interviste si possono distinguere tra: 

-   intervista a due, che coincide con la forma classica di intervista che coinvolge intervistato e intervistatore

-   intervista a tandem, che vede coinvolti due intervistatori e un intervistato

-   intervista a panel, che vede impegnata una commissione di intervistatori e un solo intervistato

-   intervista collettiva, che vede un solo intervistatore impegnato con un gruppo di intervistati

-   intervista in gruppo, in cui l’intervistatore rileva risposte individuali, ma alla presenza di un gruppo ’’naturale’’ o sociale, capace di condizionarle

-   intervista di gruppo, che coincide con un’intervista in cui sono le “dinamiche di gruppo” ad essere oggetto della rilevazione

 

 

Ultimo aggiornamento:  10/05/2013

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