L'evoluzione del concetto di usabilità dei prodotti ipermediali è parallela a quella dei prodotti ed in funzione del tipo di utenti dei sistemi. Possiamo individuare quattro epoche evolutive diverse.
Prima del 1980, l'usabilità non è necessaria: il modello del progettista e il modello dell'utente coincidevano. In quegli anni nacque la HCI (Human Computer Interaction). In quel periodo, l'affermazione secondo cui i sistemi dovevano essere progettati tenendo conto delle esigenze, delle abilità e dei desideri degli utenti finali non veniva presa molto sul serio.
Nel 1983, la Apple, realizza il primo personal computer con interfaccia grafica e mouse. Iniziano i problemi di usabilità: l'utente del sistema non appartiene più alla stessa classe di chi lo ha sviluppato. L'usabilità cominciava ad essere un problema e si verificano i primi episodi di rifiuto della nuova tecnologia, causati sia dagli alti costi per la formazione, sia dai mancati successi di molte esperienze di automazione di uffici.
Si impone l'urgenza di avvicinare i due mondi, quello del progettista e quello dell'utente e l'usabilità, a partire dalla seconda metà degli anni '80, diventa l'obiettivo principale della HCI.
Per andare incontro a queste nuove esigenze, da un lato, sono state introdotte nella progettazione linee guida sul fattore umano, dall'altro vengono allestiti i primi laboratori di usabilità. Il metodo utilizzato è stato definito design iterativo. Nel 1986 si passa al modello User Centered Design (UCD) e negli anni '90 al design partecipativo.